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“P.I.M.P.” di 50 Cent in tribunale in "Anatomia di una caduta"

Una scelta musicale spiazzante e geniale in un film da non perdere.
“P.I.M.P.” di 50 Cent in tribunale in "Anatomia di una caduta"
Credits: Teodora Film

“Anatomia di una caduta” di Justine Triet è al centro delle cronache cinematografiche francesi da quando la sua regista ha vinto la Palma d’Oro a Cannes a maggio, pronunciando un discorso di ringraziamento a sfondo politico e assai polemico. Secondo molti, un intervento che le è costato il titolo di film candidato dalla Francia alla corsa per l’Oscar a miglior film internazionale, andato a un altra pellicola, più tradizionale e “rassicurante”.

Nel frattempo, Triet si consola riempiendo le sale cinematografiche francesi, forte di un distributore statunitense che si prepara a lanciare il film in tutte le categorie principali degli Academy Awards, facendo diretta concorrenza a "Oppenheimer", "Barbie" e soci. Non male per un legal drama che tra moglie e marito non mette un dito, ma "P.I.M.P." di 50 Cent.

“Anatomia di una caduta” rischia infatti di aver fatto la scelta musicale più spiazzante e geniale del 2023 in campo cinematografico. Il film infatti trasforma una canzone controversa come "P.I.M.P." di 50 Cent nella prova indiziaria che apre il processo a una donna, forse un’assassina.

Scritto da Justine Triet insieme al marito e regista Arthur Harari, “Anatomia di una caduta” si apre con la morte di Samuel, marito e padre di famiglia, caduto dal terzo piano dello chalet dove vive con la famiglia. A trovare il cadavere è il figlio di primo letto di Samuel, un ragazzo ipovedente di nome Daniel, appena rientrato da una passeggiata con il suo cane guida. Sandra viene svegliata dalle urla del figlio e accorre poco dopo, constatando la morte del compagno.

Nei giorni successivi, l’autopsia e le perizie stabiliscono che è impossibile accertare una ricostruzione univoca: Samuel potrebbe essere caduto per una fatalità, potrebbe essersi tolto la vita o essere stato spinto da qualcuno. In uno scenario ambiguo, Sandra finisce così a processo come unica imputata, accusata di aver colpito Samuel e averlo spinto giù dalla finestra. Le prove a suo carico sono indiziarie, le testimonianze in chiaroscuro: a finire sotto processo è quindi lei come donna, moglie, madre.

Sandra è una scrittrice di successo che pubblica romanzi forti parzialmente autobiografici, una donna tedesca sposatasi con un uomo francese e trasferitasi nel villaggio natale di lui per amore, ma insofferente per l’isolamento in cui è finita. Bisessuale, carismatica, per alcuni dispotica, Sandra viene dissezionata testimonianza dopo testimonianza, di fronte a suo figlio ancora ragazzino. Lui non la può vedere, ma forse la distingue chiaramente per la prima volta: se la sente descrivere in termini via via più sinistri, mentre un vecchio amico avvocato da sempre perdutamente innamorato di lei la difende. Scopre lati della donna che gli fa da madre, e dell’uomo che è stato suo padre, a lui taciuti.

L’unica certezza che sembra emergere dal processo è che solo Sandra sa cosa sia veramente successo. Daniel, i giudici, la giuria, l’opinione pubblica e noi spettatori siamo chiamati a valutare le visioni contraddittorie e opposte che i pochi fatti e i tanti indizi costruiscono, scegliendo da che parte stare.

Simbolo del matrimonio in crisi di Sandra e Samuel e delle dinamiche di potere all’interno della loro relazione è proprio "P.I.M.P." di 50 Cent. Piccolo riassunto per chi nel 2003 non c’era o non ha prestato abbastanza attenzione: con l’album d’esordio “Get Rich or Die Tryin'", 50 Cent si impose sulla scena rap statunitense e su quella musicale internazionale. La canzone simbolo dell’album è proprio "P.I.M.P.", che per mesi passò incessantemente in radio in Italia e in Europa. Fisico statuario, sguardo da duro, preceduto dalla street credibility certificata da 9 pallottole piantate in corpo durante una sparatoria, 50 Cent raccontò il suo stile di vita “da pappone” in un pezzo trascinante che si pianta in testa al primo ascolto, dove le parti rappate sembrano galleggiare su sonorità caraibiche di sottofondo.

