Il Teatro degli Orrori: il disincanto “Dell’impero delle tenebre”
Nonostante l’ultimo album risalga a quasi dieci anni fa, l’omonimo disco uscito nel 2015, e la band abbia ufficialmente annunciato il proprio scioglimento da diverso tempo, nel mondo rock il nome Il Teatro degli Orrori fa ancora battere il cuore e vibrare la pelle. Quella di Piero Paolo Capovilla, Gionata Mirai, Giulio Ragno Favero e Francesco Valente, è stata una delle band più adrenaliniche e potenti della storia del rock italiano. “Dell’impero delle tenebre”, il loro primo vagito, è sicuramente uno dei dischi seminali di quel fermento dei primi anni 2000 che ha caratterizzato la scena indipendente. Tra urla viscerali, declamazioni alla Carmelo Bene e poesia, scomodando anche Céline e Baudelaire, il progetto ha segnato indelebilmente i suoni e il percorso artistico de Il Teatro degli Orrori.
L’album è stato pubblicato nell’aprile del 2007 da La Tempesta Dischi, distribuzione Venus. Overdrive Records, da poche settimane, ne ha annunciato una seconda uscita per la sua serie di ristampe giustamente intitolata “Ottime annate”. Può essere acquistato su musicassetta e in vinile in edizione nera, colorata e deluxe. Ogni copia in vinile è impreziosita da un’ incisione grafica sul lato D con la tracklist completa. Il tutto sarà pubblicato il 5 luglio, ma già dal 1° giugno è disponibile il pre-order. Il disco, ancora oggi, viene meritatamente presentato come un lavoro estremo, febbricitante, lirico e coraggioso: una vera e propria "opera rock" in undici atti. Di notevole impatto l'utilizzo elegante e allo stesso tempo potente della lingua italiana, poco incline allo stile di Capovilla, che fino a quel momento aveva sempre scritto e cantato in inglese con i One Dimensional Man. Anche il genere musicale adoperato, in un mix tra hardcore, noise-rock e cantautorato, rimane un unicum per il panorama di quel periodo storico.
Per quanto riguarda i temi trattati, il disco affronta con cinica amarezza e totale disincanto la perdita di identità e valori, la difficoltà di vivere in un mondo arido e privo di empatia (“L'impero delle tenebre”), ma non manca anche una ricerca di speranza e luce (“Vita mia”), come sembra raccontare anche l’eclissi immortalata sulla copertina. Nel mirino l'ipocrisia della guerra (“Carrarmatorock!”) e la religione, che però nella narrazione della formazione ha sempre mantenuto un elemento di pietas in contrapposizione al dilagare del consumismo. “La canzone di Tom”, uno dei brani più belli mai scritti dal gruppo, è dedicata a Tom Dreyer, amico di Capovilla morto in un incidente stradale. Ci sono inoltre vere e proprie elegie come “Lezione di musica” e “Compagna Teresa”, un brano sulla resistenza, sulla solitudine e sull’amore. “Dell’impero delle tenebre” è un disco manifesto, impregnato di inquietudine e vita. Un progetto coraggioso, senza filtri, che non invecchia.