I Tamango sono la band italiana più interessante del momento

Cercate la loro “Maladie d’amour” su Spotify. Cliccate su play, chiudete gli occhi e lasciatevi trasportare dalle immagini del testo, dall’interpretazione del cantante (con un timbro soul da brividi) e dall’arrangiamento, che mischia jazz e musica classica. Bello, vero? Ora siete anche voi tra i fan dei Tamango, la band italiana più interessante del momento. Marcello Maida (voce), Federico Anello (pianoforte) e Alberto Tirelli (chitarra), ex compagni di liceo della provincia torinese, hanno fondato il loro gruppo nel 2018. All’inizio il progetto era un trio. Poi i Tamango sono diventati di più che una semplice band: un collettivo di artisti e musicisti che ad oggi conta quindici persone, di cui i tre ragazzi rimangono però il volto. Il loro primo singolo, “Malmesso”, è uscito nel 2020. Ma la popolarità ha cominciato a crescere a dismisura quando negli scorsi mesi su Instagram è diventato virale un reel estratto da un concerto in un club torinese: il video - quello integrale è su YouTube e lo trovate più sotto - ritraeva la band suonare alcuni pezzi al centro del parterre del locale, con i fan in cerchio intorno ai musicisti. Suonano da Dio. E la loro musica - almeno, quella che si sono decisi a far ascoltare finora - contiene tutta la freschezza che hanno le cose belle quando stanno per nascere.
Tra i fan della prima ora ci sono Cesare Cremonini, Malika Ayane e Vasco Brondi. Innamorati anche loro dello stile e dell’immaginario dei Tamango, che prendono il loro nome da un cocktail nato proprio a Torino. Per alcuni questo drink è “la risposta italiana all’assenzio”. Se ne è occupata anche la Bbc, che lo ha definito “un drink stupefacente”. È realizzato con un mix di piante, radici africane, infusi e alcol: una miscela che suscita “un senso di euforia e un desiderio di ballare”. A sua volta, però, il nome del cocktail è stato preso in prestito dal protagonista di un racconto dello scrittore francese Prosper Mérimée pubblicato nel 1829, storia di un guerriero di origini senegalesi che viveva in stato di schiavitù e che ad un certo punto si è ribellato al suo padrone.
Oggi contano 116 mila ascoltatori mensili su Spotify. Quella dei Tamango è stata una crescita organica: hanno deciso di fare le cose con calma, senza bruciare le tappe, singolo dopo singolo e tassello dopo tassello. Svelando sempre una sfaccettatura nuova del loro progetto, rivelandosi poliedrici e versatili. Nel 2021 hanno pubblicato l’Ep “Come fossero carezze”, che raccoglieva i brani “Pueblo”, “Il cielo sopra Berlino” (il loro brano più popolare su Spotify, con 4,2 milioni di streams), “Platani”, “Lucciola” e la stessa “Maladie d’amour”. Poi sono arrivati altri singoli: “Baby Moon”, “Oh!”, “Rosso così”, “Nura”, questi ultimi tre raccolti in un mini-Ep, “Sirene e pirati”, uscito nel 2022. Cantautorato, elettronica, acustica, jazz, soul: suonano di tutto e sanno fare bene tutto.
“A noi ci piace la maionese, il sesso e il rock’n’roll. A noi non ci piace il verbo funzionare, la cocaina e la Juventus”, scrivono loro sui social, presentandosi. I riferimenti al mondo del calcio tornano anche nel video del loro ultimo singolo, “Cani”, uscito quest’estate, che non è esattamente un omaggio a Niccolò Contessa. Su YouTube hanno pubblicato un irresistibile videoclip: “Il benessere di una squadra si misura sull’umore dei panchinari. Quando le cose non funzionano e le scelte tattiche del mister diventano incomprensibili, la fiamma della rivoluzione civile si accende negli esclusi dalla formazione titolare. Si guardino le spalle i presidenti mafiosi, i mister raccomandati e i bomber da quattro soldi, assenti agli allenamenti ma titolari indiscutibili la domenica, quando la meritocrazia viene uccisa la pace non può esistere. Come dimenticare ciò che accadde nella stagione calcistica dell’anno del cane alla Banditi F.C. quando Marcello Maida, conosciuto come il fabbro di centrocampo, indispettito dalle scelte del mister che continuava a farlo sedere in panchina nonostante il suo talento fuoriclasse, decise di alimentare gli animi della rivolta dei compagni panchinari. Giurò su ciò che aveva di più caro, il paio di Magrini fatte su misura, che li avrebbe condotti a fare un golpe durante la mitica finale di Coppa Piemonte contro il Cambiano. La celebre fotografia ritrae i momenti precedenti alla maxi rissa che il Corriere di Chieri titolerà ‘Disastro allo Stadio De Paoli’: una domenica di sangue, partita sospesa e squalifica a 257 giornate per la panchina della Banditi F.C.”.