Travis Scott a Roma è un caso politico. Anche all’estero. Peccato
L’eco delle polemiche politiche legate al concerto di Travis Scott al Circo Massimo arriva anche negli Usa. Mentre in Italia ministri, personalità istituzionali e media continuano a scagliarsi contro lo show, che lunedì sera ha visto il rapper statunitense presentare per la prima volta dal vivo a tutto il mondo il suo nuovo album “Utopia”, davanti ai 55 mila fan radunati nell’antico stadio romano e a quelli che invece hanno assistito all’evento in diretta streaming, collegandosi da ogni angolo del Pianeta sul sito ufficiale dell’artista, oltreoceano il New York Times pubblica un lungo articolo nel quale ricostruisce il braccio di ferro tra il Ministero della cultura e il Comune di Roma sulla vicenda. Se all’indomani del concerto il prestigioso e autorevole quotidiano statunitense raccontava come altri media esteri l’epicità dello show, che ad un certo punto ha visto Travis Scott far salire a sorpresa sul palco una leggenda del rap come Kanye West, per quella che è stata la prima apparizione pubblica di Ye - 140 milioni di copie vendute a livello mondiale - dopo quasi un anno di lontananza dai riflettori, nell’articolo pubblicato oggi sulle pagine del giornale e sul sito ufficiale la corrispondente italiana Elisabetta Povoledo mette in fila le dichiarazioni del botta e risposta tra la direttrice del Parco archeologico del Colosseo Alfonsina Russo (da un lato) e l’Assessore ai grandi eventi, sport, turismo e moda del Comune di Roma Alessandro Onorato (dall’altro) che hanno inevitabilmente spostato l’attenzione dei media dall’esclusività dell’evento alle polemiche politiche. Non esattamente un ottimo spot per Roma e l’Italia in generale.
Lo scontro politico sui mega concerti al Circo Massimo, scoppiato proprio in seguito alle vicende legate al colossale show di Travis Scott (alimentate anche da dichiarazioni come quella del sismologo Giovanni Diaferia, che lavora all’Istituto Nazionale di Geofisica e Vulcanologia e che in un tweet ha calcolato che lo spostamento di massa delle 55 mila persone presenti all’evento avrebbero causato scosse pari a 1,3 di magnitudine, “abbastanza da essere registrate da una stazione sismica posta a 9km di distanza”), non accenna a rientrare. La cronaca di Roma del Corriere della Sera oggi ha pubblicato due pagine sulle polemiche. Dal Ministero della Cultura è partita una lettera indirizzata, tra gli altri, al Gabinetto del sindaco, alla direzione Grandi eventi, alla Sovrintendenza, al I Municipio e alle forze dell’ordine nella quale, tramite la direttrice del Parco archeologico del Colosseo competente sull’arena, vengono segnalate presunte inadempienze commesse dagli organizzatori. Sostenendo, tra le altre cose, che gruppi di persone, lunedì sera, abbiano scavalcato recinzioni interne e divelto recinsioni di cantiere accedendo in aree interdette al pubblico (un ragazzino di 14 anni per provare ad arrampicarsi su una terrazza del Palatino è scivolato in una buca facendo un volo di quattro metri: è stato recuperato dai vigili del fuoco e portato in ospedale, dal quale è stato dimesso a poche ore dal ricovero). Antonio Calbi, direttore dell’Istituto Italiano di cultura di Parigi, firma un pezzo in cui invita il Comune a concedere il Circo Massimo per “un solo evento musicale all’anno, selezionato con cura, per far parlare di Roma in modo più coerente con il suo formato di città universale, unica al mondo”.
