Hatfield and the North, i 50 anni di "The Rotters' Club"

Ci sono due gruppi della cosiddetta «Canterbury scene» che, pur avendo prodotto solamente due album, sono entrati nella leggenda del rock progressivo: i Matching Mole e gli Hatfield and the North. Questi due gruppi hanno anche altre cose in comune: il chitarrista, Phil Miller, un’apparizione di Robert Wyatt nel primo disco degli Hatfield, il fatto di essere legati ai due gruppi canterburiani principali, visto che i Matching Mole sono il gruppo formato da Wyatt dopo l’uscita dai Softs, mentre gli Hatfield sono il gruppo successivo all’esperienza con i Caravan per Richard Sinclair.

Come per molti gruppi, la nascita degli Hatfield and the North, il cui nome deriva da un cartello stradale che indica la direzione verso la cittadina di Hatfield e il Nord dell’Inghilterra, ha vissuto una serie di cambiamenti soprattutto nel reparto delle tastiere. Il primo nucleo, infatti, vede oltre a Richard Sinclair (basso e voce), Pip Pyle (batteria) e Phil Miller (chitarra), il pianista e tastierista Steve Miller, che aveva fatto parte dei Caravan nell’album “Waterloo Lily”, in cui era apparso in un brano anche suo fratello Phil. Pyle, e i fratelli Miller avevano già suonato insieme nel gruppo Delivery. In una successiva formazione, Steve Miller viene rimpiazzato da Dave Sinclair, che aveva già suonato con il cugino Richard nei Caravan e con Phil Miller nei Matching Mole. Questa fase embrionale degli Hatfield mette in evidenza come nella scena di Canterbury spesso i musicisti di quest’area si trovino a suonare insieme in formazioni diversi. Alcuni brani della formazione che include Steve Miller si possono ascoltare nel CD di Miller/Coxhill Coxhill/Miller “The Story so far” / “Oh really?” pubblicato dalla Cuneiform Records nel 2007. Il CD comprende sia la ristampa dell’album di Miller/Coxhill con lo stesso titolo, pubblicato nel 1974 dall’etichetta low budget della Virgin, Caroline, sia una serie di registrazioni inedite del gruppo Delivery e di questa formazione embrionale degli Hatfield.
Dopo la partenza di Dave Sinclair, per dissapori musicali con Miller, viene reclutato il tastierista Dave Stewart, musicista che aveva militato negli Egg e nel “gruppo sosia” Arzachel.
Quest’ultima articolazione del gruppo (Phil Miller, chitarra/Pip Pyle, batteria/Richard Sinclair, basso e voce/Dave Stewart, tastiere) forma il suo carattere distintivo: quattro musicisti che, oltre a un’ottima tecnica strumentale, possiedono delle notevoli doti come compositori. Interessati alla creazione di multiformi trame strumentali (Miller, Stewart) e alla creazione di brani con una forma canzone multiforme (Pyle, Sinclair).
Benché sia una band definita come una sorta di supergruppo canterburiano, gli Hatfield and the North nascono a Londra, nell’autunno del 1972, dopo lo scioglimento dei Matching Mole e l’abbandono dei Caravan da parte di Richard Sinclair qualche mese dopo l’uscita dell’album “Waterloo Lily”. Un momento in cui, come riferito da Richard Sinclair, i quattro abitavano molto vicini e avevano l’occasione di suonare “ventiquattro ore al giorno”.
Da questa sorta di “comunione di intenzioni musicali” nasce il primo album, uscito nel febbraio del 1974 con il titolo omonimo, in cui gli Hatfield si mostrano come un gruppo che cerca di espandere gli orizzonti musicali del rock progressivo con soluzioni musicali e sonore molto audaci. Non è una novità che le due facciate del vinile presentino i brani senza soluzione di continuità, questo succedeva anche nei primi album dei Soft Machine, ma è il contenuto dei brani che dimostra la creatività e l’innovazione dei quattro musicisti: armonie complesse, melodie estremamente articolate, tempi irregolari che cambiano all’interno dello stesso pezzo, arrangiamenti con sonorità innovative.
