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Elton John, "Un grande re sepolto nell'abbazia, redivivo"

Il ricordo del Principe Harry del funerale di Diana - e altri aneddoti musicali da "Spare"
Elton John, "Un grande re sepolto nell'abbazia, redivivo"

È il libro del momento, forse dell'anno: è "Spare", l'autobiografia del Principe Harry - scritta assieme a J.R. Moehringer, ghost writer di "Open" di André Agassi, giornalisya premio Pulitzer e a sua volta autore dello stupendo memoir "Il bar delle grandi speranze", recentemente trasformato in film da George Clooney. Si dice che sia stato proprio l'attore a far conoscere il reale e lo scrittore.

Del libro in questi giorni avrete letto sicuramente una grande quantità di estratti e "notizie": lo stile scelto dai due è diretto, crudo - con giudizi molto netti sui suoi parenti-serpenti, e non solo. Ed è pure ricco di aneddoti musicali, con personaggi raccontati con lo stesso stile. Abbiamo scelto i due più interessanti.

Elton John al funerale di Diana

Harry racconta due traumi: uno è quello di essere da sempre la ruota di scorta della famiglia, la riserva da sacrificare (da qua il titolo "Spare", in Italiano tradotto come "Il monire"); l'altro è ovviamente la morte della madre Diana, avvenuta il 31 agosto 1997 in un incidente automobilistico sotto il tunnel del Pont de l’Alma a Parigi.  
Pochi giorni dopo, il 6 settembre 1997 all'abbazia di Westminster, si svolsero i funerali - che rimasero nella storia anche per la performance di Elton John - inizialmente osteggiata dalla casa reale - che in parte riscrisse assieme a Bernie Taupin la sua "Candle in the wind".

Harry racconta quel momento - e l'effetto che gli fece - con parole non proprio tenere nei confronti dell'amico della madre.

Il funerale cominciò con una serie di letture ed elogi funebri, e culminò con Elton John.
Lui si alzò lento, rigido, come fosse uno dei grandi re sepolti da secoli nell’abbazia improvvisamente tornato in vita.
Arrivato al pianoforte a coda si accomodò.
Credo tutti sappiano che cantò Candle in the Wind in una versione rielaborata per mamma. Non so se le note che rammento siano di quel momento o vengano da miei ascolti successivi. Probabilmente sono le ombre di incubi ricorrenti.
Ma ho un ricordo puro e indiscutibile della canzone al suo culmine: sentii un formicolio agli occhi e quasi mi misi a piangere.
Quasi.

La canzone venne pubblicata anche come singolo, arrivando al numero 1 sia in Inghilterra che in America: i proventi andarono in beneficenza; si stima che, con circa 40 milioni di copie vendute sia il secondo singolo più venduto della storia, dopo "White Christmas" di Bing Crosby.

Va anche detto che più avanti Harry ha parole decisamente più tenere nei confronti di Elton John, che lo aiutò ad organizzare un concerto celebrativo per Lady Diana a Wembley, presentandolo sul palco assieme al fratello William.

La regina con i tappi nelle orecchie

Un altro aneddoto riguarda il concerto per il giubileo della Regina, nel 2002, a cui parteciparono rockstar come Paul McCartney e Brian May. Harry racconta la sensazione di disagio provata nell'occasione, ammirando invece la Nonna, che continuava a battere il piede a tempo con la musica.
Poi si accorse di un particolare.

Mentre il concerto proseguiva, io cominciai a sentirmi stanco. Avevo mal di testa per la musica ad alto volume e per lo stress delle ultime settimane.
La nonna, invece, non dava alcun cenno di cedimento. Era sempre forte, e non smetteva di battere il piede e oscillare.

All’improvviso la osservai più da vicino e notai che aveva qualcosa nelle orecchie. Qualcosa… d’oro? D’oro come la carrozza. D’oro come gli angeli. Mi chinai in avanti. Forse non era proprio oro. No, era più sul giallo.
Sì, tappi per le orecchie gialli. Abbassai lo sguardo e sorrisi. Quando risollevai la testa, osservai soddisfatto la nonna che batteva il tempo di una musica che non sentiva, oppure di una musica che, con intelligenza e discrezione, aveva trovato il modo di… distanziare, di controllare.
In quel momento più che mai avrei voluto abbracciarla.

 

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