Il disco del giorno: Vari interpreti, "Arabic groove"

Vari interpreti, "Arabic Groove" (Cd Putumayo 189-2)
Facciamo finta per qualche tempo che l’inverno sia scomparso all’improvviso, e qualche genio della lampada ci abbia trasportato di colpo nelle assolate terre di Marocco, Algeria, Libano ed Egitto permettendoci di assaporare i ritmi contagiosi di brani che uniscono le influenze tradizionali del räi algerino, del bhangra presente nel Sudest asiatico e del al-jil egiziano con i grooves tipici della musica Dance, riuscendo a riempire le discoteche locali (e non solo, visto il successo mondiale di artisti come Khaled e Transglobal Underground) con musica caldissima e trascinante in grado di scacciare qualsiasi uggia dalla giornata.
L’etichetta newyorchese Putumayo ha raccolto in questa compilation undici brani che non vi faranno stare fermi neanche un attimo, con ritmiche ultrafunky cui si sovrappongono voci sinuose, strumenti tradizionali, chitarre, oud, cetre e sintetizzatori, percussioni indiane e sezioni di fiati che sembrano uscite da un album degli Earth, Wind & Fire, in una ricetta saporita preparata da cuochi sopraffini come Abdel Ali Slimani, Abdy, Hisham Abbas e Natacha Atlas, tutte autentiche superstar nei loro paesi (e ascoltando le loro voci non è difficile comprendere il perché).
Alcuni di questi brani sono successivamente rimbalzati nelle consolle dei DJ statunitensi dando il via anche nel Nuovo Mondo a un trend stilistico a cavallo tra tradizione e modernità (ad esempio il brano "L’Histoire" di Cheb Tarik è interamente basato su una melodia algerina sovrapposta a un rap americano e ad un campionamento di "Let’s go dancing (Ooh La La La)" dei Kool & The Gang) che ha fatto entusiasmare molti appassionati delle danze sfrenate. Fortunatamente queste canzoni non si limitano a fare da propulsori ritmici per il movimento ma possiedono melodie molto belle e arrangiamenti di prima qualità che avvolgono cantanti dalle voci evocative, ricche di fascino e in grado di esibirsi in autentici virtuosismi vocali.
Naturalmente non bisogna considerare queste operazioni come contaminazioni culturali di chissà quale complessità (come sarebbero tentati di fare certamente molti critici nostrani attualmente in voga) dato che ci muoviamo in un ambito dichiaratamente commerciale e far divertire il pubblico è il primo obiettivo di questi artisti; non per questo il disco risulta meno interessante o godibile.
Carlo Boccadoro, compositore e direttore d’orchestra, è nato a Macerata nel 1963. Vive e lavora a Milano. Collabora con solisti e orchestre in diverse parti del mondo. E’ autore di numerosi libri di argomento musicale.
Questo testo è tratto da "Lunario della musica: Un disco per ogni giorno dell'anno" pubblicato da Einaudi, per gentile concessione dell'autore e dell'editore.