A poco più di un anno di distanza, sempre per l’etichetta Virgin, viene pubblicato il disco di cui celebriamo il cinquantenario, “Rotter’s Club”, loro secondo e ultimo disco ufficiale.
Qui sotto l'album intero.
Il titolo dell’album, da cui prende spunto il bellissimo libro dello scrittore inglese Jonathan Coe, è ben spiegato dalla vedova di Phil Miller, Herm Mew, in un articolo pubblicato sul sito dedicato al grande chitarrista scomparso nel 2017. Chi fosse interessato può trovare utili informazioni a questo link.
L’album esce il 7 marzo 1975 sempre per l’etichetta Virgin, con la quale gli Hatfield, come altri gruppi, non avevano un contratto eccessivamente favorevole.
Anche se molti pezzi si collegano fra loro, al contrario del primo album c’è meno continuità fra un brano e l’altro. Ad esempio, fra il primo e secondo e fra l’ottavo e il nono. Inoltre, la seconda facciata dell’album è occupata quasi totalmente da una suite, suddivisa in quattro movimenti, composta dal tastierista.
La formazione degli Hatfield viene ampliata da altri musicisti:
- Norhtettes (Barbara Gaskin, Amanda Parson, Ann Rosenthal) / Voci ) 6,9;
- Jimmy Hastings (sassofono e flauto) 5,6,7,8,9;
- Tim Hodgkinson / Clarinetto (3,5);
- Lyndsay Cooper / Fagotto (3,5);
- Mont Campbell / Corno (3,4).
Le collaborazioni in questo disco mettono in evidenza i legami fra i quattro Hatfield e i musicisti dei loro gruppi precedenti o compagni di etichetta discografica. Jimmy Hastings, il “quinto” Caravan, Mont Campbell, ex bassista degli Egg, il gruppo precedente di Stewart, Hodgkinson e Cooper, musicisti degli Henry Cow, gruppo facente parte della casa discografica Virgin. Le Northettes, un brillante trio di voci femminili ideato da Stewart, già presente nell’album precedente, sono formate da Amanda Parson, che farà parte della prima formazione dei National Health, il gruppo successivo agli Hatfield, e Barbara Gaskin partner musicale di Stewart nelle produzioni musicali dalla fine degli anni ’90 in poi.
La copertina dell’album rappresenta la figura di un’attrice hollywoodiana che firma una foto con il suo nome, Ruby Crystal, particolare ripreso nel retro in cui, oltre a un gruppo di bambini, si trovano alcune figure alate, che riprendono alcuni particolare della riproduzione dell’affresco di Luca Signorelli nella cattedrale di Orvieto del primo disco. La figura dell’attrice è una riproduzione di una fotografia di Joan Crawford, ma il suo nome fa riferimento a Julie Christie, l’attrice amica di Wyatt e sua moglie Alfreda Benge. Con questo nome, Julie Christie appare come voce aggiuntiva in “Nan True Hole”, un brano di Phil Miller dell’album “Little Red Record” dei Matching Mole. Nel gruppo di ragazzini, il bambino con le mani alzate è il figlio di Richard Sinclair, Jason.
Come si può intuire dal minutaggio dei brani, mentre nel primo album la presenza di Richard Sinclair come autore era maggiore, in questo album i compositori principali sono soprattutto Pyle e Stewart. In particolar modo, Stewart occupa con la sua lunga suite “Mumps” quasi l’intera facciata B del formato LP, dimostrazione dell’intenzione del tastierista di creare composizioni molto complesse e articolate. Stewart stesso spiega che questa sua intenzione deriva dal voler prevenire alcuni concerti in cui il gruppo non rendeva al meglio delle sue possibilità strumentali. soprattutto a causa delle diverse parti improvvisative.