E pazienza se all’epoca seguire il testo rappato in inglese ricolmo di slang era un’utopia per quasi tutti. C’era un video che passava di continuo su MTV che lasciava poco spazio a interpretazioni. Nel videoclip 50 Cent viene ammesso ad honorem al gran consiglio dei rapper “p.i.m.p.” presieduto da Snoop Dogg. Per tutta la durata della canzone 50 Cent è circondato da avvenenti ragazze assai discinte e svestite, che ballano e cantano i cori, sedotte dal carisma del rapper.

Nel testo di "P.I.M.P." 50 Cent costruiva la sua fantasia rap, l’ennesima da cui all’epoca l’universo femminile non usciva benissimo. In un mondo in cui le donne avvenenti spillano soldi agli uomini ricchi facendo leva su profferte sessuali, 50 Cent non ha bisogno di guidare un macchinone o palesare la sua ricchezza per ottenere certe attenzioni dalle donne che lo circondano, Anzi, in un’ottica pappone-prostituta, anche le ragazze più arriviste hanno rapporti con lui senza chiedere nulla in cambio, finendo quasi a lavorare per lui.

"P.I.M.P." non costruisce una visione edificante della donna, incarnando una fantasia maschile in cui il gentil sesso è calcolatore e predatorio, ma viene rimesso al suo posto (una posizione di naturale sudditanza) dalla virilità carismatica di un uomo che non si fida e che non rispetta le sue partner. Una visione in cui il denaro e l’avvenenza sono metri di valore universali.

Quando nel film Samuel spara a tutto volume una versione strumentale di "P.I.M.P." di 50 Cent mentre la moglie viene intervistata, non c’è più bisogno del cantato per esplicitare il messaggio. Triet ha scelto un pezzo che a distanza di decenni é ancora foriero di una visione maschile, maschilista. C’è qualcosa nel contrasto stridente tra le sonorità da ballo caraibico (esaltate dalla traccia strumentale) e l'immaginario di 50 Cent che rende “P.I.M.P.” più efficace di una sfuriata, una minaccia, un pugno.

La canzone sparata a tutto volume mette in fuga anche Daniel e continua a suonare fino a quando il ragazzino rincasa e scopre il cadavere del padre. “P.I.M.P.” diventa la colonna sonora di una morte ambigua eil suo suono diventa quasi farsesco quando riecheggia in tribunale. Sandra infatti, per citare “Diva” di Beyoncé è “a female version of a hustla” nella coppia. Lo psicologo di Samuel la ritrae come “una personalità castrante”.

Carismatica, risoluta, spigolosa nei tratti e nelle parole, Sandra ha la personalità perfetta per mettere in crisi anche un uomo forte e acuto come Samuel. Non è una donna che si piega, anche quando concede qualcosa. È disposta ad aspettare il marito in crisi. ma solo fino a un certo punto, perché “il sesso diventa una questione d’igiene”. Si presta a revisionare i tentativi di scrittura del compagno, ma è anche pronta a trasformare le sue idee abortite in libri di successo. Non è il genere di donna che rinfaccia un tragico errore, ma neanche quella che è disposta a sacrificare la sua carriera in nome del lavoro del partner. Se lui tira pugni ai muri, lei tira bicchieri o schiaffi.

“Anatomia di una caduta” è un film quasi diabolico nel rifiutarsi di darci certezze, mettendoci davanti due avversari e lasciandoci lì senza una prova, ma con tanti indizi e la tentazione, o forse la necessità, di decidere da che parte stare, a quale verità credere, soppesando l’evidente pregiudizio che un certo tipo di forza suscita quanto a emanarla era una donna. Sandra è la degna erede di Lydia Tár, una che avrebbe dato dei grattacapi anche a 50 Cent, in versione strumentale o originale.

"Anatomia di una caduta" di Justine Triet è nei cinema italiani a partire da oggi 26 ottobre 2023.

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