Hit Week 2023: Coma_Cose live a L.A., dai Navigli alla West Coast
Dal Whisky a Go Go di West Hollywood, Los Angeles, da metà anni Sessanta in poi è passato un gran bel pezzo di storia del rock - Byrds, Buffalo Springfield, Led Zeppelin, Stooges, Flying Burrito Brothers, Guns N’ Roses, Soundgarden, Metallica, Germs e un’infinità d’altri, senza dimenticare la “nostra” PFM. Sul palco al 8901 di Sunset Boulevard, West Hollywood, nell’agosto del 1966 l’allora presidente della Elektra Records Jac Holzman vide - su consiglio di Arthur Lee dei Love, altro prestigioso habitué del locale - una giovane e promettente band del posto, i Doors, e subito la mise sotto contratto. Sullo stesso palco, ieri sera, è toccato ai Coma_Cose, che in una delle venue più iconiche della West Coast hanno concluso il proprio breve tour americano come headliner dell’edizione 2023 di Hit Week.
Non è una questione di capienza o di esposizione: il club può accogliere al massimo 500 persone - poco o niente, per chi frequenta abitualmente vetrine televisive come il Festival di Sanremo, il Concerto del Primo Maggio, e riempie parterre come quelli del Carroponte di Milano e del Rock in Roma - ma è una terrazza che affaccia sulla leggenda. Fausto Zanardelli e Francesca Mesiano ne erano ben consapevoli, tanto da aver dedicato alla serata conclusiva della loro breve tournée americana una cover - prima diffusa attraverso i loro canali social ufficiali, poi eseguita dal vivo nel corso dello show, aperto dai Liverpool Alligator Park, vincitori insieme a Kyotolp di Hitweektalent 2023 - di “People Are Strange”, classico della band di Jim Morrison inserito per la prima volta in scaletta proprio in occasione del live losangelino.

“Sui Doors ci siamo trovati”, spiegano loro: “Tra la prima produzione, fino a 'Strange Days’, più istintiva, andando verso quella più psichedelica, da ‘Soft Parade’ in poi, è sempre stata una band che ci ha affascinato moltissimo, per tanti ragioni. E’ stato un gruppo fondamentale, eppure per certi versi dato per scontato, a causa dell’immagine - ingombrante - del leader. Ha consegnato agli annali opere fondamentali, frutto di un’alchimia unica tra i propri elementi”. C’è poi un’ascendenza in termini autoriali, per così dire. “Morrison è sempre stato uno dei miei riferimenti, per quanto riguarda la scrittura”, aggiunge Zanardelli: “Come Syd Barrett, e al netto della variabile portata dall’utilizzo di sostanze, è stato un artista che ha sempre avuto un approccio infantile - nel senso migliore e più nobile del termine - nei confronti della musica. E’ una cosa che cerchiamo anche noi di mantenere, e che ci auguriamo di non perdere mai”.
Durante il soundcheck viene accennata un’altra pietra miliare, “Femme Fatale”, capolavoro di Lou Reed del ‘67 che tradisce la fascinazione per i Velvet Underground del duo di “Fiamme negli occhi”. “Questa però non la faremo stasera, perché non l’abbiamo provata abbastanza”, precisa Mesiano, scherzando sulla lontananza, geografica e musicale, tra i pupilli di Andy Warhol e le atmosfere della West Coast: “Magari la faremo quando, un domani, suoneremo a New York”.
La doppietta Miami - Los Angeles ha già significato molto, per i Coma_Cose, che per il loro debutto oltreoceano hanno optato per uno show leggermente diverso da quello presentato nel corso dell’estate passata - con una setlist più compressa e una formazione limitata ad appena tre elementi, con Mesiano alla voce, Zanardelli a dividersi tra voce, chitarra e tastiera, sequenze pre-registrate e il solo Riccardo Fanara alla batteria. “E’ stata una specie di ritorno alle origini”, racconta il cantante: “Esigenze di produzione ci hanno portato a ripensare lo spettacolo in termini molto essenziali. Così siamo tornati alla formazione del primissimo periodo. Ovviamente, fosse stato per noi, sul palco avremmo portato anche i Mamakass [il duo di autori / compositori formato da Fabio Dalè e Carlo Frigerio che accompagna ormai da anni i Coma_Cose in studio e dal vivo, ndr]. Anzi, sul palco ci piacerebbe avere sempre più gente”.
Il fatto di essere riusciti a mettere piede negli States da artisti “ancora ci sembra surreale”, dice Mesiano: “E’ una cosa della quale, probabilmente, ci renderemo conto a posteriori. Qui, dove stiamo parlando adesso, è stata fatta la storia della musica: in sessant’anni non è cambiato niente. La recinzione che delimita il parcheggio sul retro probabilmente è la stessa sulla quale si arrampicava Morrison quando usciva di testa. La sensazione è quella di stupore. Abbiamo un atteggiamento piuttosto naif nei confronti delle cose belle che ci succedono, per Sanremo così come per le migliaia di persone che sono venute a vederci la scorsa estate: accogliamo il successo con una senso di meraviglia. Del tipo: ‘Ma se un giorno ti avessero detto che saremmo arrivati qui, ci avresti creduto?’. E’ come un sogno dal quale non vorremmo svegliarci mai”.
“Poi, per quanto riguarda i live, la dimensione dei club ci mancava”, aggiunge Zanardelli: “E’ da lì che veniamo. Suonare in un locale è diverso, rispetto a esibirsi in contesti più grandi: in una situazione del genere non ci sono trucchi. Il pubblico, nei club, te lo devi conquistare, spettatore dopo spettatore”. Detto, fatto: durante la serata lo scambio con pubblico è costante, praticamente un dialogo. Fausto e California parlano con il pubblico, scherzano con le prime file, chiamano cori e singalong. Come gran finale, un fuori-programma - anzi, fuori-scaletta: dopo “Agosto morsica”, ultimo brano previsto dalla setlist, il duo cede alle richiesta di bis recuperando da “Fondamenta” del 2017 la popolarissima “Post concerto”, cantata quasi per intero in mezzo al pubblico, nel parterre.
Terminato un periodo di riposo, che seguirà la chiusura della trasferta statunitense, per i Coma_Cose si aprirà “un 2024 di scrittura e sperimentazione”. In vista di un nuovo album, essendo l’ultimo “Un meraviglioso modo di salvarsi” ormai del 2022? “Diciamo che a metà del 2025 sul nostro calendario abbiamo messo un asterisco, ma non abbiamo un programma preciso perché, in fin dei conti, non dipendente da noi. E’ la musica che comanda: se decide che dovrà capitarci un nuovo album, capiterà…”.