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Tornano i Finley con un nuovo album: "Un incontro generazionale"

La band presenta “Pogo mixtape vol. 1", un album di 14 collaborazioni: l'intervista
Tornano i Finley con un nuovo album: "Un incontro generazionale"
Credits: Simone Paccini

Mi fai godere di più del ritorno dei Blink”. Per i Finley i pianeti si sono riallineati con il ritorno dello storico trio di “Enema of the state”, e l’incontro con Naska. Pochi mesi dopo il singolo che - in pieno revival del pop-punk - ha rivisto insieme Mark Hoppus e Travis Barker con Tom DeLonge, a febbraio del 2023 la formazione originaria di Legnano ha pubblicato il brano “Porno” in collaborazione con il cantautore marchigiano. Quell’incontro è stato la scintilla da cui è nata poi l’idea di un nuovo album in studio dei Finley. Il disco, intitolato “Pogo mixtape vol. 1”, esce oggi, 17 maggio, e include quattordici brani realizzati con altrettanti ospiti di generi e generazioni diverse. 

Il ritorno dei Finley

Per la band, che scoprì il successo nella seconda metà dei Duemila grazie a canzoni come "Tutto è possibile” e "Diventerai una star”, il nuovo “Pogo mixtape vol. 1” è il primo progetto discografico in sette anni dopo il precedente “Armstrong”. 
Portati alla ribalta da Claudio Cecchetto, e diventati gli idoli del pubblico adolescente di Mtv del tempo, i Finley approdarono poi a Sanremo nel 2008, arrivando quinti tra i “Big” con “Ricordi”. Da allora il gruppo non ha mai arrestato la sua corsa. Ha preso decisioni, ha affrontato cambiamenti e ha visto spegnersi i riflettori del grande pubblico, ma non ha mai rinunciato a cercare la propria collocazione sul palcoscenico. Ora, mentre non sono più una band di ragazzini ma di adulti e padri di famiglia, i Finley cercando di “riproporre il suono e le atmosfere della West Coast, quell’entusiasmo e senso di festa che trasmette quella determinata scena musicale”, racconta la voce del gruppo a un certo punto della chiacchierata con Rockol. 

Cosa significa essere una giovane band con dei successi appiccicati addosso, fare poi un proprio percorso e tornare con un nuovo album dopo sette anni? “Per riproporsi in un certo modo è importante sopravvivere e non morire, perché poi se dopo non hai le possibilità di farti vedere in altro modo diventa complicato”, spiega la band nell’intervista: “Il tempo non è solamente una condanna ma è anche una possibilità. Noi una grandissima possibilità l'abbiamo avuto una volta e piano piano, avanzando centimetro di centimetro, portando i nostri concetti, ripartendo dal piccolo club, aggiungendo una fila, un'altra fila, un'altra fila di persone riportandoci in club più grande, adesso addirittura arriviamo fino al Forum di Assago, dove non abbiamo mai suonato prima da main act”. E ancora:

“È frutto di un lavoro, di una solidità, di una idea che era quella di trovare la nostra collocazione sul palco, di formarci bene come musicisti, come band, coesa soprattutto sul palcoscenico. Così non potevamo essere nel 2006, eravamo veramente tanto giovani, forse avevamo delle nostre skills, ma non eravamo ancora completamente pronti”.

Pogo mixtape vol. 1

Da J-Ax, al già citato Naska, passando per Rose Villain, i Dari, Divi dei Ministri, poi Walls, Bambole Di Pezza, Ludwig, Punkreas, Fast Animals and Slow Kids, Benji, gli spagnoli La La Love You, Sethu e Fasma. Sono quattordici gli artisti con cui i Finley sono finiti a condividere lo studio di registrazione per “Pogo mixtape vol. 1”. “Più che un disco, è un viaggio partito da lontanissimo. È una strada che ha incrociato quella di tanti di artisti che stimiamo, di cui avevamo il poster in cameretta, di artisti che sono cresciuti con il nostro poster in cameretta”, spiega la voce del gruppo a Rockol:

È un bell’incontro generazionale, di sensazioni e di generi diversi. Ed è stato bellissimo, non tanto chiuderci in studio come di solito si dice che fanno le band durante le registrazioni dei dischi, ma lasciare la porta aperta e fare entrare nel nostro mondo tante band e tanti progetti vari”.

A lui fa eco Ka, spiegando la scelta del titolo del disco: “Alla fine si è creata una mischia incredibile di persone che sgomitano ballando e vibrando insieme sulla stessa onda. Ed è bello perché ci siamo trovati più simili di quello che pensavamo”.

L’idea di realizzare un album di collaborazioni ha preso piede grazie al singolo con Naska, portando i Finley a non bloccare il desiderio di entrare in contatto con altre realtà e scoprire tendenze anche distanti. In quasi due anni di lavoro, spiega il gruppo, “più si realizzavano brani e collaborazioni, e più ha preso corpo l’idea di fare un album completamente di featuring”. 

