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Patrick Djivas: "Con Fabrizio era facile litigare e fare pace"

Il bassista della PFM in una intervista ha raccontato di Fabrizio De André, e non solo
Patrick Djivas: "Con Fabrizio era facile litigare e fare pace"

Il bassista della PFM Patrick Djivas è stato ospite del nuovo episodio del vodcast dell'Adnkronos. Oltre a presentare l'ultima fatica della band, l'album live “PFM canta De André Anniversary”, inevitabilmente ha parlato della esperienza con Fabrizio De André. “Con Fabrizio era facilissimo litigare. Lo si faceva una trentina di volte al giorno. Però, altre trenta volte facevamo la pace, come se niente fosse. Era una persona formidabile ed è stato un matrimonio felice”.

La Premiata Forneria Marconi iniziò a collaborare con De André nel 1978. Djivas ha raccontato in questo modo come accadde: “Quando lo abbiamo incontrato in Sardegna, lui non voleva più fare musica. Era arrivato a un punto in cui voleva smettere. Gli mancava qualcosa. Aveva il canto e i testi, ma non la musica. Con noi ha trovato la terza gamba del tavolino. Siamo fieri di aver contribuito a questo patrimonio, non solo per il lavoro svolto, ma perché abbiamo regalato all’Italia altri vent’anni di Fabrizio De André”.

Parlando della musica e delle canzoni del cantautore genovese scomparso nel gennaio 1999, che la PFM porta in concerto, il musicista dai natali francesi ha evidenziato. “Fabrizio sapeva offrire un'alternativa alla realtà di tutti i giorni. Non un’alternativa banale, ma di altissima qualità, intelligente e importante. I ragazzi di oggi, che già hanno molte difficoltà con la realtà, possono trovare nelle sue parole qualcosa di essenziale. E la cosa straordinaria è che quello che diceva Fabrizio non era difficile da comprendere: era profondo, ma accessibile a tutti. Ai nostri concerti vediamo tantissimi giovanissimi di 13-14 anni, così come persone della nostra età. C’è una varietà di generazioni incredibile. Perché la musica di Fabrizio non ha età. E questa è la sua magia”.

Djivas ha avuto modo di evidenziare le differenze esistenti tra la scena musicale degli anni Settanta e quella del giorno d'oggi: “È difficile immaginare oggi una collaborazione tra due entità come la PFM e un cantautore del calibro di Fabrizio De André, anche se l'idea rimane affascinante. Sarebbe interessante, ad esempio, unire un rapper di un certo tipo a un gruppo come la PFM: le potenzialità artistiche e musicali di un simile progetto sarebbero notevoli. Oggi la collaborazione musicale avviene principalmente tra artista e computer. Sarebbe sbagliato ignorare l'influenza del tempo: ogni epoca ha le sue caratteristiche e la sua realtà. Non bisogna credere che non esista più la musica. Tutt'altro. Ogni momento storico ha il suo valore, indipendentemente dagli strumenti che utilizza per esprimersi. La musica segue sempre i bisogni della massa giovanile del momento. Aiuta i ragazzi a vivere il loro presente, a dipingere quel momento, e non può fare diversamente. Criticare il presente è facile, ma forse non lo comprendiamo fino in fondo. La musica di oggi non è migliore o peggiore: è semplicemente lo specchio del tempo in cui viviamo”.

A parere del 77enne Djivas nel nostro paese la musica è sovente trattata con superficialità dai media: “Diciamo che in Italia abbiamo un po' la sfortuna che la musica viene trattata prevalentemente dalla televisione. E la televisione fa televisione, non fa musica. Sanremo, per esempio, è un contenitore con mille cose dentro, dove la musica è solo un filo conduttore. Lo stesso vale per i talent show. In Italia siamo un po' sfortunati da questo punto di vista”.

Già che è stato citato il festival, spende due parole anche sull'ultima edizione della manifestazione rivierasca e dichiara di avere apprezzato la versione di “Il pescatore” di Fabrizio De André proposta da Olly insieme a Goran Bregovic nella serata dedicata alle cover: “Ci è piaciuta moltissimo. Ha utilizzato il nostro arrangiamento, ma con le sue sonorità. Questa cosa ci ha fatto molto piacere, ovviamente”.

A proposito della decisione di alcuni musicisti di annunciare il tour di addio, regala il suo punto di vista (e quello della PFM) sulla questione: “Ci sono artisti che annunciano l'ultimo tour, l'ultimo anno, le ultime date. Di solito durano altri dieci anni dopo! La gente ci casca, va a vedere il concerto pensando che sarà l’ultima volta. Noi? Non l'abbiamo mai fatto. Però lo faremo un giorno o l'altro, per forza. Ma senza un annuncio prima. Non giocheremo mai sul fatto di dire che è l'ultima tournée per agevolarne l'andamento. Questo non è nelle nostre corde”.

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