Il disco del giorno: Horace Silver, "Silver's Blue"

Horace Silver
Silver’s Blue (CD Epic/Legacy 520240-2)
A volte un grande disco può nascere in modo del tutto occasionale, magari unicamente per ottemperare a un dovere contrattuale. Generalmente in questi casi molti artisti realizzano incisioni sbrigative per sbarazzarsi del rapporto di lavoro e poter incominciarne altri (magari più lucrosi) presso etichette diverse ma Horace Silver, una delle voci più autentiche del jazz di sempre, non era certo il tipo da prendere sottogamba nulla, figuriamoci la realizzazione di un album.
Silver aveva realizzato assieme ai Jazz Messengers di Art Blakey un ormai storico album nel 1955 per la Columbia, e il contratto prevedeva che ognuno dei membri della formazione realizzasse anche un disco a nome proprio. Alfred Lion, il patron della scuderia Blue Note, aveva già assicurato i servigi di Silver per la propria etichetta, ed egli vi resterà fedele per quasi trent’anni in seguito; tuttavia prima di poter incidere per Lion il pianista di Norwalk organizzò questa session in quintetto per terminare il suo contratto con la Columbia. In realtà rispetto ai Jazz Messengers la differenza principale è data dall’assenza di Blakey alla batteria; tuttavia la scelta di due stelle come Art Taylor e Kenny Clarke sopperisce ottimamente alla mancanza del vulcanico Blakey, dando alla registrazione un sapore più delicato.
Come tutti i dischi di Silver anche questo (rimasto per anni in ombra rispetto ad altre sue opere) è frutto di un meticoloso
lavoro di scrittura, con arrangiamenti lungamente provati e perfettamente calibrati per ottenere il massimo della precisione senza negarsi mai il piacere della spontaneità. I musicisti coinvolti avevano raggiunto un livello assoluto di coesione, cementata in decine di concerti. Hank Mobley (sax), Doug Watkins (basso), Donald Byrd (tromba) sono in forma smagliante e contribuiscono al successo finale dell’album attraverso assoli inventivi e generosi che si muovono perfettamente a loro agio nel linguaggio hardbop.
I temi sono in buona parte scritti dal leader ma non mancano bellissime cover di classici come "How Long Has This Been Going on" e "The Night Has a Thousand Eyes". Il pianismo di Silver è sempre trascinante nella sua essenzialità ricca di blues (dove ogni singola nota conta) arricchito da un fraseggio ironico e mordente la cui potenza ritmica è affidata soprattutto all’instancabile drive della mano sinistra.
Carlo Boccadoro, compositore e direttore d’orchestra, è nato a Macerata nel 1963. Vive e lavora a Milano. Collabora con solisti e orchestre in diverse parti del mondo. E’ autore di numerosi libri di argomento musicale.
Questo testo è tratto da "Lunario della musica: Un disco per ogni giorno dell'anno" pubblicato da Einaudi, per gentile concessione dell'autore e dell'editore.