Le sonorità di “Pogo mixtape vol. 1” sembrano rifarsi più ai suoni ruffiani dai ritmi frenetici del pop-punk californiano degli anni Duemila (sono due le canzoni del disco con citazioni dirette nel testo ai Blink-182), che a dirigersi verso qualcosa di più pop come fatto dalla band nel precedente decennio. Per trovare la direzione sonora del nuovo album Pedro, Ka, Dani e Ivan - il cantante Marco Pedretti, il chitarrista Carmine Ruggiero, il bassista Ivan Moro (subentrato a Stefano Mantegazza) e il batterista Danilo Calvio - hanno affidato la produzione artistica a Daniele Brian Autore, leader dei Vanilla Sky. “Loro sono una band con cui siamo cresciuti. Abbiamo condiviso tante volte il palco insieme a loro”, raccontano i Finley: “Daniele ha sempre mostrato grandissima abilità nelle produzioni che ha curato per la sua band”. E ancora: “Sicuramente i riferimenti sono quelli alla California, ma non solo, perché in tutti questi anni abbiamo ascoltato e masticato così tanta musica che in qualche modo ha influenzato le nostre composizioni. Non c’è solo pop punk, per quanto la festa e il divertimento siano predominanti nel disco, ma ci sono anche altre sfaccettature”.

Per descrivere l’immaginario del pop punk per la band, Pedro spiega: “Il nostro riferimento da sempre del pop punk era stata la West Coast, la California, dai più scanzonati NOFX che han sempre messo dell’ironia oltre che a tematiche politiche, fino agli scanzonatissimi Blink-182, che quando eravamo agli inizi parlavano di adolescenza come la abbiamo trattata anche noi a nostro modo”.

Il Forum di Assago e il futuro (Ci sarà un “Pogo mixtape vol. 2”? Sanremo?)

L’altra prossima grande data che i Finley hanno già segnato in calendario per quest’anno dopo “Pogo mixtape vol. 1” è quella del concerto al Forum di Assago del prossimo 16 ottobre. “Sarà una festa,  sia per noi che per tutti quelli che ci saranno”, narra la band: “Quindi sicuramente un tuffo nel passato ma con un occhio verso il futuro, perché continua a rimbombarci questa cosa nella testa: ‘È solo l’inizio’. ‘Volume 1’ lascia vedere il futuro e questo Forum deve lasciar vedere quello che succederà dopo: ‘È solo l’inizio’”. 

Alla domanda se l’indicazione “Vol. 1” nel titolo può quindi suggerire che il disco è il primo capitolo di un progetto più ampio, il gruppo spiega: “Questo progetto ci ha totalmente coinvolto, rapito, ci ha fatto innamorare, ci ha fatto odiare, è stata un'esperienza totalizzante a cui vorremmo dare seguito”, afferma il gruppo alla domanda se l’indicazione “Vol. 1” nel titolo può suggerire che il disco è il primo capitolo di un progetto più ampio: “Nella nostra testa, ovviamente, ci saranno altri passaggi in un progetto di questo tipo, però capiremo poi quando, come perché. Intanto ci inizieremo a godere questo e a portarlo live”. La band aggiunge: “Può anche essere un modo per lasciare la porta aperta, sia al pensiero che ci sarà un volume 2, ma anche per gli artisti: che sappiano che c'è la porta aperta”.

Dopo un disco di quattordici ospiti, c’è ancora una collaborazione dei sogni da realizzare per i Finley? “La Pausini non poteva, le avevamo scritto, ma non poteva. Però lascio la porta aperta, sarebbe figo vedere la Pausini punk”, scherza quindi Ka, a cui fa eco Pedro con tono più concentrato: “Sono tanti gli artisti che ci piacerebbe coinvolgere. Dai più impossibili come Vasco Rossi, che sarebbe un sogno”. Unanimemente, la band concorda: “L’identikit che cerchiamo e che abbiamo ricercato in questo disco è abbastanza chiaro. Non è punk, per quanto riguarda il genere musicale, ma per attitudine. Quindi il punk lo ritrovi in Achille Lauro, lo ritrovi in Gianna Nannini, lo ritrovi in Salmo. Le contaminazioni fanno bene quando c'è un codice che ci può avvicinare. E lo ritroviamo in tanti artisti italiani”.

“Quando fate un album nuovo? Finley che significa? Rifareste mai Sanremo? F.A.Q., F.A.Q., F.A.Q.!”, recita un passaggio di un brano di “Pogo mixtape vol. 1”, intitolato “F.A.Q.” (che suona come un “fuck”) e realizzato insieme a Divi dei Ministri. Nel pezzo, vengono messe in fila una serie di domande a cui la band si aspetta di dover dare risposta in concomitanza con il suo ritorno sulle scene discografiche. Mentre conferma che il nome della band è preso dal cognome del giocatore dell'NBA Michael Finley, a proposito del ricordo di Sanremo 2008 il gruppo risponde: “Quando siamo andati noi a Sanremo era il 2008 e il Festival non era la Champions League della musica pop italiana che è diventato. Ora, obiettivamente, per la risonanza che ha, i successi che ha lanciato negli ultimi anni, è stata impressionante l'ascesa che ha avuto”. Alla curiosità se vorrebbero tornare al Festival, Pedro e soci riferiscono: “Prima era quasi un secondo rilancio per carriere che non stavano andato al massimo. Adesso tutti ambiscono e tanti big rimangono fuori dai 20-25 che vengono selezionati. Adesso c'è una grande selezione. E sicuramente sarebbe bellissimo portare una nostra nuova canzone a Sanremo - anche perché nel 2008 avevamo portato una ballad. E io vocalmente non ero neanche pronto a eseguire un brano del genere. Sarebbe quindi bello averne l’opportunità”.

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