Oltre alla complessa suite di Stewart, che anticipa le musiche scritte per il primo album dei National Health, nell’album si trovano le composizioni strumentali di Miller, i brani basati sulla forma canzone estesa di Sinclair e i brani strumentali e cantati di Pyle. I brani di Miller (“Lounging There Trying” e “Underdub”) presentano molte caratteristiche tipiche della sua musica: parti strumentali complesse, melodie che prolungano la loro chiusura, ritmi articolati che in alcuni casi assomigliano a quelli della musica sudamericana.
“Share It” e “Didn’t Matter Anyway”, i brani di Sinclair, hanno un’articolazione tipica della canzone, pur con l’estensione di alcune parti e con linee melodiche elaborate che mettono in risalto il bellissimo timbro vocale del bassista e cantante degli Hatfield.
Rispetto al primo album, la presenza compositiva di Pyle, oltre che quella di paroliere, è sicuramente maggiore. Le sue composizioni, stilisticamente, si situano a metà strada fra quelle di Miller e Sinclair, una canzone con parti strumentali complesse (“Fitter Stoke Has a Bath”), un brano strumentale molto articolato (“The Yes/No Interlude”).
Come si è già osservato, il brano che ha uno spazio maggiore di tutti è “Mumps” di Stewart, una lunga suite dalla struttura simmetrica, che inizia e finisce con lo stesso movimento, mentre altri due formano il corpo centrale del pezzo. Fra questi due il secondo è articolato in parti strumentali e una cantata, includendo così la forma canzone in un brano multiforme.
In questo album le composizioni sono molto meno legate fra loro, mettendo in evidenza la volontà di sottolineare le individualità stilistiche musicali di ciascun componente del gruppo.
Benché, come affermato da Stewart in una fanzine canterburiana, tutti i brani degli Hatfield siano stati pubblicati su disco, esiste comunque un’eccezione che riguarda proprio questo album. Infatti, il brano “Halfway Between Heaven and Earth” di Sinclair, un pezzo in perfetto stile Hatfield, non è stato pubblicato in “Rotter’s Club” per la limitazione temporale del formato vinile, ma viene incluso, fortunatamente, nella versione CD di questo album. La registrazione si riferisce al concerto tenuto per la chiusura del Rainbow Theatre, il 16 marzo del 1975.
Una situazione simile a “Frozen Rose” nel disco “In the land of grey and pink” dei Caravan, in cui la durata del formato vinile e la scelta democratica di dare spazio a tutti i componenti del gruppo non avevano reso possibile l’inclusione di alcuni brani molto belli e interessanti. Fortunatamente, le riedizioni in CD presentano questi brani che altrimenti sarebbero stati persi e dimenticati.
Al momento della registrazione di “Rotter’s Club” molti brani erano già pronti e provati durante i concerti. Sinclair ricorda che, benché i suoi lavori fossero già composti, sono stati arricchiti da idee e apporti strumentali degli altri membri del gruppo. Ciò dimostra un diverso approccio al lavoro di studio di Sinclair rispetto soprattutto a quello di Stewart, una delle ragioni che porterà allo scioglimento del gruppo.
Dopo l’uscita dell’album, i contrasti musicali fra i membri della band, principalmente fra Sinclair e gli altri tre, e i problemi economici portano allo scioglimento del gruppo nei successivi tre mesi. L’ultimo concerto degli Hatfield si tiene il 1 giugno 1975 nel sobborgo londinese di Twickenham, presso il pub Winning Post, in cui Pip Pyle annuncia lo scioglimento del gruppo al pubblico presente; le cinque date successive programmate, fra cui quelle di Birmingham, Londra e Parigi, vengono così cancellate.
