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I Beatles e i Rolling Stones possono davvero ambire al Grammy?

Per trovare le risposte basta dare un'occhiata al toto-vincitori: appuntamento al 2 febbraio.
I Beatles e i Rolling Stones possono davvero ambire al Grammy?

Ma i Beatles e i Rolling Stones possono davvero ambire ai Grammy Awards ai quali sono candidati? È quello che sperano i fan dei Fab4, quelli dei “rivali” di una vita e, più in generale, gli amanti del rock classico. La presenza degli ultraottantenni del rock tra i candidati agli “Oscar della musica” (qui l'elenco completo), i premi più ambiti della discografia mondiale, ha catturato l’attenzione mediatica, finendo quasi per rubare la scena a Beyoncé, che con le undici nomination ottenute ha portato il totale della sua carriera alla cifra record di 99.

Il quartetto di Liverpool - o ciò che ne rimane - è in lizza come “Record of the Year” e “Best Rock Performance” con “Now and then”, il brano tirato fuori dal cassetto da Paul McCartney e Ringo Starr lo scorso anno: la canzone fu originariamente composta da John Lennon prima di morire, nel 1977,  rielaborata nel 1995 con parti di chitarra da George Harrison e poi ultimata nel 2022 con il basso di McCartney e la batteria di Starr. Era dal 1971 che i Beatles non ottenevano una candidatura come "Record of the Year", tra le categorie principali dei Grammy Awards: l'ultima volta fu con "Let it be", che non vinse nemmeno il premio, assegnato quell'anno a "Bridge over troubled water" di Simon & Garfunkel. I Rolling Stones, invece, sono candidati come "Best Rock Album" con il loro ultimo disco di inediti "Hackney diamonds”.

L’annuncio delle candidature da parte degli organizzatori ha fatto partire subito il toto-vincitori. Per scoprire chi si aggiudicherà le prestigiose statuette bisognerà attendere il prossimo 2 febbraio, quando la Crypto.com Arena di Los Angeles ospiterà l’attesissima cerimonia di consegna. Gli scommettitori oltreoceano si scatenano. Per i fan dei Beatles le notizie non sono buone. Già, perché stando alle quote dei bookmakers i Beatles sono decisamente sfavoriti nella categoria “Record of the Year”, il premio principale al quale ambiscono: sono ultimi nella classifica dei pronostici, dietro a “Texas hold ‘em” di Beyoncé, a “Fortnight” di Taylor Swift e Post Malone, “360” di Charli XCX, “Birds of a feather” di Billie Eilish, “Not like us” di Kendrick Lamar, “Espresso” di Sabrina Carpenter e “Good luck, babe!” di Chappell Roan. Quelli degli Stones, invece, possono sperare. A supportare la vittoria di Mick Jagger e soci si sono mobilitate diverse testate internazionali, a partire dall’edizione statunitense di Rolling Stone, che ha sostenuto come il premio debba andare al loro “Hackney diamonds”. Per farcela, però, la band dovrà battere la concorrenza dei Black Crowes e il loro "Happines bastards", dei Fontaines D.C. e il loro "Romance", dei Green Day con "Saviors", degli Idles con "Tangk", di Jack White con "No name" e dei Pearl Jam con "Dark matter". L'ultima volta che la band britannica ottenne una candidatura per lo stesso premio fu nel 2006 con "A bigger bang", mentre nel 2018 vinsero con "Blue & lonesome" la statuetta come "Best Traditional Blues Album”.

Beyoncé è la favorita non solo sulla carta, con undici nomination ottenute contro le sette di Billie Eilish, Charli XCX, Kendrick Lamar e Post Malone e le sei di Taylor Swift. Con la sua “Texas hold ‘em” può trionfare, oltre che nella categoria “Record of the Year”, anche come “Song of the Year”: i pronostici la danno in vantaggio rispetto a “Birds of a feather” di Billie Eilish, “Fortnight” di Taylor Swift e Jack White, “Good luck, babe!” di Chappell Roan, “Please please please” di Sabrina Carpenter, “Die with a smile” di Lady Gaga e Bruno Mars, “A bar song (Tipsy)” di Shaboozey e “Not like us” di Kendrick Lamar. Il premio come “Best New Artist” potrebbe invece andare a Sabrina Carpenter, favorita rispetto a Chappell Roan e Raye.

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