Luca Carboni: "Disegno la mia musica, ma non solo quella"
Alla vigilia dell’apertura, si è tenuta oggi la conferenza stampa di inaugurazione della mostra di Luca Carboni “Rio Ari O. Luca Carboni 40 anni tra musica e arte”, con cui l’artista celebra la propria attività di cantautore e disegnatore e pittore. L’una è ben nota, l’altra è rimasta privata per tutto questo tempo. La mostra aprirà domani 22 novembre al Museo Internazionale e Biblioteca della Musica di Bologna e chiuderà il 9 febbraio 2025.
E’ un ritorno che apre un nuovo canale di comunicazione con il pubblico, quello di Luca Carboni, che recentemente, in un’intervista al “Corriere della Sera”, aveva spiegato il motivo di una pausa lunga due anni: un tumore al polmone diagnosticato a marzo 2022. «Ora ho tanta voglia di ritrovarmi in mezzo alle persone» aveva aggiunto. E stavolta, invece che ripartendo da un album e un tour, lo fa attraverso questa mostra e i suoi quadri, tra le altre cose che vi si potranno apprezzare.
«C’era l’idea di questa mostra» - spiega Carboni - «nata da un incontro con Luca Lazzaris di Elastica, che l’ha prodotta, dopo quella che sapete che è stata un po’ la mia vicissitudine complessa, di una malattia che fortunatamente si è risolta; io avevo già nel cassetto da un po’ di tempo l’idea di cominciare a svelare sempre di più questa parte della pittura che è rimasta un po’ più nascosta, per poterla vivere liberamente senza ansie da prestazione. Era un mio diario personale, il fatto di disegnare».
Ma il concetto iniziale, continua nel suo intervento Carboni, era di raccontare il vissuto più recente attraverso i quadri degli ultimi anni:
«Perché è quello che ti rappresenta di più, che senti in questo momento. Invece poi Luca Beatrice, il curatore dell’esposizione, ha fatto venir fuori l’idea di celebrare tutti i miei quarant’anni di musica, di creare un percorso di tutto quello che è stato il mio viaggio in questa arte parallela nata proprio insieme al mio primo album, perché poi ci fu il boom del video musicale che portava ad avere attenzione sul racconto visivo legato alle canzoni».
Grazie a questo progetto, Carboni dice di aver riscoperto la propria storia, e anche nel titolo ha voluto fare un viaggio nel passato:
«Ciò che molti non hanno capito di questo titolo, “Rio Ari O”, è che semplicemente quando si cercava il titolo di questa mostra e parlavamo dell’84 pensavo: qual è la prima cosa che la gente ha sentito della mia voce? Prendendo il primo album, mettendo sopra la puntina, parte “Rio Ari O” prima ancora della frase “Ci stiamo sbagliando, ragazzi”; questo gioco era iniziato con Lucio (Dalla) mentre suonavamo in studio, mentre nasceva questa canzone, e mi piace che possa essere un simbolo perché anche visivamente ha una sua armonia, un suo impatto».
“…intanto Dustin Hoffman non sbaglia un film” è il titolo dell’album d’esordio, in cui è contenuto il brano sopracitato, “Ci stiamo sbagliando”, uscito appunto quarant’anni fa nel 1984, e da allora la carriera dell’artista bolognese ha camminato parallelamente con il gusto per l’arte visiva.
«Così cominciai a disegnare d’istinto delle tavole sulla canzone “Ci stiamo sbagliando” per farle vedere al regista. Questo mi illuminò e mi diede voglia di approfondirlo e portarlo avanti. Ho cominciato disegnando la mia musica, i testi delle mie canzoni, e poi ho scoperto, verso il 2000, una pittura più autonoma. Ci sono stati momenti in cui mi sono svelato, usando ad esempio i miei disegni per qualche copertina dei miei album, ma tutto il mio percorso in realtà è qua per la prima volta in questa mostra e credo che dia uno strumento per conoscere un mondo che comunque c’è dietro, credo, qualunque artista».
Luca Carboni riparte così dalla sua città, Bologna, perché è sempre protagonista nelle sue espressioni artistiche:
«Credo che il posto dove nasci, dove vivi, diventi una parte della tua personalità; avendo l’opportunità di fare cose che comunicano, mi è venuto sempre istintivo poter raccontare questa parte di me imprescindibile, e Bologna c’è ancora di più dentro la mia pittura».