Marrageddon è il festival rap più atteso dell’anno
Marrageddon è il festival rap più atteso dell’anno. Ideato e diretto da Marracash, reduce da numeri mastodontici per il suo “Persone Tour” (oltre 250.000 presenze) e dalla targa Tenco per il suo album “Noi, loro, gli altri”, che gli ha permesso di uscire dai confini del rap e diventare una sorta di “poeta di strada contemporaneo”, il festival ha i riflettori puntati addosso per tanti e diversi motivi: in primis perché è una grande prova di maturità per l’hip hop italiano, in secondo luogo perché è lo stesso rapper della Barona, l’artista più rappresentativo per il genere in questi ultimi anni nel nostro Paese, a caricarsi la scena sulle spalle per trainarla in alto, dimostrando che questa musica non è da meno del pop e che è capace di creare qualche cosa di identitario e forte senza compromessi con altre correnti musicali. Un evento live in due tappe, all’Ippodromo Snai La Maura a Milano prima, il 23 settembre (84.000 spettatori, evento sold out), e all’Ippodromo di Agnano a Napoli poi, il 30 settembre: un doppio appuntamento che si preannuncia ricchissimo di musica grazie anche alle performance di artisti come Gué, Salmo, Lazza, Fabri Fibra, Geolier, Ernia, Shiva, Madame, Paky, Nayt, Anna, Miles e Kid Yugi, oltre allo speciale live set dello stesso Marracash. Ci sarà un potenziamento dei trasporti e gli show, prodotti da Friends & Partners, saranno in livestream sul canale Twitch di Amazon Music Italia per permettere di essere visti anche da casa.
Ecco tre motivi per cui è un festival che merita di essere vissuto e sancisce un prima e un dopo nel rap italiano degli ultimi anni: innanzitutto è un mega evento curato da un rapper: “Marradeus” verrebbe da dire facendo simpaticamente il verso ad Amadeus e al suo Festival di Sanremo. Ovvero, è Marra che per gusti personali, attitudine e legame con alcuni artisti, costruisce la scaletta dello show. E questo sta portando a scelte molto interessanti: si va da nomi come Salmo, Lazza, Fabri Fibra, Madame, Gué e Geolier a Paky, Shiva, Nayt e Kid Yugi, in un mix fra giganti del genere e nuove generazioni. Il secondo motivo è che Marrageddon rappresenta una vera celebrazione del rap, che negli ultimi anni in Italia ha dimostrato di poter essere la musica dei giovani d’oggi, sia per impatto culturale che per numeri. Per questo il mondo rap non ha bisogno di essere “ospite” di una manifestazione, ma oggi ha la forza di avere un suo festival. È un atto di coraggio e forza necessario, anche per crescere. Il terzo motivo è il ritorno di “Santeria” live sia nella data di Milano che in quella di Napoli: il joint album di Marra e Gué, un progetto culto uscito nel 2016, rivive magicamente sul palco. E chissà che, dal palco di Milano, non venga annunciata l’uscita di un secondo e nuovo capitolo. In un’epoca in cui le collaborazioni e joint album spesso sono frutto di mere operazioni di marketing, avere il privilegio di poter riascoltare un progetto nato da una profonda amicizia e dall’amore per la cultura hip hop, non ha prezzo.