Vangelis: le sue collaborazioni con alcuni musicisti italiani

Il nome di Vangelis, all'anagrafe Evangelos Odysseas Papathanassiou, è inevitabilmente legato ai titoli dei film le cui colonne sonore portano la sua firma: quelle di "Momenti di gloria", "Antarctica" e "Blade Runner" sono sicuramente le più celebri. Eppure, oltre alla sua carriera solista (avviata all'inizio degli anni '70) e come compositore di colonne sonore, il musicista greco nel corso degli anni ha collezionato collaborazioni anche con altri artisti, diversi dei quali italiani, in veste di arrangiatore. Nel giorno in cui è stata annunciata la sua scomparsa lo vogliamo ricordare ponendo alla vostra attenzione le sue collaborazioni con alcuni musicisti del nostro paese.
Claudio Baglioni aveva esordito nel 1970 con il suo primo album dal titolo eponimo per la RCA Italiana, contenente anche "Signora Lia", il lato a del suo primissimo 45 giri. Il disco, però era stato ritirato poco dopo l'uscita per lo scarso successo. Nel 1971 il cantautore di Centocelle ci aveva riprovato con "Un cantastorie dei giorni nostri", che a differenza del precedente ottenne un buon successo e aveva cominciato a far girare il nome di Baglioni tra pubblico e addetti ai lavori, mentre l'anno successivo era arrivato il grande successo: "Questo piccolo grande amore" lo aveva incoronato come uno dei cantautori più amati dai suoi coetanei, permettendogli di imporsi definitivamente nelle classifiche di vendita. Nel 1974, dopo un nuovo successo con "Gira che ti rigira amore bello", Baglioni decide di provare ad alzare un po' l'asticella. Intenzionato a registrare un'opera rock nello stile di "Tommy" degli Who, Claudio vola a Parigi e qui incontra Vangelis, già tastierista degli Aphrodite's Child. I due cominciano a lavorare insieme, ma il progetto dell'opera rock lascia presto il posto a un disco destinato a diventare uno dei suoi classici, "E tu..." (intitolato proprio come la hit che apre l'album).
Della stessa scuderia di Baglioni, dopo il successo di "E tu..." anche Riccardo Cocciante decise di provare a lavorare insieme al talentuoso Vangelis a un album. Il cantautore, che in precedenza aveva lavorato con il fratello del compositore, Nico Papathanassiou, affidò a Vangelis gli arrangiamenti dei brani ai quali stava lavorando in quel periodo, quelli che sarebbero poi finiti in "Concerto per Margjerita". L'album si rivelò un enorme successo nelle vendite.
Anche lei legata alla RCA Italiana, la stessa casa discografica di Baglioni e Cocciante, Patty Pravo già nel 1969 aveva inciso una cover di "End of the World" degli Aphrodite's Child per il suo album "Concerto per Patty", con il titolo di "Sola in capo al mondo". Nel 1976 l'incontro con Vangelis, anche in questo caso arruolato come arrangiatore, produsse l'album "Tanto", contenente - tra le altre - la cover di "Io ti venderei" di Battisti/Mogol scelta come lato b del 45 giri scelto per trainare le vendite del disco. E nell'ellepì successivo, intitolato semplicemente "Patty Pravo", la cantante incise una cover in lingua italiana di "So long ago, so clear" di Vangelis e Jon Anderson, "Sconosciuti cieli".
Nel 1981 Milva incise l'album in lingua tedesca "Ich hab' keine Angst", contenente le sue versioni di brani composti da Vangelis, alcuni dei quali inediti. Due anni dopo Milva pubblicò invece "Identikit", disco destinato stavolta al mercato italiano, contenente - tra le altre canzoni - "Dicono di me", versione in lingua italiana di un brano già incluso all'interno di "Ich hab' keine Angst", "To the unknown man", ma riarrangiato. Nello stesso disco fu inclusa anche "Forse chissà", versione in lingua italiana di "I'll find my way home", incisa nello stesso anno in lingua tedesca - con il titolo di "Mehr Glück als Vertland" per l'album "Unverkennbar", destinato al mercato tedesco. Le strade di Milva e Vangelis tornarono a incrociarsi nel 1986, per un nuovo album della cantante destinato al mercato tedesco, "Geheimnisse", che Milva poi pubblicò anche in Italia con il titolo di "Tra due sogni".