Manuel Turizo: il principe del reggaeton (che piace ai Coldplay)

L’America Latina ha cominciato a stargli stretta relativamente presto. Negli Stati Uniti Manuel Turizo ha cominciato ad avere gli occhi puntati addosso già nel 2019, l’anno del suo debutto ufficiale con l’album “ADN”, quando agli iHeartRadio Music Awards fu premiato come “Miglior nuovo artista latino”. Da lì il 22enne cantante colombiano, considerato il principino del reggaeton, non si è più fermato. In una manciata di anni è riuscito a conquistare grossi successi non solo nel mercato latino - la hit “Quiéreme mientras se pueda", prodotta dai "nostri" Takagi & Ketra, è stata un successo da svariati Dischi d'oro e di platino in Spagna, Messico e Argentina - ma anche negli Usa. La consacrazione è arrivata negli scorsi mesi con la hit mondiale “La bachata”: uscita la scorsa primavera, la canzone conta un miliardo di stream complessivi sulle piattaforme e un milione e mezzo di video su TikTok. Un successo clamoroso - il singolo è stato nella classifica Hot 100 di Billboard per ventuno settimane, nella Global 200 per trentatré settimane e nella Hot Latin Songs per trentaquattro settimane - che ad un certo punto ha visto Manuel Turizo conquistare pure i Coldplay. Quando lo scorso agosto il “Music of the spheres World tour” dei Coldplay ha fatto tappa a Buenos Aires, in Argentina, Chris Martin ha chiamato accanto a sé sul palco dell’Estadio River Plate Manuel Turizo, duettando con lui sulle note della sua hit: “È la migliore canzone del mondo in questo momento”, ha detto. Ora arriva l’album “2000”, che punta a suggellare il momento d’oro di Manuel Turizo, che conquista la playlist “Latino Caliente” (raccoglie le uscite più rilevanti del latin pop).
“Non voglio limitarmi. Me lo sono ripetuto più volte mentre realizzavo questo disco. Questo è un album urban, è vero, ma attinge a tanti stili diversi”, ha raccontato Manuel Turizo a Rolling Stone, negli Usa, esplicitando le sue aspirazioni. Reggaeton, pop, ballate romantiche, trap: tutto si può dire tranne che “2000” non sia un album variegato e multicolor. “Triste” è una canzone pop latina che strizza l’occhio all’r&b. “Jamaica” è un pezzo urban-caraibico. In “Despecho marciano” - sorpresa - compaiono pure delle chitarre elettriche. Dietro le quindici tracce che compongono la tracklist del terzo album di Manuel Turizo ci sono alcuni degli hitmaker tra i più premiati e vincenti del laitn pop: da Jorge Emiliano a Nico Cotton, passando per Slow Mike (Daddy Yankee, Rauw Alejandro, Justin Quiles, tra gli altri) e il messicano Edgar Barrera (uno che nel corso della sua carriera ha vinto 20 Latin Grammy e pure un Grammy Award come “Produttore dell’anno” nel 2021 - c’era il suo tocco dietro a “Medellin” e “Bitch I’m loca” di Madonna, “Bam bam” di Camila Cabello e Ed Sheeram, e via dicendo). Gale, vero nome Carolina Isabel Colón Juarbe, promessa del latin pop in salsa portoricana, che ha co-firmato “El Merengue”, frutto dell’incontro tra il reggaeton di Manuel Turizo e l’elettronica di Marshmello. Non è l’unica donna presente nel disco. In “Éxtasis” il cantante colombiano duetta con l’argentina María Becerra, considerata la next big thing della scena latin al femminile: “È bello supportare talenti femminili. Vogliamo vedere sempre più autrici, produttrici e artiste donne”, dice lui.
La carriera musicale di Manuel Turizo è decollata nel 2018 dopo l’uscita del singolo “Culpables”, 555 milioni di visualizzazioni su YouTube. Poi le nomination ai vari Latin Music Awards, Premio Lo Nuestro, Premios Tu Música Urbano, tra i riconoscimenti più ambiti per gli artisti dell’universo latino. Oggi la sua musica conta la bellezza di due miliardi di streams complessivi sulle piattaforme. Ma non è tutto oro - o platino - quel che luccica. “2000”, racconta Manuel Turizo, è un disco personale, in cui il cantante colombiano parla anche delle difficoltà a prendere le misure con la nuova vita da popstar e tutto ciò che questo comporta. Non è un caso che abbia scelto per la copertina una foto di lui da bambino: “Prima non avevo un gruppo di persone che lavoravano con me e dipendevano anche economicamente dal mio successo. Adesso sì. È come se fossi una macchina che non puàò restare mai senza benzina”.
“2000” è un disco così personale che rispetto a “Dopamina” del 2021 Manuel Turizo ha intenzionalmente scelto di ridurre sensibilmente il numero di feat. Oltre a quello con Marshmello per “El Merengue” e a quello con María Becerra su “Éxtasis”, ce n’è solamente un terzo, quello con il colombiano Beéle su “Jamaica”: “Queste sono canzoni con dei messaggi. In giro ascoltiamo così tante canzoni con ritmi pazzeschi, ma senza messaggi. Io voglio dire qualcosa con le mie canzoni”. Del peso del successo parla in “Vacío”: “È la prima canzone che ho scritto per questo album, mentre la pandemia stava finendo. Ho iniziato a parlare insieme ad altri amici musicisti della vita. Ho capito che quando tu sei focalizzato sulla tua carriera musicale, perdi il contatto con altre parti della vita. Sono grato di avere questo successo, ma è un lavoro così complicato. Ti porta via un sacco di tempo. Non puoi avere una vita normale, passare del tempo con le persone che ami”.