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"Odio La Sad": "Un urlo contro le critiche, per aprire le menti"

Il trio, reduce da Sanremo, racconta il nuovo e secondo album “Odio La Sad”: l’intervista 
"Odio La Sad": "Un urlo contro le critiche, per aprire le menti"
Credits: Onofrio Petronella

Nato nel 2020 attorno alle figure di Theø, Plant e Fiks, La Sad è un progetto che fin dalle proprie radici ha fatto leva sulle esperienze musicali differenti delle sue tre menti, ovvero tre ragazzi proveniente da regioni diverse e dalle varie personalità. Dall’incontro dei rispettivi percorsi artistici, i tre hanno plasmato un suono in cui si ritrovano la sfrontatezza e la frenesia ispirate al pop punk degli Anni Duemila, ma unite a influenze di altri generi, dal rap alla trap, fino al pop, con atmosfere rubate all’immaginario emo di un paio di decenni fa. Due anni dopo la nascita del gruppo, Theø, Plant e Fiks hanno “confermato il timbro La Sad" con il primo album in studio, “Sto nella Sad”, ripubblicato l’anno successivo in una versione deluxe con sei nuovi brani, e quest’anno hanno voluto far conoscere anche al pubblico nazional popolare il proprio intento partecipando a Sanremo 2024 con il brano “Autodistruttivo”. In risposta alle polemiche sorte attorno all’immagine del trio e con il desiderio di “trasformare dolore e odio in arte”, La Sad pubblica ora un nuovo album, intitolato in modo ironico ed evocativo “Odio La Sad” e disponibile da oggi 5 aprile.

“Odio La Sad”

“Ci teniamo un sacco a questo nostro secondo album. Per noi è più di un disco, è come un figlio, perché lo stiamo vedendo crescere da quasi un anno, ovvero da quando abbiamo fatto ‘Summersad 4’, il primo pezzo di questo album”, sottolinea Plant, all’anagrafe Francesco Emanuele Clemente, presentando alla stampa il nuovo lavoro del gruppo:

“Abbiamo voluto intitolare il disco ‘Odio La Sad’, non solo per l’odio ricevuto prima di Sanremo, ma anche perché ormai, essendo insieme da quattro anni, ne abbiamo sentiti di tutti i colori: ci hanno chiamato meme, falliti, tossici, venduti. Abbiamo scelto questo titolo quindi proprio perché se non trasformi qualcosa di negativo in altro, resta fine a se stesso e ti deteriora e basta. Speriamo che sia d’aiuto a tutti i nostri fan”.

Nonostante il loro aspetto “fuori dalla righe”, con i capelli colorati e un look che cerca di attualizzare quello di un punk londinese, Theø, Plant e Fiks non danno l’aria di chi è arrivato da qualche parte per caso, e riescono a trovare le risposte e le frasi giuste da dire in ogni contesto. Non sono solo le parole, però, a confermare il potenziale di questo progetto, ma anche la convinzione delle argomentazioni e l'evoluzione maturata tra il primo e il secondo album. Su questo aspetto, le idee sono chiare: "La convinzione è sempre quella di creare qualcosa di nuovo. Che è poi la fusione di ciò che ci piace. E ci siamo riusciti anche questa volta. Abbiamo portato un hardcore melodico trasformandolo nella Sad, che non c’era nel disco precedente. Abbiamo affrontato tematiche di rivolta, che non avevamo affrontato", spiegano a Rockol le tre menti de La Sad: "Ci piace cambiare. C’è una ricerca costante di noi stessi. Non ci sentiamo mai di essere arrivati con qualcosa. Puntiamo sempre a fare meglio. E già ora sappiamo che possiamo fare di meglio anche rispetto a questo album".

"Come stiamo dicendo ormai da prima di Sanremo, la nostra operazione è quella di cambiare l’Italia", sottolinea Fiks (Enrico Fonte) durante l'intervista con Rockol:

"E questo album è un vero urlo contro tutte le critiche che ci sono contro il diverso in questa Italia. Speriamo che funzioni per aprire le menti".

E continua: “Non intendiamo solo l’odio ricevuto da noi in prima persona, ma a una tendenza che vediamo nella società del giorno d’oggi verso le persone considerate diverse. Quindi noi ci facciamo portavoce di questi diversi, discriminati, come per esempio noi a Sanremo. Con questo disco intendiamo quindi sia trasformare l’odio in una potenza, sia che ce ne sbattiamo altamente dell’odio”. Aggiunge: “Il primo album, ‘Sto nella Sad’, era un concept album sull’amore tossico, sulla tristezza nell’amore, sulle delusioni della vita. Questo nuovo disco è un concept album di rivoluzione, di rivalsa, di protesta, contro la società e contro chi ti dice cosa devi fare nella vita e chi cerca di tagliarti le ali”. Theø (Matteo Botticini) aggiunge quindi: “La risposta è sempre la solita, prendere tutto il dolore e l’odio ricevuto e trasformarli in arte, in qualcosa di positivo, che può aiutare tante altre persone, e noi stessi in prima persona”.

