“Chrissie Hynde è la più grande cantante rock donna di sempre”

“Chrissie Hynde is the greatest female rock singer of all time”, “Chrissie Hynde è la più grande cantante rock donna di tutti i tempi”: a scriverlo, in un post condiviso sul proprio profilo X/Twitter ufficiale, è stato Flea dei Red Hot Chili Peppers. L’endorsement del sodale di Anthony Kiedis per la carismatica frontwoman dei Pretenders arriva dopo il suo elogio verso Paul McCartney come "il più grande bassista rock".
Chrissie Hynde is the greatest female rock singer of all time
— Flea (@flea333) August 12, 2024
Dopo quasi cinquant’anni di carriera, Chrissie Hynde è ancora una di quelle rare figure del rock capace di incarnarne l’essenza più autentica, preservando il suo status di icona femminile del genere: ribelle, appassionata e passionale, capace di padroneggiare quella giusta poetica malinconica. Nata nel 1951 ad Akron, Ohio, Chrissie ha sempre avuto il rock nel sangue, fin da quando, adolescente, si perdeva nelle note dei Rolling Stones e delle altre icone della British Invasion. Quel legame con l’Inghilterra si sarebbe poi rivelato fatale, non solo per la sua carriera, ma per il destino del rock al femminile stesso. "Ricordo molto bene il primo disco dei Rolling Stones che abbia mai visto e ascoltato", aveva raccontato sei anni fa la musicista ai microfoni del programma radiofonico "Ultimate Classic Rock Nights" ricordando come quell'episodio accaduto quando aveva circa 14 anni nel 1964 "cambiò ogni cosa" per lei: "Era un singolo ed era 'I just want to make love to you'. Credo che una stazione radio locale avesse semplicemente dato via alcuni singoli e che quello fosse stato scartato perché forse troppo audace per la natura del testo o qualcosa del genere, non lo so con sicurezza. Ma capii quel brano e ricordo bene che fissai la foto della copertina per ore e ore e ore. E questo, da quel periodo del rock, cambiò ogni cosa". Ripensando ai suoi primi passi nella musica, imparando prima a suonare l'ukulele baritono e poi la chitarra, Hynde aveva aggiunto: "Non pensavo davvero di poter entrare nel giro, essendo una ragazza. Ma mi piaceva".
Dopo aver frequentato per soli tre anni la scuola d'arte della Kent State University ed essersi unita per un periodo alla band dei Sat Sun Mat di Mark Mothersbaugh, poi membro dei Devo, con un biglietto di sola andata, nel 1973 Hynde si trasferì a Londra. Qui ebbe occasione di navigare il sottobosco musicale londinese, lavorando brevemente come giornalista per il New Musical Express e poi nel negozio di Vivienne Westwood e Malcolm McLaren, Sex, diventato poi il vero epicentro della cultura punk emergente del tempo.
Spostatasi successivamente in Francia prima di tornare brevemente a Cleveland, Chrissie Hynde fece poi ritorno a Londra, vivendo in prima persona l'esplosione del punk britannico e trovando in quel movimento una fonte inesauribile di ispirazione e affinità spirituale. Prima che il suo destino iniziasse a prendere la forma che tutti conoscono, Chrissie fece una serie di esperienze musicali e personali che la portarono a collaborare con diversi artisti - come Mick Jones dei Clash. Tuttavia, fu solo nel 1978, grazie all’incontro fortuito con il bassista Pete Farndon, che diede vita ai Pretenders insieme al chitarrista e tastierista James Honeyman-Scott e al batterista Martin Chambers.
Il primo singolo della band, "Brass in pocket", si rivelò un successo immediato poco dopo la sua uscita nel novembre del 1979, scalando le classifiche e consacrando Chrissie come una delle poche donne capaci di imporsi in un panorama dominato dagli uomini. Purtroppo, il successo dei Pretenders fu presto segnato dalla tragedia con la scomparsa prematura di Honeyman-Scott e Farndon nel 1982 e nel 1983.
Nonostante i periodi bui attraversati dalla band e i continui cambi di formazione, Chrissie non si è mai arresa, portando avanti il progetto con una feroce determinazione, diventando un simbolo di resilienza e integrità artistica, tanto da riuscire a sfornare nuovamente una hit come “I’ll stand by you” nel 1994.
Anche se la sua carriera è stata un susseguirsi di momenti alti e bassi, l’avventura di Hynde è sempre stata illuminata da collaborazioni memorabili, come quella con Frank Sinatra in "Luck be a lady” e con Cher, Neneh Cherry ed Eric Clapton nella cover di "Love can build a bridge”. Pur continuando a portare avanti i Pretenders, con cui nel 2005 è entrata a far parte della Rock and Roll Hall of Fame, nel 2014 Chrissie ha pubblicato il suo primo album in studio solista, “Stockholm”, seguito cinque anni più tardi da “Valve Bone Woe” e nel 2021 da una raccolta di cover di Bob Dylan intitolata “Standing in the doorway: Chrissie Hynde sings Bob Dylan”.
Sebbene il tempo passi, Chrissie Hynde non ha mai perso la sua grinta, continuando a calcare i palchi da solista e con i suoi Pretenders, con i quali ha pubblicato lo scorso album l'album "Relentless", o con altri artisti, mostrando la stessa energia degli inizi. Questa forza, per esempio, l’ha dimostrata anche come ospite al concerto tributo a Taylor Hawkins dei Foo Fighters nel 2022 allo stadio di Wembley a Londra (qui il nostro racconto), dove ha anche duettato con Paul McCartney sulle note di “Oh, darling!” dei Beatles.
Sir Paul McCartney, Chrissie Hynde y los Foo Fighters haciendo "Oh, Darling". #taylorhawkinstribute pic.twitter.com/3HNATTqUC1
— David Fernández (@eldeibik) September 3, 2022