Il fenomeno Blue live in Italia, oltre vent’anni dopo il successo
 
                                            Forse ai più il nome Blue ormai non dice più molto, ma basta pensare a quei quattro ragazzi da Londra che nei primi anni Duemila facevano impazzire folle oceaniche di ragazzine in tutto il mondo con hit come "U make me wanna" e "One love", ed è facile ricordare Antony Costa, Duncan James, Lee Ryan e Simon Webbe. Anche perché i loro fan non li hanno mai dimenticati e il gruppo sembra non voler mai perdere l’entusiasmo e la determinazione degli inizi. Tra scioglimenti, progetti solisti e reunion, il quartetto britannico ha comunque continuato a lasciare traccia di sé e a distanza di oltre vent'anni dal grande successo dei primi tre album anche il suo pubblico vuole tornare ad abbracciarlo e a urlare per lui.
A seguito della pubblicazione di “Colours” del 2015, a sua volta uscito a distanza di due anni dal precedente "Roulette" e di dodici anni dal lavoro più significativo della boy band, "Guilty", i Blue si sono rintanati in un silenzio di sette anni durante i quali il gruppo è anche arrivato a parlare del desiderio di tornare in tour. Malgrado la pandemia avesse inizialmente fermato i piani della formazione inglese, nel 2022 i quattro hanno fatto ritorno sulle scene discografiche con un nuovo album in studio, “Heart & soul”, ed hanno effettivamente ripreso le attività dal vivo. I fan più affezionati hanno accolto il ritorno dei Blue sui palchi con eccitazione e l'Italia, dove si è formata e consolidata una delle fanbase più attive, ha risposto con altrettanto affetto. Vista la lunga assenza in concerto dalle nostre parti, nonostante il forte legame con il nostro Paese soprattutto grazie alla versione italiana della hit “Breathe easy” scritta da Tiziano Ferro, il pubblico italiano non ha perso l'occasione di vedere nuovamente in azione i Blue, di scena il 14 e 15 aprile al Fabrique di Milano per i loro primi live tricolori in quasi due decenni.
Per il ritorno in concerto in Italia del quartetto britannico il locale meneghino di via Fantoli ospita due appuntamenti sold out già dall'annuncio dello scorso anno, che hanno spinto la band a fissare altri concerti in Italia per i prossimi mesi e in venue più spaziose per un tour tricolore prodotto da A1 Concerti.
A pochi minuti dalle 21 del 15 aprile, le transenne delle prime file del Fabrique sono l'appiglio dei fan più accaniti e sono presiedute da coloro che, fin dall'acquisto dei biglietti speciali con early entry e meet and greet - che hanno offerto a un gruppo ristretto di persone di assistere al sound check e a un veloce incontro con la band - vogliono dimostrare il loro inossidabile attaccamento nei confronti dei Blue. Oltre i primi posti, il locale si riempie fino al limite, mentre cori e urla chiamano a gran voce l'uscita sul palco del gruppo. I volti e l'eccitazione sono quelli delle bambine, delle adolescenti e delle vent'enni degli Anni Duemila, ora donne adulte, ma con la stessa passione per i quattro di Londra. Tra il pubblico non si intravedono bambini o adolescenti di ora, ma una inaspettata partecipazione maschile. L'attesa, prima placata da una playlist di successi di vent'anni fa, viene inizialmente attenuata dalla comparsa in scena a sorpresa degli Zero Assoluto. Il duo romano fa ascoltare alcune delle sue hit come “Semplicemente” e “Svegliarsi la mattina”, grazie alle quali vent'anni fa Matteo Maffucci e Thomas De Gasperi sono diventati gli idoli delle ragazzine cresciute con “Top of the pops”, MTV e con gli stessi Blue. È in questo pieno clima di revival e karaoke che arriva il momento delle star della serata.
A fare il proprio ingresso sul palco del Fabrique sono i soli Duncan, Lee e Simon: il quarto, Antony, è assente come la sera prima a causa di un infortnuio. Il dispiacere del pubblico nel non vedere il quartetto al completo è però spazzato subito via dall'esaltazione di ascoltare e cantare a sguarciagola le canzoni che hanno segnato una generazione di ragazze e ragazzi, ora adulti. Lo show, infatti, non lascia spazio fin dall'inizio ai convenevoli e il gruppo propone uno in fila all'altro i propri brani, intervallando hit e pezzi del passato con materiale più recente. L'effetto nostalgia è assicurato fin dalle prime note di "All rise", mentre "Heart and soul" ricorda che i Blue hanno intenzione di provare a scrivere anche il proprio presente. La scena è spoglia, non c'è bisogno di strumenti e band di supporto. Duncan, Lee e Simon cantano le loro canzoni sulle basi e ciò che fa lo spettacolo sono le loro voci e i balletti in sincrono. Mentre i passi di danza possono far scappare un sorriso di affetto per quelli che vent'anni fa erano dei ragazzini che conquistavano le classifiche internazionali e che oggi sono più che quarantenni, non si può certo dire che i tre non sappiano cantare. E questo basta per far emozionare i fan che aspettavano con impazienza di sentire gli acuti di Lee, ora padre di famiglia con moglie e figlie al seguito (dopo essere stato il più problematico del gruppo tra arresti e multe), le tonalità di Duncan e i rap di Simon. In scaletta c'è anche spazio per un nuovo brano, "My city", e a sottolineare l'intenzione della band di continuare ci pensano gli stessi Blue a dire al pubblico che "Ora che siamo tornati, torneremo ancora, e ancora e ancora". Non si esce vivi neanche dagli anni Duemila.
Scaletta:
- All Rise
- Heart And Soul
- U Make Me Wanna
- Havent Found You Yet
- Paradise
- Ultraviolet
- Too Close
- Best In Me
- Breathe Easy
- Sorry
- Bubblin
- Fly By
- My City
- Curtain Falls
- Guilty/ Longtime
- One Love
- If You Come Back
