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L’eterna giovinezza dei Simple Plan

La band in concerto a Milano: la recensione
L’eterna giovinezza dei Simple Plan

Siamo nel 2024 eppure i Simple Plan sono ancora qui a mandare sold out i club di tutto il mondo, compreso il Fabrique di Milano. Il loro ritorno è un evidente e annunciato successo, sia in termini di partecipazione, sia in termini di performance. La band pare non aver mai smesso di essere in forma e già il suo passaggio allo Slam Dunk Italy della scorsa estate aveva fugato ogni eventuale dubbio in tal senso. Pierre Bouvier e soci, inossidabili, si staccano un po’ dallo stereotipo della band pop-punk che esiste solo finché sa muoversi con disinvoltura in studio e affronta la parabola discendente della propria carriera con un connesso imbolsimento sul palco. Assolutamente no: pur avendo ampiamente superato il proprio momento d’oro - ma anche quello d’argento - i Simple Plan continuano ad essere una buonissima live band e questo show ne è la prova.

Una parte del merito del gran successo di questa tappa, ma anche dell’intero “Hard As Rock Tour”, va individuato nel pregiatissimo bill messo insieme dal management dei ragazzi canadesi: AIR YEL, Mayday Parade e State Champs sono i tre opening act dei Simple Plan. Non semplici gruppi spalla, ma quasi un collettivo che sguazza nella stessa attitudine soft-punk e raccoglie due generazioni. Mettiamola così: se ti trovi davanti ai Simple Plan nel 2024 e hai questa fotta, probabilmente o sei un adolescente in pieno revival pop-punk che scopre che le piccole istituzioni del genere hanno ancora qualcosina da offrire, oppure sei uno che l’adolescenza ormai se la ricorda solo quando mette in cuffia “Welcome To My Life” e ripensa ai suoi primi lettori mp3.

Se fai parte della prima categoria, per definizione, è socialmente accettabile che la tua corde vocali vibrino incontrollate e il tuo corpo si muova senza pudore mentre la “I’m Just A Kid” di turno rafforza l’imprinting tra la band e la Gen Z, fortemente rappresentata, ma soprattutto mostra quanto sia intatta la voglia di spaccare tutto di Chuck Comeau, batterista nonché membro fondatore. Se fai parte del secondo sottoinsieme allora ti stai avvalendo del tuo sacrosanto diritto a rituffarti nell’adolescenza, quindi renderti ridicolo saltando scoordinato, mentre Pierre itera il ritornello di “Jump” con la risolutezza e la freschezza di uno skater sulla rampa.

Ogni brano, da “I’d Do Anything” a “Shut Up!”, è un concentrato di sing-along, braccia al cielo e saltelli sul posto. Nelle scelte in scaletta sembra che il ritmo conti più di qualunque altro fattore, tant’è vero che un pezzo come “Welcome To My Life” non viene neanche riservato per i bis, ma viene servito subito, a metà del primo set, seguito da “Iconic”, uno dei singoli più validi e apprezzati tra quelli del nuovo corso inaugurato con “Harder Than It Looks”, ultimo lavoro in studio.

I più cinici potrebbero vedere in questa festa cross-generazionale anche un po’ di sana parodia cringe, dato che - per quanto sia shockante realizzarlo - i Simple Plan sparavano i primi colpi nel 2002, quando una nutrita porzione di pubblico non era ancora nata. Ma anche i suddetti cinici avranno avuto modo di sciogliersi e scomporsi, nel momento più irresistibile della serata. Palloni gonfiabili, tramonto da sfondo di Windows XP sul ledwall e un mare di braccia ondeggianti: è il momento “Summer Paradise”. Quella hit che arriva spietata, come il ricordo di un’estate che parafrasando il testo “arriva nel tempo di un battito”, con l’immutata freschezza di tredici anni fa. E chi resiste a quel “la-da-da-da-da”?

Qualcuno potrebbe aver resistito anche a questo, ma di certo non a “Where I Belong”, perfetta summa di questo tour in cui Derek Discanio degli State Champs e Derek Sanders dei Mayday Parade si uniscono ai Simple Plan. Pierre, nell’euforia, stecca anche un paio di volte, ma che importa? Che si tenga stretta questa sindrome da Peter Pan di facciata e continui a molleggiare col suo iconico taglio, lo stesso da un quarto di secolo. Va tutto sempre così veloce che a volte è rassicurante trovare qualcosa che resta così fedele a sé stesso, a costo di fossilizzarsi e vivere di rendita della propria eterna giovinezza.

SETLIST

Star Wars (Main Theme) (registrata) - di John Williams
I'd Do Anything
Shut Up!
Jump
Jet Lag (con AIR YEL)
Addicted
Me Against the World
Welcome to My Life
Iconic
Summer Paradise
Take My Hand
Astronaut
All Star / Sk8er Boi / Mr. Brightside
What's New Scooby Doo?
Million Pictures of You
Wake Me Up (When This Nightmare's Over)
Where I Belong - Cover di Simple Plan & State Champs

BIS #1

Crazy / Perfect World / Save You / This Song Saved My Life
Can't Keep My Hands Off You
I'm Just a Kid (con Ryan Scott Graham)
Untitled (How Could This Happen to Me?)
Perfect

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