Il disco del giorno: Arvo Pärt, "Kanon Pokajanen"

Arvo Pärt, "Kanon Pokajanen" (2 Cd ECM New Series 1654/55)
Dopo il viaggio nell’oscurità di ieri cambiamo completamente direzione con una composizione ispirata direttamente al tema della luce; un’immensa icona musicale di oltre ottanta minuti composta dal musicista estone Arvo Pärt, tra i più popolari ed eseguiti dei nostri anni. La sua produzione è quasi esclusivamente rivolta alla creazione di musica sacra dal carattere riflessivo in grado di alterare la normale percezione del tempo, dove modi compositivi dell’antichità che prevedono regole contrappuntistiche estremamente severe vengono utilizzati per ottenere un linguaggio del tutto privo di spettacolarità e assolutamente contemporaneo, a cui non sono estranei gli influssi della musica liturgica tradizionale.
Pärt si riconosce nella Chiesa ortodossa, e in occasione delle celebrazioni per il 750° Anniversario della Cattedrale di Colonia nel 1988 ha deciso di mettere in musica un testo assai importante per i fedeli di quella tradizione religiosa, il "Kanon Pokajanen" (Canone di Penitenza); scritto, secondo la tradizione, da sant’Andrea da Creta, questo testo viene intonato all’alba in parecchi monasteri, simboleggiando così l’arrivo della Luce Divina. Se opere precedenti di Pärt come la "Passio" riuscivano ad articolare un materiale estremamente rarefatto lungo un’architettura formale di grandi dimensioni, nel "Kanon Pokajanen" il procedimento viene portato all’estremo, dato che in questo brano il compositore non utilizza alcuno strumento e si affida unicamente al coro.
Come in quasi tutti i suoi lavori il silenzio è parte integrante della musica, ne amplifica le più recondite vibrazioni, la avvolge e la sfuma, ne mette in rilievo i dettagli prima di accoglierla al proprio interno. Il carattere profondamente rituale della musica fa sì che Pärt accentui, rispetto al resto della sua produzione corale, l’aspetto iterativo e statico del suo divenire; lunghissimi pedali armonici sorreggono estesi passaggi accordali che talvolta richiamano la scrittura organistica alternati a sezioni antifonali di straordinaria suggestione. Le nove Odi in cui è divisa l’imponente partitura, inframmezzate dal "Kondakion" e suggellate da una "Preghiera finale", non propongono mai un ascolto consolatorio ma esprimono una religiosità dal carattere austero attraverso un’espressività che raggiunge anche coloro che non condividono la fede del compositore.
Carlo Boccadoro, compositore e direttore d’orchestra, è nato a Macerata nel 1963. Vive e lavora a Milano. Collabora con solisti e orchestre in diverse parti del mondo. E’ autore di numerosi libri di argomento musicale.
Questo testo è tratto da "Lunario della musica: Un disco per ogni giorno dell'anno" pubblicato da Einaudi, per gentile concessione dell'autore e dell'editore.