Richard Sinclair parte per Deià, Maiorca, dopo aver ottenuto un contratto con la stessa casa discografica per incidere un album, intitolato “Untitled As Yet”, mai realizzato. Gli altri tre Hatfield si ritroveranno nuovamente insieme nei National Health, un gruppo che vedrà fin dall’inizio della sua formazione vari cambiamenti nei musicisti che lo compongono. È interessante notare che la primissima formazione dei National Health era composta da membri degli Hatfield (Stewart e Miller) e dei Gilgamesh (Gowen, Lee), oltre ad altri musicisti. Le due formazioni nel 1973 avevano realizzato due concerti londinesi unite in un unico ottetto; una sorta di embrione di quello che poi, due anni dopo, diventeranno i National Health.
Gli Hatfield pubblicano un album “postumo” intitolato “Afters” nel 1980, una compilazione di brani presi dai due album, alcune registrazioni dal vivo e due brani dell’unico singolo realizzato dal gruppo. Le tracce non appartenenti ai due album ufficiali vengono poi ripubblicate nelle versioni CD sia del primo che del secondo album.
Dopo l’apparizione nel 1990 del gruppo nella serie di concerti televisivi “Bedrock” della Central TV, con Sophia Domancich al posto di Stewart, testimoniata dal CD “Live 1990” dell’etichetta Demon, uscito nel 1993, altre due pubblicazioni di materiale riguardante concerti dal vivo e apparizioni radiofoniche vengono pubblicate nel 2005 e 2006, intitolate rispettivamente “Hatwise Choice” e “Hattitude”. Da queste registrazioni si possono constatare sia la notevole bravura strumentale dei componenti del gruppo sia la differenza fra il sound nei dischi e quello dal vivo, molto più “metallico” e ruvido in alcuni concerti.
Gli Hatfield si riformeranno per una serie di concerti fra il 2005 e il 2006, con Alex McGuire alle tastiere al posto di Stewart. Proprio due giorni dopo uno di questi concerti, quello di Groningen del 26 agosto del 2006, il batterista Pip Pyle muore. Dopo un breve apparizione con Mark Flecther alla batteria in sostituzione di Pyle, gli Hatfield chiudono la loro reunion il 20 ottobre 2006, proprio a Canterbury.
Dopo 50 anni, “Rotter’s Club” rappresenta un album i cui vengono sviluppati al meglio gli elementi centrali del rock progressivo; la ricerca di sonorità particolari, armonie e ritmi complessi, l’estensione della forma canzone e la creazione di brani strumentali articolati. In qualche modo è la rappresentazione della fine di un’epoca musicale, iniziata con i Wilde Flowers a Canterbury e conclusa a Londra, anche se l’avventura musicale dei vari componenti dei gruppi canterburiani continuerà, non senza ostacoli.
A chi fosse interessato ad approfondire alcuni argomenti sugli Hatfield e la scena di Canterbury, consiglio le seguenti letture:
Camilleri, L. 2020. “La musica in grigio e rosa. La produzione discografica dei Caravan 1968-1982”, Roma, Arcana.
Camilleri L., 2022. “Il suono del progresso. Esplorazioni sonore nel rock progressivo”, Roma, Arcana.
Fontana, E., 2022. “A nord di Londra. Itinerari canterburiani verso Hatfield e dintorni”, Roma, Arcana.
Leroy, A., 2016. “L’école de Canterbury”, Marsiglia, Le Mot et le Reste.
Consiglio anche la lettura del romanzo di Jonathan Coe, “Rotters’ Club”. La versione italiana è pubblicata da Feltrinelli con il titolo “La banda dei brocchi”.
RINGRAZIAMENTI
Ringrazio Richard Sinclair per avermi fornito notizie e suggerimenti in alcuni colloqui che abbiamo avuto. Desidero ringraziare anche Phil Howitt, creatore della fanzine canterburiana Facelift, per avermi fornito alcune preziose informazioni. Ringrazio Herm Mew, vedova di Phil Miller e curatrice del sito phillmillerthelegacy.co.uk, per aver permesso la pubblicazione dell'estratto di "Lounging There Trying".