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Slam Dunk festival, la prima volta in Italia: il racconto

Chiudono gli Offspring, davanti al pubblico più vasto di questo primo grande appuntamento.
Slam Dunk festival, la prima volta in Italia: il racconto

Il 2023, tra le altre cose, verrà ricordato dai cultori del punk e dell'alternative rock come l'anno in cui lo Slam Dunk è approdato in Italia. La prima edizione nostrana del sempre più celebre festival made in UK è una ventata d'aria fresca: due palchi, nessun momento di attesa in uno schedule serratissimo e con un cartellone di assoluta qualità. Da quanto tempo non si vedeva una cosa del genere dalle nostre parti? Se ci state mettendo troppo a trovare una risposta, avete in realtà già risposto. 

Il festival comincia con un pre-show day di prestigio: sono i Sum 41 a inaugurare l'evento, con quella che sarà una delle ultime apparizioni della carriera. Il combo canadese ha da poco annunciato lo scioglimento, prima del quale è previsto un ultimo album con annesso tour mondiale. Ma la notizia è bastata a mandare in tilt il fandom, accorso a dare un primo saluto ai paladini del pop punk. Le giornate di Slam Dunk Italy vero e proprio sono due. La prima, il 2 giugno 2023, è quella dedicata alla proposta prettamente punk. Ci sono i Destroy Boys e i The Bronx, che fanno tremare l’area concerti fin dal primo pomeriggio. C’è l’esplosiva Charlotte Sands, con le sue indubbie doti canore e la presenza scenica di una vera star. Tornano anche due nomi ricorrenti delle estati punk italiane: il main stage vede infatti alternarsi Anti-flag e Less Than Jake, band accomunate da uno zoccolo duro di fan che apre circle-pit come fossero caramelle, ma anche da performance d’ordinanza che non si discostano dal solito copione. Nel frattempo il Beky Bay viene preso d’assalto dai connazionali Rumatera - con Albyzzo dei Catarrhal Noise alla chitarra - per un set presentato come “trenta minuti, ma fatti bene”. Lo show più interessante della serata, headliner a parte, è però quello di Frank Turner, che con i suoi Sleeping Souls alza il livello del day 1 ricordando a tutti le sue formidabili doti da mattatore.

Si avvicina il crepuscolo e tocca ai Bowling for Soup, penultimo nome del giorno, che dicono di essere al loro primo show italiano di sempre e proprio non si capacitano di come possano avere un pubblico così ampio, in un Paese che è rimasto fuori dai loro radar. "Guardate che non siamo i Rancid. Anzi sì, siamo i Rancid, ma siamo ridotti così perché non ci laviamo da settimane", dice Jaret Reddick in un clima di festa liceale americana. Poi i Rancid arrivano davvero. Salgono sul Main Stage e si prendono tutto. Sono semplicemente monumentali. Lo è tanto la loro scaletta - che comincia con "Tomorrow Never Comes" e termina con "Time Bomb” e “Ruby Soho" nel tripudio generale - quando la loro resa del vivo. Un'istituzione del punk rock che mancava dall'Italia da tanto, troppo tempo.

Il day 2 non solo cambia fondamentalmente genere, ma cambia anche ritmo di marcia. Ci si addentra nell’alternative rock, quello che ha reso vincenta la formula ibrida dello Slam Dunk tra i giovani britannici. Molti nomi sono al loro debutto assoluto in Italia, altri tornano dopo anni di attesa ottenendo il feedback di un pubblico che non vuole far passare altrettanto tempo d'ora in poi. Si parte dagli incontenibili Beauty School, inglesi da tenere d’occhio, e dai Trophy Eyes, dall’Australia con le loro canzoni tristi e quell’hardcore melodico di grande impatto. Il Beky Bay ospita invece i Noisy Silence e Peaks, due ottime formazioni italiane che tengono alta la bandiera tricolore, candidandosi per eventuali versioni UK dello Slam Dunk.  Da qui in poi è un susseguirsi di act eccezionali. I Boston Manor demoliscono il palco, dimostrandosi tra i più maturi del bill e lasciando intravedere un futuro potenzialmente esaltante per tutti gli amanti del genere. Rispondono i Trash Boat, autentiche furie post-hardcore che confezionano anche il momento più emozionante del festival: una cover di “Given Up” dei Linkin Park, dedicata ovviamente a Chester Bennington e ragalata ai fan in un tentativo - riuscito - di azzerare la distanza tra palco e platea.

Anche se l’anima teen di ogni presente si fa travolgere dai Simple Plan e dal loro eterno ritorno, mentre quella più classy trova soddisfazione negli abiti eleganti dei Codefendants, la masterclass su come si esegue un live perfetto è tutta dei Billy Talent, assenti da un tempo oltraggioso ma pronti a ripagare i fan dell’attesa. Il loro è uno dei momenti più vivi e concitati di tutto il festival, almeno fino all’arrivo di quella che potremmo eleggere senza grossi problemi come la miglior band di tutto il weekend. Se una persona totalmente estranea a questo mondo volesse indagare e rispondere ai quesiti "perché lo fate?" o "perché è così importante?", è nel pit degli Enter Shikari che potrebbe trovare la risposta. È espressa in un linguaggio universale, i cui costrutti sono le urla, il sudore, i sorrisi e la carica dinamitarda della folla dei concerti estivi. Rou Reynolds, frontman e mente creativa degli Enter Shikari, è il perfetto catalizzatore di questo intreccio di energie che ad un solo slot dalla fine dell’evento lascia un segno indelebile nella sua genesi.

Chiudono gli Offspring, davanti al pubblico più vasto di questo primo Slam Dunk Italy. Nulla a che vedere con la frenesia dei Billy Talent o l’ecletticità degli Enter Shikari, ma il divertimento offerto dagli Offspring resta impareggiabile. La maggior parte dei presenti ha certamente lasciato un pezzo di cuore e della propria storia personale tra i versi e i ritornelli di quei pezzi cult, invecchiati divinamente. I siparietti tra Dexter e Noodles, i giochi col pubblico e i medley metal, sono poi il collante perfetto, gli ingredienti segreti per la ricetta del piatto finale dello Slam Dunk Italy. A giochi chiusi, possiamo dirlo: questo festival era un esperimento, come tanti altri fatti durante gli anni in un Paese dove gli eventi di questo tipo sembrano sempre funzionare a metà. Ma questa volta - come forse tutte le prime volte - sembra diverso. Che sia l’inizio di una nuova istituzione live italiana?

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