Frank Zappa: 'Non me ne frega un c***o se si ricorderanno di me'

Capita spesso che per dare la misura del genio di qualcuno - uno scienziato, un pittore, e perché no un musicista - i risultati ottenuti nell'ambito professionale che si è scelto non bastino. Perché un genio è innanzitutto un genio, prima ancora che uno scienziato, un pittore o un musicista, cioè una persona con una sensibilità e un'intelligenza speciale, che prescinde quella che è - o è stata - l'attività che l'ha reso famoso.
Frank Zappa non solo è stato uno dei musicisti più colti, folli, talentuosi e preparati che abbia mai calcato il panorama popular, ma anche uno dei più lucidi e acuti osservatori del mondo che lo circondava, capace di cogliere i paradossi che nessuno riusciva a cogliere pur essendo sotto gli occhi di tutti e di scherzarci sopra. Ecco perché di questo artista, scomparso il 4 dicembre 1993, trenta anni fa, piuttosto che la sua musica - impossibile da incasellare in una seppur ampia e dettagliata playlist - abbiamo scelto di offrirvi una selezione delle sue dichiarazioni più celebri: dalla dissacrazione della musica colta (o supposta tale), della quale la critica l'aveva eletto alfiere, alle rasoiate su politica e religione, passando per la vita di tutti i giorni, il compositore di Baltimora già leader dei Mothers of Invention è stato capace meglio di chiunque altro di dipingere, con poche pennellate, ma tutte al posto giusto, il finire di quel secolo del quale oggi stiamo raccogliendo i pezzi.
Lui, come avrete letto del titolo, della sua eredità non si è certo preoccupato, ma noi sì, perché Dio solo sa quanto - oggi - avremmo bisogno di un'irriverenza intelligente e di una naturalezza nella genialità come quelle che aveva dimostrato lui. Ecco perché ci manca, e perché non smetteremo mai di aspettare l'arrivo di qualcuno che, anche da lontano, ce lo ricordi. A seguire riportiamo qualcuna delle sue frasi.
"I musicisti classici vanno al Conservatorio. Quelli rock, nei garage" (al programma 'Nightflite' della Radio Svedese, 1980)
"E' davvero una tragedia quando la gente prende le cose sul serio, è una tale assurdità farlo, in qualsiasi caso. Io ho fatto l'onesto tentativo di non prendere niente sul serio: sto lavorando su questo atteggiamento da quando ho diciott'anni" (da "No Commercial Potential: The Saga of Frank Zappa", di David Walley, 1972)
"Ve la spiego io la musica classica, nel caso non lo sappiate: la musica classica è musica scritta da un sacco di tizi morti tanto tempo fa. E' un formato musicale, proprio come la musica da alta classifica. Perché un pezzo sia considerato di musica classica, deve essere conforme agli standard accademici vigenti quando è stato scritto. Credo che la gente abbia il diritto di divertirsi: nel caso veda differenze rispetto agli standard classici, credo che sia solo un bene, per la sua sanità mentale" (1983)
"Il mondo del rock and roll è del tutto assurdo, ma quello della musica seria è decisamente peggio" (intervista a "London Plus", 1984)
"Non siamo troppo severi nei confronti della nostra ignoranza: è quella che ha reso grande l'America!" (al 'Tonight Show', 1988)
"L'essenza del cristianesimo ci è stata spiegata con la storia del Giardino dell'Eden: il frutto proibito era sull'albero della conoscenza. Tutte le sofferenze sono conseguenza del fatto che tu stessi cercando di capire cosa stava succedendo. In pratica, puoi stare nel giardino dell'Eden a patto che tu tenga chiusa quella cazzo di bocca e non faccia domande" (in un'intervista a 'Playboy', 1993)
"Il giornalismo musicale? Gente che non sa scrivere, che intervista gente che non sa parlare, che scrive per gente che non sa leggere" (in un'intervista a 'Mojo', 1993)
"Qualsiasi tipo di governo socialista produce brutta arte, inerzia sociale, gente molto triste, ed è più repressivo di qualsiasi altra forma di governo". (da "My Afternoon with Frank Zappa", Larry Rogak, 1983)
"La mia verdura preferita? Il tabacco" (al 'Today Show' della NBC, 1993)
"Non me ne frega un cazzo se si ricorderanno di me" (intervista a 'Nationwide', 1983)