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Il batterista dei System of a Down è contento che ci sia Trump

John Dolmayan è un elettore del Presidente, ma questo crea qualche problema con Serj Tankian
Il batterista dei System of a Down è contento che ci sia Trump

John Dolmayan, batterista dei System of a Down, si dice "contento" che Donald Trump sia tornato alla Casa Bianca, arrivando a dire che la sua presidenza "riporta un po' di sanità mentale" negli Stati Uniti. 

Non è un segreto che Dolmayan sia un sostenitore di Trump, anche se non si è espresso così apertamente sulla sua seconda candidatura alla presidenza come nel 2016 o durante il suo primo mandato. 

Il batterista era solito inondare la sua pagina Instagram di messaggi di destra, con grande disappunto del suo compagno di band il liberale Serj Tankian, ma negli ultimi due anni ha ampiamente evitato la politica sulle sue pagine social.

Ora, in una nuova intervista alla YouTuber australiana Lilian Tahmasian, Dolmayan ha parlato ancora una volta del suo sostegno a Trump e della natura complessa delle diverse convinzioni politiche dei membri dei System of a Down. 

Dolmayan ha confermato di aver votato per Trump alle elezioni del 2024, dichiarando: "Sono contento che abbia vinto, perché riporta un po' di sanità mentale. A prescindere da quello che si sente in giro, con lui è molto più sano di mente di quanto non lo fosse senza di lui. Abbiamo bisogno di legge e ordine. Così come si chiude la porta di casa di notte, non si vuole che qualcuno entri in casa propria quando si hanno confini sicuri".

Ha continuato: "Abbiamo bisogno di persone che vengano in questo Paese. Tutti noi siamo venuti in questo Paese. E abbiamo bisogno che altre persone arrivino. E gli Stati Uniti dovrebbero sempre essere un baluardo per le persone che ne hanno bisogno. Forse nei loro Paesi sono oppressi in un modo o nell'altro e hanno bisogno di andarsene. O forse vogliono solo ricominciare da capo. O forse vogliono far parte di qualcosa di unico e interessante come gli Stati Uniti. E dovrebbero avere il permesso di farlo, ma in un certo modo: pagando le tasse, o qualsiasi cosa sia necessaria, e vivendo la propria vita".

Durante l’incontro, Dolmayan ha osservato: "Non credo affatto nella cultura 'woke'. Non è un segreto la mia visione delle cose. E non credo nemmeno che avere politici in carriera a vita sia un bene per la società".

Per quanto riguarda il rapporto complicato con Tankian, che è anche suo cognato, Dolmayan ha ammesso: "Sì, beh, abbiamo avuto dei problemi, perché Serj è molto schietto. E ha il suo modo di pensare. Su alcune cose siamo d'accordo - come il resto della band - su altre no. Su alcune cose siamo esattamente d'accordo. I miei valori però sono un po’ diversi".

E ha aggiunto: "Con Serj è stato come dire, beh, non vogliamo che sia l’elemento più importante, perché non sentiamo che sia l'unico componente dei System of a Down, anche se è una parte importante della band. La giustizia è una parte importante. La giustizia non ha una politica. È giusta o ingiusta. Non ha affiliazioni politiche. O lo è o non lo è. Ci sono molte altre cose che entrano in gioco come la moralità ad esempio. Quindi non volevamo che fosse l'unico punto focale".

Già in passato John Dolmayan aveva espresso il suo parere sul frontman della band dicendo: “Abbiamo provato più di una volta a trovarci e fare un album, ma c’erano delle regole per cui era difficile farlo e mantenere quell’integrità che ha sempre contraddistinto i System of a Down. Non riuscivamo a metterci d’accordo. E in parte è colpa di Serj, e in parte è colpa mia, e anche di Shavo Odadjian e di Daron Malakian. Ad ogni modo, se la maggioranza della band pensa in un modo e una persona la pensa diversamente, diventa difficile trovarsi e fare musica anche sapendo che è importante. Ogni persona di questa band è importante per il sound del gruppo. Te ne accorgi anche ascoltando i progetti paralleli dei singoli membri. Non sono buoni tanto quanto i lavori dei System e, anzi, credo che molti di essi non lo siano proprio”. 

Dall’altra parte il cantante della band americana (con membri di origine armena) ha sempre difeso il cognato superando le divergenze politiche. Tankian in un post su instagram nel 2020, dopo violenti attacchi via social subiti dal batterista per le sue idee, ha scritto: “Il mio batterista e cognato John Dolmayan, che amo e rispetto a prescindere dal nostro pensiero politico estremamente differente, è sempre stato il mio fedele alleato negli sforzi per il riconoscimento del genocidio armeno all'interno dei SOAD. " "La quantità di odio e stupidità online nei suoi confronti e nei miei sono ingiustificabili." Ha poi aggiunto: "I social media hanno creato una società digitale errata che prospera in parte su questa realtà.”

Sebbene (come spiegato dal batterista) i System of a Down non abbiano pubblicato un nuovo album da quasi 20 anni, la band continua a tenere sporadici concerti. Quest'estate i SOAD saranno protagonisti negli stadi per due sere ciascuno a East Rutherford, New Jersey (con i Korn), Chicago (con gli Avenged Sevenfold) e Toronto (con i Deftones).

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