A Rockol, pensando all'intento del titolo del disco e alla title track, la band spiega poi: "Noi nella copertina e nella canzone abbiamo preso i peggiori commenti che abbiamo ricevuto e letto, o meglio, i più musicali, e li abbiamo inseriti. Non volevamo che fossero insulti a gratis, senza una seconda chance. Così possono far del bene anche quelli che ci hanno insultato, consapevolmente". A proposito della canzone che dà il nome all'album svelano: "È stata scatenata da tutto l’odio ricevuto appena ci hanno annunciati a Sanremo. E poi da tutto l’odio che vediamo nei confronti del diverso".

Qual è quindi l’insulto che dà più fastidio a La Sad? “A me fanno ridere tutti gli insulti, perché sono tutti basati sull’aspetto”, è la risposta secca di Fiks. Theø però ammette: “‘Non siete punk’: penso che, anche se la nostra musica è molto varia a livello di genere e non è prettamente punk, noi lo siamo a livello di personalità e attitudine. Magari le nostre vite personali non si conoscono e gli altri non conoscono la nostra sfera privata, però posso dire che il nostro approccio alla vita e la nostra attitudine è punk, soprattutto per il nostro passato e per nostre vicissitudini più difficili”. Plant aggiunge: “A me l’insulto che sta sul cazzo, invece, è ‘tossici’. Non sanno nulla di noi e non sanno magari che abbiamo fatto fatica a uscire dagli psicofarmaci e dalle dipendenze. Ci danno dei tossici per i capelli colorati? Mi dà veramente fastidio, anche perché è qualcosa per cui abbiamo sofferto”.

Alla domanda sulla paura di snaturarsi e apparire in modo fuori dall’ordinario, Plant afferma quindi: “La diversità non si ferma all'aspetto fisico. Io posso essere diverso, per degli ideali diversi alla massa: è la mentalità il discorso, non è l’abito”. E, per spiegare come si vedono tra qualche anno, continua: “Tutto quello che facciamo cerchiamo di farlo nel modo più autentico possibile. Credo sia possibile snaturarsi per questo. Tra qualche anno ci vediamo sempre in questa società ma facendo ancora più del bene a livello sociale. Appena abbiamo potuto, come fatto a Sanremo, abbiamo sostenuto l’attività di Telefono Amico Italia, perché vogliamo concretizzare ciò che diciamo e sfruttare le nostre possibilità, vogliamo usare la nostra voce”.

Le collaborazioni

Il disco, oltre al singolo sanremese e al duetto con Donatella Rettore in “Lamette” presentato lo scorso febbraio sul palco dell’Ariston, include altre nove tracce, tra cui le collaborazioni con i Pinguini Tattici Nucleari su “Maledetta vita”, nata sulla scia del contributo di Riccardo Zanotti su “Autodistruttivo”, e con Rose Villain su “Non lo sai”. Nell’album si trovano inoltre i featuring con gli Articoli 31 su “Goodbye”, realizzata dopo il duetto live con J-Ax e Dj Jad - che hanno appena annunciato il loro nuovo album “Protomaranza” - su “Domani smetto” all’evento milanese della scorsa estate Love Mi, e altri già noti, “Memoria” con i BnkrR44 e “Summersad 4” con Naska.

“A Love Mi inizialmente dovevamo suonare solo al pomeriggio, ma siccome gli Articolo volevano incontrarci, J-Ax e Dj Jad ci hanno invitato ad occupare il loro camerino dopo la nostra esibizione per non farci cacciare”, narra Theø: “‘Poi magari facciamo anche ‘Domani smetto’ insieme’, ci ha detto J-Ax. E poi l’abbiamo davvero fatta sul palco con loro. È stato stra figo. Con J-Ax, Dj Jad e la gang degli Articolo ci siamo trovati subito stra bene e da lì abbiamo iniziato a sentirci spesso. Da questo rapporto è nata quindi la collaborazione: c’è stata subito sintonia. Noi abbiamo fatto il pezzo per conto nostro e quando lo abbiamo mandato a loro, è piaciuto da pazzi e hanno contribuito”.