L’edizione locale del Corriere della Sera parla anche di una presunta “svendita” da parte del Comune di Roma del Circo Massimo per show musicali. L’Assessore ai grandi eventi, sport, turismo e moda del Campidoglio Alessandro Onorato sostiene che l’area venga concessa per una cifra pari a 300 mila euro a show. Ma il quotidiano parla di dati inferiori, “una media di 143 mila euro a concerto”, “un magro, magrissimo guadagno per le casse della Sovrintendenza capitolina”, ricordando che la questione del canone era stata al centro del dibattito - e delle polemiche - già nel 2014, in occasione di un concerto dei Rolling Stones: i 7 mila euro pagati allora dagli organizzatori dello show di Mick Jagger e soci avevano sollevato un polverone che investì la gestione Marino, a seguito del quale le istituzioni si trovarono costrette a ritoccare i prezzi. Nelle due pagine c’è anche un editoriale firmato da Paolo Conti, che da trent’anni si occupa per le pagine del giornale di beni culturali, che invita la giunta Gualtieri a “fermarsi, convocare i massimi esperti del settore (archeologi, sovrintendenze, ingegneri esperti in statica, valutatori degli impatti sonori) e capire quali eventi il Circo Massimo possa ospitare”. Sulle pagine nazionali, invece, il Corriere riporta le parole contenute nella lettera con la quale il Ministero della Cultura ha chiesto lo stop agli eventi della prossima stagione: “In attesa di conoscere da Roma Capitale la programmazione prevista per l’anno 2024, il Parco archeologico del Colosseo comunica sin d’ora che, ai fini della tutela del patrimonio archeologico e della pubblica incolumità, per concerti di analoga tipologia esprimerà in sede di tavolo tecnico parere negativo”. La lettera ventila anche l’ipotesi di azioni legali nei confronti degli organizzatori. Che però si difendono: “La serata si è svolta al meglio grazie al coordinamento e alla cooperazione tra istituzioni, forze dell’ordine e gli organizzatori Live Nation affiancati dal local promoter The Base. Il lavoro coordinato e congiunto ha fatto sì che anche i momenti di tensione che si sono registrati la scorsa notte a causa di pochi irresponsabili e che avrebbero potuto trasformarsi in potenziale pericolo sono stati gestiti al meglio con professionalità e tempestività e scongiurati grazie alla perfetta macchina organizzativa e di sicurezza predisposta, come accade in ogni grande e piccolo evento”, faceva sapere già martedì, a poche ore dall’evento, la branca italiana di Live Nation, il colosso dei concerti che organizza le tournée di Travis Scott.
La risposta dell’Assessore ai grandi eventi, sport, turismo e moda Alessandro Onorato è dura: “Russo dice che al Circo Massimo bisognerebbe fare solo opera e balletto? Per fortuna non decide lei quale musica devonoa scoltare i romani. Noi siamo i primi a voler tutelare i monumenti, ma alcuni spazi pubblici non possono essere soltato musealizzati. Il Circo Massimo deve poter essere vissuto dai cittadini. L’anno scorso, grazie ai concerti, la Sovrintendenza ha incassato 2 milioni e 100 mila euro destinati alla tutela del patrimonio”. “I concerti al Circo Massimo proseguiranno”, assicura Onorato, sentito da La Repubblica. E ricordando che proprio grazie al Circo Massimo la Capitale è tornata al centro dei grandi eventi, superando anche Milano in quanto a biglietti venduiti, l’assessore aggiunge: “C’è evidentemente un interesse economico di diverse aree del Nord che preferirebbero che il Circo Massimo fosse chiuso e non vorrei che dal governo nazionale avallassero questa posizione”. La Repubblica intervista anche il Ministro della Cultura Gennaro Sangiuliano: “Travis Scott è un artista di successo e deve potersi esibire a Roma, ma credo che sarebbe stato meglio individuare una sede più adatta ai suoi spettacoli. Negli accordi c’erano precise prescrizioni, scritte nero su bianco, che sono state disattese”. Il tavolo tecnico aveva espresso parere favorevole a patto che “in considerazione della tiologia di musica prevista, ai fini della salvaguardia delle strutture archeiologiche del Circo Massimo, gli organizzatori, per ridurre quanto più possibile le vibrazioni del terreno, facessero presente agli artisti di evitare di sollecitare nel corso dell’evento specifici movimenti del pubblico, in particolare salti in simultanea”. Le prescrizioni di cui parla il ministro sono state negli scorsi giorni oggetto di commenti ironici sui social. Sul tema entra anche il sottosegretario alla Cultura Vittorio Sgarbi, che si schiera con la soprintendente e attacca: “Corrette le prescrizioni di Russo. Esaltazioni indemoniate, spray al peperoncino e decibel così esagerati da far pensare a un terremoto sono aberrazioni che vanno oltre ogni norma e richiedono sanzioni individuali”.
Travis Scott, intanto, festeggia per il successo di “Utopia”. All’indomani dello show al Circo Massimo il rapper ha raggiunto un nuovo picco di ascoltatori mensili su Spotify, pari a 69,9 milioni. Il disco, che a meno di una settimana dall’uscita aveva infranto il muro del mezzo miliardo di streams complessivi su Spotify, ha debuttato al primo posto della classifica relativa agli album più ascoltati degli ultimi sette giorni a livello globale sulla piattaforma. “Utopia” ha anche conquistato la vetta della classifica settimanale di Billboard relativa agli album più venduti negli Stati Uniti, con 496 mila copie equivalenti vendute e 331 milioni di ascolti solo negli Usa. Le 79 mila copie di vinili vendute lo hanno reso il disco in vinile rap più venduto di sempre in una settimana. Il 25 settembre, a distanza di quasi due mesi dall’anteprima mondiale ospitata dal Circo Massimo, partirà da Chicago il tour con il quale Travis Scott farà ascoltare dal vivo il suo nuovo album anche al pubblico statunitense.