Bon Iver: un’onda di sentimenti folk e rock a La Prima Estate

Musica che graffia la pelle, che entra dentro e scuote animando i sentimenti. Il primo weekend del Festival La Prima Estate in programma dal 16 al 25 giugno al parco Bussola Domani di Camaiore, sarà quello del 16-17-18 giugno e avrà come protagonista, nella serata di sabato 17 giugno, Bon Iver, la band di Justin Vernon, che fin dal suo album d’esordio “For Emma, forever ago” del 2007 si è ritagliata uno spazio tra i più innovativi interpreti dell’alternative rock. Non è certo finita. Spazio anche ai Kings of Convenience, un duo norvegese composto da Eirik Glambek Bøe ed Erlend Øye, che ha conquistato il pubblico di tutto il mondo nel 2004 con l’album “Riot on an empty street” che contiene brani diventati famosi come “Misread” e “I’d rather dance with you”. Il loro repertorio è caratterizzato da sonorità delicate, da voci morbide e da complesse evoluzioni armoniche con le chitarre.
Prima di loro saliranno sul palco i Japanese Breakfast, guidati dalla cantante Michelle Zauner, che nel 2021 con l’album “Jubilee” hanno conquistato ben due nominations ai Grammy Awards come Best New Artist e Best Alternative Music Album. Ad aprire la giornata sarà Guinevere, giovanissima cantante milanese protagonista di un folk intenso ed evocativo, con richiami al mondo del jazz e alla musica classica, che nel 2022 ha pubblicato i suoi singoli d’esordio, “Setting Of The Sun” e “Whirlpools”, brani che hanno raccolto diversi elogi e attenzioni, facendo dell’artista uno dei nuovi nomi su cui puntare per il 2023. A lungo rimandato, il concerto dei Bon Iver al Mediolanum Forum di Milano, nel novembre del 2022, è stato uno dei più attesi della stagione. Il 5 novembre 2022, a tre anni e qualche mese dall’ultima data italiana al Castello Scaligero di Verona, il combo statunitense è arrivato a mantenere una promessa reiterata per molti mesi nei post promozionali. In tantissimi sono rimasti colpiti e soddisfatti della performance, per questo l’attesa per la nuova data a La Prima Estate è alta. Come sempre, nei concerti di Bon Iver, ogni pezzo ha un arrangiamento diverso da quello che conosciamo dai lavori in studio. Alcuni perdono qualcosa, altri ne guadagnano, altri ancora sono semplicemente diversi.
È come poter riscoprire un’intera nuova discografia, come abbiamo ricordato nella nostra recensione. Non c’è bisogno di giustificare l’attuale status di Mr. Vernon, oggi talmente potente da poter ospitare Taylor Swift e Aaron Dessner dei The National. Ma è bello vedere che nulla di ciò che ha ottenuto sia riuscito a scalfire quel bisogno di emozionare e quel desiderio di confezionare arte nella sua forma migliore. Per questo a un concerto dei Bon Iver si piange per le canzoni, ci si stacca la mascella per lo stupore suscitato dallo spettacolo visivo, si sfodera uno spudorato falsetto per un sing-along senza talento, ma anche vergogna. È un’esperienza unica e magica.