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Ava Max resta pur sempre una million dollar baby

Ricordate "Sweet but psycho"? Ora torna, due anni e mezzo dopo. E a maggio sarà live a Milano.
Ava Max resta pur sempre una million dollar baby

In fin dei conti il suo più grande successo, a distanza di cinque anni, resta ancora quella “Sweet but psycho” che nel 2018 la catapultò in cima alle classifiche mondiali, spingendo discografici e addetti ai lavori affamati di novità a etichettarla subito come nuova reginetta del pop internazionale. Qualcuno la definì addirittura la nuova Lady Gaga. Lei non la prese benissimo, sottolineando di ispirarsi, più che alla voce di “Poker face”, alle dive del country femminile americano: “Riprendo le melodie semplici e orecchiabili del country e le condisco con basi disco e dance, strizzando l’occhio al pop Anni ’90”. Forse le restrizioni legate alla pandemia - e dunque l’impossibilità di promuovere a dovere un disco - hanno condizionato un po’ i feedback, spingendo Ava Max e il suo entourage a ridimensionare le loro aspettative dopo l’uscita dell’album d’esordio “Heaven & Hell”. Alla fine arrivò a quota 1,6 milioni di copie vendute, una ventina tra Dischi d’oro e di platino al di là e al di qua dell’Atlantico: non fu proprio un flop, ma neppure un esordio impattante come altri. Due anni e mezzo dopo, Ava Max ci riprova. “Diamonds & Dancefloors” è il nuovo album di inediti della 29enne cantautrice statunitense: “Ho trascorso tutto il 2021 a scrivere il nuovo album. È stato il più duro della mia vita, dal punto di vista personale. Questa musica racconta tanto”, dice lei.

Nei quattordici pezzi di “Diamonds & Dancefloors”, frutto della collaborazione con produttori e musicisti del circuito pop come Jason Evigan, David Stewart, Omer Fedi e Jonas Jeberg, già al fianco di star come Demi Lovato, i Maroon 5, David Guetta, i Jonas Brothers e Justin Bieber, Ava Max esorcizza la fine di una storia d’amore con inni dance, spaziando dalla house degli Anni ’90 di “Ghost” all’europop di “Weapons” (c’è lo zampino di Ryan Tedder, il frontman degli OneRepublic, un signore che le regole del gioco del pop le conosce bene), passando per i beat UK garage di “In the dark” all’EDM di “Get outta my heart”. “Era una relazione che durava da tanto. Sono sempre stata gelosa della mia vita privata. Qualcosa è cambiato. Racconto le mie sofferenze, ma su basi dance: questo disco fa piangere e ballare allo stesso tempo”, assicura.



Amanda Koci, questo il vero nome della cantautrice (classe 1994, origini albanesi: i genitori emigrarono negli States poco prima della nascita della ragazza, stabilendosi in Pennsylvania - per la cronaca, hanno entrambi studiato musica: il padre come pianista, la madre come cantante lirica, e infatti il duetto dei sogni è quello con Andrea Bocelli), lo presenterà dal vivo anche in Italia, la prossima primavera. Il 15 maggio sarà in concerto al Fabrique di Milano per l’unico appuntamento nel nostro paese del suo tour nei club (biglietti in vendita dal 3 marzo): “Non ho mai scritto niente di più personale. Le mie canzoni restano inni pop, ma stavolta c’è qualche diefferenza. C’è più materiale autobiografico e spero che ai fan piaccia. È come se a parlare fosse il mio cuore e questa cosa mi rende nervosa”, spiega.

L’album è stato anticipato dai singolu “Maybe you’re the problem”, “Weapons”, “Dancing’s done” e “One of us”. In “Million dollar baby”, che da sola ha totalizzato 130 milioni di streams, c’è il tocco di Diane Warren, l’autrice di “I don’t want to miss a thing” degli Aerosmith, dei successi di Celine Dion e di tante altre hit degli ultimi trent’anni. La canzone campiona infatti “Can’t fight the moonlight” di LeAnn Rimes, hit del 2000 co-firmata dalla Warren, resa celebre dal film cult “Le ragazze del Coyote Ugly”: “Nel periodo in cui lavoravo a questo disco stavo attraversando un momento davvero difficile: l’ho intitolata ‘Million Dollar baby’ per ricordare a me stessa la mia autostima e ho scritto il testo per mostrare che puoi superare e ottenere qualsiasi cosa quando ci metti la testa - racconta - la frase ‘ho rotto le catene, ho trasformato il fuoco in pioggia’ rende l’idea della strada attraverso cui questa canzone mi ha portata: dal sentirmi oppressa dalla tristezza al liberarmi e al sentirmi di nuovo me stessa”.

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