Emis Killa: EM15 è stato il Festivalbar del rap italiano

Se il rap è il nuovo pop italiano, allora EM15, è stato il nuovo Festivalbar della scena. Definire così il concerto-evento, in programma alla Fiera Milano è una constatazione, non una critica, anzi: al Festivalbar, dal 1964 al 2007, sono passati gli artisti che sfornavano le canzoni di maggior successo in quegli anni, restituendo, attraverso una lente popolare, una fotografia della musica italiana durante l’estate.
Il ruolo di Emis Killa
Un vero kolossal musicale e produttivo con 43 pezzi: Massimo Pericolo, uno tra i 16 ospiti dell’evento, ha giustamente ricordato come Emis Killa sia stato uno di quegli artisti che “ha fatto sì che il rap arrivasse a tutti”, elogiando la grande e indiscutibile capacità della voce di Vimercate di far dialogare barre e melodie pop, arrivando al pubblico mainstream. Emis lo ha fatto attraverso una carriera lunga quindici anni, partendo dal freestyle e dai graffiti, un mondo rievocato anche alla Fiera attraverso delle battle e con la realizzazione di opere a colpi di bomboletta in alcuni spazi ad hoc dell’area. Un bellissimo tributo alla cultura hip hop di cui Emis è sempre stato realmente e sinceramente innamorato, come ha dimostrato anche in questa occasione. Una carriera, dicevamo, che, proprio con questo mega evento, si sarebbe dovuta celebrare, ma che in più momenti è sembrata rimanere in secondo piano. Ed è qui che iniziano i punti che non hanno funzionato di EM15.
Tutto troppo
Troppi ospiti, troppi stili diversi, troppe canzoni slegate tra loro, poche le chicche dai dischi più vecchi nella setlist. Se si guarda al concerto come a una sorta di mega festa della scena urban italiana allora va bene tutto, ma se l’obiettivo doveva essere accendere le luci sui quindici anni di storia di Emis Killa, il discorso cambia. È proprio la struttura dello show a suggerire, sin da subito, un risultato diverso da quello che ci si poteva prefigurare: gli ospiti che arrivano sul palco con Emis non solo duettano con lui, ma fanno anche pezzi del proprio repertorio chiamando a loro volta altri ospiti. Un gioco di matrioske a volte straniante. E alcune di queste canzoni, questo è un aspetto importante, non sono state scritte con Emis, sono proprio slegate dal suo percorso, tanto che il “padrone di casa”, mentre gli altri rappano, in alcuni frangenti esce perfino di scena.
In molte occasioni è proprio il rapper di Vimercate a svelare di aver scelto quel determinato pezzo dell’artista, chiedendogli di portarlo sul palco. Emis ha fatto da direttore artistico. Durante la serata si passa da Paky e Kid Yugi a Fedez, da J-Ax a Capo Plaza, da Villabanks e Niky Savage a Jake La Furia, da Geolier a Massimo Pericolo (insieme hanno presentato l’inedito “Nino Nino”), per citarne alcuni, il tutto intervallato da brani di Emis KIlla: un veloce tornado di modi di rappare e di fare musica differenti che non aiuta la fruizione dell’evento. Inoltre va detto che non tutti i compagni di viaggio di Emis, sul fronte live, sono stati all’altezza del festeggiato e di alcuni degli invitati.
25mila persone
Tutti i big della serata (Salmo alla fine non ha partecipato per problemi di salute) e non solo, sono stati annunciati nelle settimane prima di EM15, proprio come fosse il cartellone di un festival. La tendenza a infarcire di ospiti i live urban (e in un prossimo futuro non solo quelli) per rendere più appetibile e forte un evento, e ovviamente per sbigliettare di più (alla Fiera 25mila spettatori dichiarati), è una macchina lanciata a grande velocità da tempo. Ma siamo certi che la pista da gara sia quella giusta? L’anno scorso, quando ci fu la prima data del Marrageddon, scrivemmo convintamente che il festival di Marracash avrebbe creato “un prima e un dopo”. E così è stato. La corsa di molti colleghi a voler “replicare” il format, in alcuni casi con delle variazioni, è in atto da parecchio. Il Marrageddon, però, era strutturato come un festival e raggiugeva l’apice con la performance solista di Marracash.
Effetto "uno vale uno"
In EM15 gli ospiti, che entrano ed escono di continuo in un gioco di porte girevoli, hanno i “loro” momenti non prima di Emis Killa, ma dentro lo show stesso di Emis Killa. Questo, paradossalmente, crea anche l’effetto “uno vale uno”, ovvero che ogni invitato ha lo stesso peso, non ce n’è all’apparenza uno più speciale o importante dell’altro, ma sappiamo tutti che non è così. Emis, dal cuore, dice: “Voglio che tutti gli artisti su questo palco si sentano a casa”. Il finale, con “Fuoco e benzina”, “Maracanã” e “Parole di ghiaccio”, un classico non solo del rap, è, finalmente, un momento Emis Killa al 100%. Resta la sensazione che lo show avrebbe potuto essere più così, come questa ultima intensa parte, e meno una lunga parata di nomi. Lo avrebbero meritato in primis Emis Killa e la sua storia.
Scaletta:
01 Intro + Dal basso + butterfly (con Simba La Rue)
02 Linda
03 2 Principi (con Neima Ezza)
04 Casa - Neima Ezza
05 Scordarmi chi ero + Soli
06 A cena dai tuoi (con J Ax)
07 Domani smetto - J Ax
08 Imputati (con Rhove)
09 Pelè - Rhove
10 Alè - Rhove (con Capo Plaza)
11 Giovane fuoriclasse - Capo Plaza
12 Serio (con Capo Plaza)
13 Cult
14 Il Doc 4 (con Villabanks, Niky Savage e Ernia)
15 No ex - Niky Savage (con Paky)
16 Auto Tedesca - Paky
17 Bandito (con Paky)
18 Su di lei + Rollercoaster
19 Grammelot - Kid Yugi
20 Lilith - Kid Yugi
21 La mia malattia + Quella foto di noi due
22 Vampiri
23 Sexy shop (con Fedez)
24 Como te (con Geolier)
25 El pibe de oro - Geolier
26 No Cap (con Jake La Furia e Geolier)
27 Malandrino (con Jake La Furia)
28 Toro loco (con Jake La Furia)
29 L’ultima volta (con Massimo Pericolo e Jake La Furia)
30 Nino Nino (con Massimo Pericolo)
31 7 miliardi – Massimo Pericolo
32 Money love (con Massimo Pericolo)
33 Senz’anima (con Lazza)
34 Morto di fame (con Lazza)
35 Lazza – Molotov
36 Lazza - Piove (con Sfera Ebbasta)
37 G63 - Sfera Ebbasta (con Lazza)
38 VDLC - Sfera Ebbasta
39 Visiera a becco - Sfera Ebbasta
40 On fire (con Sfera Ebbasta)
41 Fuoco e benzina
42 Maracanã
43 Parole di ghiaccio