“Soldi” di Mahmood ha cambiato per sempre il Festival di Sanremo

Basta rileggere i soli e ultimi vincitori del Festival di Sanremo di quegli anni per rendersi conto di quanto la kermesse fosse ancorata a un certo sentire e a una precisa visione della canzone, filo rosso che, di fatto, ha sempre contraddistinto la manifestazione: nel 2015 Il Volo, nel 2016 gli Stadio, nel 2017 Francesco Gabbani, nel 2018 Ermal Meta e Fabrizio Moro. Tutti artisti simbolo, in qualche modo, di una determinata tradizione musicale italiana. Poi, però, nel 2019 succede qualche cosa di spiazzante e inaspettato: Alessandro Mahmoud, in arte Mahmood, all’epoca 27 anni, dopo aver vinto Sanremo Giovani insieme a Einar, contro ogni pronostico e previsione, trionfa anche fra i big con il brano “Soldi”. Qualche cosa di diverso e nuovo per il pubblico televisivo. Non è una vittoria qualunque, ma uno scacco matto a un vecchio sistema e una finestra aperta sul futuro della musica.
Mahmood, chi?
L’artista arriva al Festival, per il grande pubblico, da perfetto sconosciuto: nel suo curriculum ci sono dei brevi lampi a X Factor e fra le Nuove Proposte sanremesi nel 2016, alcune collaborazioni prestigiose come quella con Fabri Fibra, e l’ep “Gioventù bruciata”, che poi verrà ripubblicato dopo la vittoria a Sanremo. Poco prima di salire sul palco dell’Ariston, esattamente il primo febbraio del 2019, Mahmood, dopo una serie di piccole esperienze a livello locale, tiene il suo primo concerto ufficiale al circolo Ohibò di Milano, dove presenta alcuni suoi inediti tra cui “Sabbie mobili”, “Remo” e “Il Nilo nel naviglio”.
Appena quindici giorni dopo, il suo nome è sulla bocca di milioni di persone e il suo brano “Soldi” vola in cima alle classifiche. Gli addetti ai lavori di Sanremo 2019 ricordano sicuramente il grande e faticoso impegno dell’allora ufficio stampa di Mahmood, Rossana Moro, nel cercare di far intervistare il giovane artista, sottovalutato da molti giornalisti, essendo poco conosciuto. Giornalisti che poi, però, nel momento decisivo della votazione nella finalissima con Ultimo e il Volo, lo votano preferendo “Soldi” a “I tuoi particolari” del cantautore romano, incoronato invece dal televoto. Una scelta decisiva che suscita polemiche e ha strascichi, perfino politici.
Una vittoria generazionale
Quella di Mahmood del 2019 non è semplicemente una vittoria “dal basso”, nel segno di una retorica un po’ rap: un ragazzo comune vince il Festival della Canzone Italiana. No, non è solo questo. È il sound con cui vince a fare la differenza. “Soldi” arriva a Sanremo con un ritmo fresco e internazionale, è una fotografia nitida e potente della musica che un’intera generazione sta ascoltando da anni, ma che sul palco della Città dei Fiori non è mai stata rappresentata. La produzione, infatti, porta la firma di Dardust e Charlie Charles, il producer che ha contribuito più di tutti, grazie al suo sodalizio con Sfera Ebbasta, a portare la trap nel mainstream. Mahmood è italiano, ma dentro di lui scorrono anche influenze arabe che si riverberano nel sound e nel testo, andando così oltre gli steccati della classica canzone italiana. Insomma, quello del 2019 è un trionfo generazionale senza precedenti: Sanremo, grazie al vento di novità iniziato da Claudio Baglioni e poi successivamente continuato da Amadeus, non sarà più lo stesso.
I semi
Shari, Colla Zio, gIANMARIA, Sethu, Will e Olly, ovvero i giovani artisti che da Sanremo Giovani arriveranno all’Ariston nel 2023 insieme ai big, tutti, senza pensarci due volte, attribuiscono a “Soldi” una portata “rivoluzionaria”. Si tratta di un brano che li ha ispirati. “Da quel momento in poi un’intera generazione ha capito che Sanremo non era più un palco alieno e che anche noi, lì, avevamo una possibilità”, ha spiegato Olly, che all’epoca era appena maggiorenne. “Soldi”, dopo quel verdetto, raggiunge quattro dischi di Platino, sfonda con milioni di ascolti le piattaforme di streaming (oggi ha 211 milioni di ascolti su Spotify), infrange record in radio e nelle classifiche internazionali, diventando un’onda inarrestabile e a tratti non quantificabile. Ma soprattutto lascia un segno indelebile a Sanremo e nella musica italiana: un impatto culturale che, anno dopo anno, mostra i suoi frutti.