Russia, il rapper Walkie suicida per dire no alla guerra
Walkie, all’anagrafe Ivan Petunin, 27 anni, una delle promesse della scena rap russa, si è tolto la vita lo scorso venerdì, 30 settembre, lanciandosi dal suo appartamento di Krasnodar, città nel sud del paese distante appena un centinaio di chilometri dalla Crimea, penisola ucraina dopo la dissoluzione dell’Unione Sovietica annessa da Mosca nel 2014. Le ragioni del tragico gesto, secondo quanto riferito dai media internazionali (tra le quali la testata locale Next), sarebbero state spiegate dall’artista in un video postato sul proprio canale Telegram: “Non sono pronto a uccidere per nessun ideale”, ha detto Petunin, riferendosi alla “mobilitazione parziale” messa in atto dal Cremlino per potenziare le forze militari schierate nell’invasione dell’Ucraina.
Il cantante si era sempre dichiarato contrario all’operazione militare ordinata da Vladimir Putin, pur non correndo il rischio di essere precettato, essendo titolare di un esonero per ragioni sanitarie a causa di una grave forma di depressione che l’aveva colpito nel 2017.
L’anno prima Petunin era salito all’onore delle cronache nazionali grazie alla sua partecipazione al Web contest Battle of Rap, che l’aveva proiettato tra le star nazionali del genere: sei anni fa Walkie aveva pubblicato il brano “звезды” (“Stelle”), insieme al collega ucraino Artem Loik, nato a Poltava nel 1989 e diventato popolare grazie all’edizione locale di X Factor.
“Era una persona gentile, forte e onesta”, l’ha ricordato Loik sul proprio canale Instagram ufficiale: “Ha sempre detto la verità. L’ha detta anche quando a tanti non importava di cosa succedeva in Ucraina. L’ha detta anche dove dire la verità era generalmente considerato ed è ancora considerato qualcosa di impensabile. L’ha detta nonostante tutte le difficoltà e le ferite che la vita gli ha inferto. Più precisamente, non parlava, ma parla. Parla e parlerà nelle sue canzoni. Per sempre”.