La fine dei vent'anni secondo Michelangelo Vood

La fine dei vent'anni, verrebbe da dire, citando il titolo del disco che nel 2016 fece conoscere a tutti il talento di Motta. Qui a cantarla, però, non è il cantautore toscano, ma un suo collega. Michelangelo Vood, vero nome Michelangelo Paolino, nato ai piedi del Monte Vulture, nel cuore della Basilicata, pubblica l'album d'esordio "Non c'è più tempo". Il disco arriva a cinque anni dalla vittoria a Genova per Voi, il talent per autori, e a quattro anni dalla partecipazione di Vood a Dream Hit, il primo social talent italiano: era il 2020 quando il cantautore si presentò tra i concorrenti con "Campo minato", arrivando in finale e ricevendo il plauso dei giudici Carl Brave e M¥SS KETA che ne apprezzano le doti interpretative e di scrittura. "Tutti i giorni penso che io della vita non ci ho capito niente. Alla mia età i miei genitori avevano già una casa, un lavoro stabile e due figli, io invece sto a Milano in affitto con altre 3 persone, ho un lavoro precario e a malapena potrei prendermi cura di un cane, figurati di un figlio. Nella testa sento un orologio che non si ferma mai, mi dice che non c’è più tempo, che devo muovermi se non voglio rimanere un fallito per tutta la vita. E io mi muovo, ma non so dove sto andando. Paura, amore, futuro, solitudine, sacrifici, rassegnazione, speranza, metropoli, genitori, amicizie, provincia, delusione, fame, treni, scelte, dipendenze, fallimenti, insonnia, verità. Ho messo tutto questo nel mio primo disco", dice, a proposito del disco, che esce per Carosello, la stessa etichetta che in questi anni ha lanciato e reso fenomeni pop i vari Thegiornalisti, Levante, Diodato, Coez.
Il disco contiene anche i singoli "Scemo", "Due morsi" e "2000 anni", con i quali in questi mesi Michelangelo Vood ha provato a ritaglarsi un posto tutto suo tra le voci del nuovo cantautorato italiano. Il tour legato al disco è partito il 10 maggio dal Formigine Party Village di Casinalbo, in provincia di Modena, e andrà avanti per tutta l'estate: prossima tappa, il Fringemi Festival in programma il 4 giugno a Milano.
"Qualche giorno fa ho deciso di far ascoltare il disco in anteprima ad alcuni dei miei alunni. È stato un pomeriggio molto emozionante che mi porterò dentro a lungo. Per chi non lo sapesse insegno italiano e storia a questi ragazzi (ci provo). Tra poco faranno la maturità e verranno catapultati nel mondo dei “grandi”, loro non vedono l’ora. Anche se ora non ci pensano, in realtà tante delle paure e ansie che provano sono lo stesse che sentiamo noi…forse è proprio vero che “grandi” non si diventa mai", racconta lui.