In "Odio La Sad" ci sono quindi tracce come la title track e “Fuck the wrld”, che recuperano velocità e sfrontatezza del pop punk ispirato all’hardcore melodico, mentre nei nei feauturing il trio abbraccia il mondo degli artisti ospiti. Possiamo definire La Sad dei camaleonti? "È una fusione tra il nostro mondo e quello degli artisti ospiti. Con le persone con cui abbiamo fatto featuring abbiamo condiviso il piacere reciproco di farlo", spiega a Rockol il gruppo: "Abbiamo cercato quindi di fare pezzi apprezzabili sia dai loro che dai nostri fan. Alla fine, però, è stato tutto molto naturale". Aggiunge: "Siamo sì camaleontici. A noi piace la musica fatta bene e quello su cui ci basiamo è il nostro messaggio, e il nostro timbro di voce. Non siamo ghettizzati in un genere, ci piace sperimentare in ogni canzone. Tutto quello che ascoltiamo, lo facciamo diventare nostro". 

Da Sanremo al nuovo tour, e l'idea di un progetto in inglese

È fondamentale per noi che a Sanremo si capisca chi siamo veramente”, dicevano Theø, Plant e Fiks poco prima del Festival. A distanza di un paio di mesi da Sanremo e con il nuovo album in uscita, questo aspetto è arrivato? “Secondo noi tanta gente ha capito chi siamo veramente”, risponde il trio: “Grazie a Sanremo e alle altre partecipazioni televisive, siamo sempre riusciti a essere noi stessi e questa cosa arriva al pubblico”. E ribadisce: "La cosa brutta di questo mondo, soprattutto per i social, è che alle persone bastano quindici secondi di qualcuno per farsi un’idea, ma non capisce chi ha di fronte. A Sanremo, invece, il pubblico è quasi obbligato ad ascoltarsi la canzone, leggersi il testo. Quindi c’è tempo per conoscere qualcuno e magari ricredersi sui pregiudizi".

Sull’esperienza sanremese aggiungono: “L’esperienza a Sanremo ci ha forgiato e ci ha fatto crescere molto. Già prima stavamo cercando di evolverci e maturare, soprattutto a livello di testi. A livello di scrittura e di contenuti siamo sicuramente migliorati perché ci abbiamo lavorato”. Plant sottolinea poi: “Il nostro obiettivo principale quando abbiamo iniziato era far conoscere questo genere a persone che non lo ascoltano abitualmente. Ora ci sono molti ragazzini di dodici anni che non conoscevano i Blink-182, per esempio, che stanno iniziando ad ascoltare questa musica. È stupendo per noi, quindi speriamo, a maggior ragione dopo Sanremo, di portarlo a più gente possibile, soprattutto apparentemente fuori dalla nostra estetica. Perché la musica unisce tutti. Quindi anche dai nostri nuovi concerti ci aspettiamo un pubblico sempre più nuovo”. Fiks aggiunge: “Dopo Sanremo secondo noi ci saranno molte persone diverse rispetto a prima”.

La Sad, accompagnati dal vivo da Moka (Omar Sadaka) alla chitarra e da Andrea Junior Bessone alla batteria, farà ascoltare la sua musica su diversi palchi italiani nel corso dell'estate in occasione del "Summersad Tour", in partenza il prossimo 19 giugno e che include tappe a roma, Bologna, Brescia, Milano e altre città d'Italia.

A proposito di progetto futuri, il trio svela: “Per il futuro abbiamo già in piano di fare qualcosa di più internazionale. Questo album non era ancora il contesto giusto per brani non in italiano. Dopo la conquista dell’Italia grazie a Sanremo, il prossimo progetto sarà in inglese magari, per conquistare il mondo”. A Rockol poi precisa: "Prima di Sanremo dicevamo di voler conquistare l’America. Però ora, dopo il Festival, vogliamo conquistare l’Italia. Ci sono molti artisti internazionali con cui vorremmo collaborare. C’è in progetto di andare in America e fare qualcosa in americano. Proveremo qualche singolo e poi vedremo come va".

Ecco la tracklist e la copertina di "Odio La Sad":

1. ODIO LA SAD

2. MALEDETTA VITA ft. Pinguini Tattici Nucleari

3. SADGIRL

4. NON LO SAI ft. Rose Villain

5. AUTODISTRUTTIVO

6. GOODBYE ft. Articolo 31

7. MEMORIA ft. BNKR44

8. IL MIO INCUBO PEGGIORE

9. SUMMERSAD 4 ft. Naska

10. LAMETTE ft. Donatella Rettore

11. FUCK THE WRLD

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