I Coma_Cose inaugurano la stagione dei singoli estivi

È ufficialmente iniziata la stagione dei singoli che strizzano l’occhio all’estate e che si candidano a essere potenziali tormentoni. Certo, non tutti sono uguali: c’è chi confeziona pezzi di plastica da gettare nel mare degli ascolti e chi invece lavora di fino, con materiali più preziosi e ricercati. I Coma_Cose rientrano nella seconda categoria con un brano inaspettato a livello di sonorità, ma con un contenuto tutt’altro che banale, che sposta la telecamera e arriva a raccontare storie di altri. Spoiler sul nuovo pezzo: il primo ascolto, per un fan di vecchia data del gruppo, può essere spiazzante. E forse, anche per questo, sarà interessante capire se piacerà o meno, come verrà accolto e quale pubblico conquisterà.
A distanza di un anno dalla loro ultima pubblicazione, i Coma_Cose, infatti, sono tornati con "Malavita", un singolo con cui, sempre sotto il cappello di Asian Fake, iniziano un nuovo percorso discografico con una major. Prodotto da Merk & Kremont, il pezzo ha un sound nuovo per la band, che però negli anni ha sempre maggiormente allargato i propri confini pop: "Malavita" è un mix che fonde mandolini ed echi di flamenco con l’urban. Il brano non è in prima persona, ma il racconto in prosa di uno spaccato di vita. La protagonista della canzone è una donna dal passato burrascoso che decide di cambiare vita andandosene da un contesto opprimente che la tiene prigioniera. Nel testo di “Malavita” si uniscono immagini vere, ma dal sapore cinematografico, a un linguaggio che pesca dal cantautorato.
“È una canzone che parla di riscatto e racconta la storia di una donna che è riuscita a scappare da qualcosa che la teneva prigioniera, sa di Mediterraneo e come il mare è insieme sole e tempesta – hanno spiegato Fausto e California sui social – è stato un bell’inverno, ci siamo presi il nostro tempo per aggiustare casa, che poi è sempre metafora di altro, abbiamo fatto molta musica ma le parole non volavano mai, abbiamo capito semplicemente che non avevamo nulla di nuovo, ‘di nostro’, che non avessimo già detto. Serve vivere per descriverlo in musica... e poi un’illuminazione, un po’ come facevano certi cantautori lontani ci è presa la voglia di raccontare anche le storie degli altri che poi sono sempre un tramite per parlare un po’ di sé. Ci conoscete e sapete quanto ci annoia ripeterci, inizia quindi un nuovo viaggio che speriamo ci faccia ritrovare insieme a voi quest’estate a cantare a squarciagola: malavita, malavita, malavitaaaaa...”.