Lo show di Ghemon, tra vita vera, musica e stand-up comedy

È partita come “Una Cosetta Così” ed è arrivato a quota 74 repliche in giro per l’Italia, con la data di chiusura al Teatro degli Arcimboldi di Milano: ieri sera, 8 novembre, Ghemon ha chiuso il tour dello spettacolo che ha debuttato un anno e mezzo fa. Una chiusura in bellezza per un capitolo inaspettatto della sua carriera, con un pubblico attento, numeroso e soprattutto curioso: perché come si usa nel mondo della stand-up comedy, si arriva senza sapere cosa succederà. Non si usano i telefoni e men che meno si fanno video: non si possono bruciare le battute. È il percorso inverso alla musica, dove si fanno i dischi per farli ascoltare, e dopo viene il live: qui ogni spettacolo è una prima volta, c’è un pubblico nuovo con cui fare i conti. Come ha raccontato a Rockol, “il piacere della sorpresa non va dimenticato”.
E possiamo confermare. In un’epoca in cui siamo sommersi di contenuti, anticipazioni, spoiler, andare allo spettacolo di un artista senza avere idea di quello che succederà, è un’esperienza insolita e piacevole, che tiene alta la soglia d’attenzione per tutta la sua durata, un’ora e mezza abbondante.
Apre Carmine Del Grosso, standup comedian che è anche co-autore dello show. Scalda il palco e ci prepara con battute sulle febbri maschili, su Nolo (ovvero "North of Loreto", quartiere di tendenza milanese) e i suoi abitantibizzarri-creativi-hipster .
Poi parte lo show: Ghemon è accompagnato dalla sua band. Si alternano momenti di pura stand-up a canzoni inedite che riflettono il mood del racconto. Ghemon racconta della sua famiglia, della fidanzata, la vita di coppia, il rap, la carriera, Sanremo, la salute mentale, la passione per la corsa. Racconti che ci avvicinano alla persona che c’è dentro, non dietro, al cantante e che ci fanno affezionare al bambino che passa le sue intere giornate con le cuffie alle orecchie; a Giulia, la fidanzata vegana e ai genitori che con le loro aspettative pesanti sono un po’ i genitori di tutti noi. Ci leghiamo a lui che corre a New York, a Londra o al parco Sempione con Ciro che suda e non risponde, impariamo a volere bene al suo cane umanizzato Tonino.
Ghemon racconta di se stesso e racconta di noi: ognuno può ritrovarsi in almeno una delle sue battute. Fa ridere, tanto, ma fa altrettanto riflettere e a volte commuovere. Perché, come dice lui, quando riesci a ironizzare sulle cose brutte, è perché la ferita si è cicatrizzata. E perché parlare di determinati temi, come la depressione, può far sentire meno solo chi ci sta passando.
C’è un concetto che mi ha colpito: il rap non è solo musica, ma una visione. Ghemon è cresciuto in un’epoca in cui il rap in Italia quasi non esisteva, e soprattutto non esisteva ad Avellino. Ma il rap nessuno te lo deve insegnare, nessun adulto, nessuna scuola di musica, il rap è creatività, è divieto di copiare, è esprimere unicamente se stessi.
Tutto ciò ritorna in ogni cosa che Ghemon ha fatto nella sua carriera, la sua voglia di sperimentare, di esprimersi in forme d’arte diverse, fuori dalle mode. A volte, ci ricorda lui, anche troppo: fare dischi rap prima che il rap scalasse le classifiche, produrre un podcast prima del boom, parlare di depressione prima che la salute mentale riempisse le pagine dei giornali.
Anche in questo caso, con “Una Cosetta Così” è riuscito a costruire qualcosa a sua misura, che forse ha delle influenze e delle analogie (Gaber non viene nominato a sproposito), ma sicuramente non ha paragoni. Non è un concerto teatrale, non è teatro-canzone, non è standup comedy all’americana. È Ghemon.
C'era un embargo, una richiesta di evitare spoiler sui contenuti, ma non vale per questa serata conclusiva. Ma abbiamo deciso di limitare comunque le citazioni, perché questo spettacolo potrebbe avere altre strade (una sicuramente, ovvero quella del comedy album, ci ha detto Ghemon).
Lo spettacolo si conclude con “POV”, il nuovo singolo di Ghemon uscito venerdì 25 ottobre, un brano che lo riporta al rap e al suo bisogno di verità, dove ad emergere è la necessità di reinventarsi che ha vissuto l’artista. Prima del ritorno sul palco per una sorta di bis (“ma nella stand-up non ci sono i bis!”. Un ultimo sketch in cui mescola le sue canzoni più famose ("Temporale"/"Rose viola"/"Momento perfetto") riprendendone solo una frase alla volta, poi un ultimo brano inedito.Il pubblico applaude forte, molti si alzano in piedi.
“Una Cosetta Così” ha fatto strada: non sappiamo se sia solo una parentesi oppure l’inizio di qualcosa di nuovo, ma siamo pronti a farci stupire da qualunque cosa Ghemon si inventerà in futuro.