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Emis Killa, annullato live a Ladispoli per il testo di un brano

Su Facebook il sindaco spiega che la decisione è stata presa per "ristabilire un clima di serenità"
Emis Killa, annullato live a Ladispoli per il testo di un brano

L'esibizione di Emis Killa prevista al concerto di Capodanno di Ladispoli con Guè è annullata. La decisione del sindaco Alessandro Grando è arrivata a seguito delle polemiche sorte a causa del testo di un brano del rapper originario di Vimercate, "3 messaggi in segreteria" dall'album "Terza stagione" del 2016. Il primo cittadino di Ladispoli ha comunicato la cancellazione del live su Facebook con un messaggio in cui si legge: 

"La mia amministrazione è sempre stata attenta al tema della violenza di genere, sostenendo tutte le iniziative possibili per contrastare questo fenomeno, collaborando con le Forze dell’ordine e supportando le donne vittime di violenza e i minori coinvolti.

Comprendo le ragioni di chi ha espresso contrarietà sul contenuto di alcuni testi, ma la nostra intenzione non è mai stata quella di veicolare messaggi sbagliati.

I dubbi in questione derivano da incomprensioni proprio sul testo della canzone “Tre Messaggi in Segreteria”, brano di assoluta denuncia della violenza sulle donne dell’Artista Emis Killa.

Lo stesso Emis Killa ha chiarito la sua posizione, ricordando che la canzone è un mettersi dal punto di vista dell’aggressore per raccontare fatti che, purtroppo, accadano nella vita reale – già sette anni fa.

Noi vogliamo solo regalare ai nostri giovani la possibilità di assistere gratuitamente, in un clima di festa, ad un grande evento nella propria città.

Nonostante l’Artista si sia già esibito nella nostra città nel 2022, abbiamo deciso, di comune accordo con tutti i soggetti coinvolti, al fine di ristabilire un clima di serenità, di annullare la sua esibizione in programma la sera del 31 dicembre.

Non appena possibile comunicheremo le variazioni alla scaletta dell’evento"

Per rispondere alle critiche e al titolo di un articolo uscito ieri su La Repubblica, in cui veniva descritto come "il rapper che canta l'inno al femminicidio", Emis Killa ha condiviso una serie di storie su Instagram in cui ha affermato (gli screenshot qui: 1, 2 e 3):

"Nel rap esiste una cosa chiamata story telling. Significa rappresentare una storia in rima, bella o brutta che sia. Nel pezzo interpreto, invento, racconto fatti che purtroppo per quanto spiacevoli accadono. Nel pezzo non è Emiliano che parla e non penso nemmeno di dover dare troppe giustificazioni a chi non vuole capire. In un altro story telling molto più recente interpreto Renato Vallanzasca, non so, volete accollarmi qualche anno di galera? Oppure radiamo da tutti i cinema Denzel Washington visto che in "He got game" uccide la moglie. Vi dovete ripigliare".

Ha aggiunto: "Per farvi un'idea di me a riguardo dovreste parlare con le donne che fanno parte della mia vita, dalla mia famiglia alle amiche. Potete cancellare tutti i concerti che volete, bannare i rapper dalle radio, indignarvi in gruppo sui social, non cambierete così la realtà che gente come me ha il coraggio di raccontare, anche quando questo mi torna indietro nel peggiore dei modi. Cercate i colpevoli tra i colpevoli, non tra chi è dalla vostra parte pur avendo un altro modo di affrontare le cose".

Tra le storie, il rapper ha inoltre riportato il messaggio di una fan che ha raccontato di essere stata "vittima di una relazione tossica per un anno e mezzo", sottolineando che le sue canzoni la hanno salvata. "Questi sono gli effetti sulla gente. Giornalai", ha quindi concluso l'artista.

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