Wu-Tang Clan: continua la saga del loro album in copia unica

Quella di "Once Upon A Time In Shaolin”, l’album del 2015 realizzato in una unica copia da Wu-Tang Clan, è una storia lunga, piena di colpi di scena e di implicazioni legali.
Nel 2015 il collettivo hip hop newyorkese produsse un album, appunto "Once Upon A Time In Shaolin", in una unica e preziosissima copia che fu venduta dal gruppo per una cifra intorno ai 2 milioni di dollari al discusso imprenditore farmaceutico Martin Shkreli.
Quest’ultimo, nato in America ma di origine serbo albanesi, poco dopo essere entrato in possesso del disco fu indagato e arrestato con l’accusa di truffa, perché, secondo le indagini, l’acquisto fu fatto distraendo fondi dalla sua azienda farmaceutica e da un fondo finanziario da lui gestito. Prima ancora però Martin Shkreli, che è un collezionista musicale ma soprattutto noto mediaticamente come l'"uomo più cattivo d'America", si era fatto notare per per aver deliberatamente scelto di innalzare il prezzo di un farmaco prodotto da una delle aziende di sua proprietà. Si tratta del Daraprim, usato nelle terapie antimalariche, contro la toxoplasmosi e nella cura di AIDS e di alcune forme tumorali, il cui prezzo era stato portato da 13 dollari e 50 a 750 dollari a confezione, per il solo scopo di aumentare gli utili.
Le accuse mosse all’imprenditore dopo l’acquisto dell’album portarono ad un acceso scambio di battute tra RZA, membro del collettivo e l’acquirente.
Ora “l’affaire” "Once Upon A Time In Shaolin" si arricchisce di un nuovo episodio
Martin Shkreli ha infatti infranto gli accordi alla base dell’acquisto del disco che prevedevano che l’album non potesse essere sfruttato commercialmente fino al 2103, ma che potesse essere ascoltato durante le feste. Nonostante le restrizioni, nel 2017 ha riprodotto spezzoni dell'album durante un livestream, ha poi tentato di vendere l'album su eBay e riprodotto illegalmente l'album a giugno.
Secondo quanto riportato dal sito ArtNet, un giudice, con sentenza del 23 agosto, ha ordinato a Skhreli di eliminare tutte le copie in suo possesso entro una settimana. La disposizione del Tribunale deriva dalla causa intentata dal collettivo di arte digitale PleasrDAO contro Shkreli per aver copiato e riprodotto l'album senza autorizzazione nel mese di giugno.
Il giudice Pamela Chen ha anche chiesto a Shkreli di fornire una dichiarazione giurata che confermi la sua rinuncia, insieme a un inventario di tutte le copie che ha fatto, a chi le ha distribuite e agli eventuali profitti ottenuti dalla distribuzione. A Shkreli è stato ordinato di consegnare l'inventario al giudice entro 30 giorni.
Nel 2021 si era parlato di una possibile ri-vendita dell’album per permettere a Martin Shkreli di coprire l’ammenda del tribunale per la frode. Sebbene la vendita non sia mai stata completata, Shkreli è stato costretto a consegnare l'album in seguito alla sua condanna quando un tribunale federale ha sequestrato beni per un valore di 7,4 milioni di dollari (5,8 milioni di sterline). L'album è ora nelle mani del collettivo di arte digitale PleasrDAO.