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Genesis, la storia di "Supper's Ready" (3)

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Il rallentamento successivo rende inquietante l’atmosfera: Steve simula una sirena con la chitarra, mentre il mellotron delinea
accordi cupi (nella versione originale si sente la differenza di due sezioni registrate a velocità di nastro differenti, difetto che
sarà poi sistemato nel remix in 5.1 del 2008). Quindi, un lungo intermezzo di flauto si appoggia agli arpeggi delle chitarre
acustiche, prima la 12 corde di Mike, poi la classica di Steve.

Banks: “Il pezzetto di flauto e chitarra era una ripresa della strofa di 'The Guaranteed Eternal Sanctuary Man' ed era originariamente concepito per la chitarra”.
Nell’ultima ripetizione del giro, il rullante di Phil entra lentamente insieme ai suoni drammatici del mellotron. La sequenza di accordi cambia, portando il brano al suo climax: "Apocalypse In 9/8" inizia con il canto urlato di Gabriel su una base guidata dalla chitarra ritmica, organo e stacchi di batteria, che prelude al superlativo intermezzo strumentale creato da Tony, Mike e Phil durante un’improvvisazione.

Banks: “Mike voleva un’alternanza fra chitarra e basso, così cominciò a suonare, ma lo faceva un po’ a caso, mentre Phil cercava di ricavarne un pattern. Allora proposi a Mike di limitarsi a tre note (Mi, Fa diesis e Si), sotto le quali avrei potuto suonare qualsiasi accordo, in scala minore o maggiore. In minore, la musica può essere sia triste che allegra, dunque avevo la libertà di metterci qualsiasi cosa senza dovermi preoccupare del ritmo e il risultato fu davvero sorprendente”.
Collins: “Fu uno dei nostri migliori momenti spontanei, anche se la mia parte l’avrò suonata solo una o due volte. Mike e Tony avevano trovato questo riff in 9/8 e io mi unii a loro e quel momento fu catturato su nastro”.

Tony spadroneggia con i fraseggi d’organo, occasionalmente enfatizzati da accordi di base, mentre Collins (straordinario il suo drumming) e Rutherford formano un’irregolare ritmica in 9/8, diligentemente assecondata dall’oscuro lavoro di accompagnamento da parte di Steve, che percuote ipnoticamente solo le corde alte della chitarra. Collins: “La parte di Tony fu scritta quando io non c’ero. Quindi quando ho suonato quel ritmo non sentivo ancora le tastiere, e credo che questo sia stato un bene”.

Una sequenza di accordi dell’organo permette al flauto di riprendere la melodia precedentemente suonata dai bass pedals e, dopo ulteriori galoppate di Tony, il passaggio all’accordo in maggiore è il viatico per lo splendido ritorno della voce sulla possente base di Tony.
Banks: “Si era creato un crescendo, fino a un culmine massimo. Lo si annunciava e poi arrivava quell’accordo che conferiva un tono drammatico, portando la melodia in scala maggiore. Per me quello doveva essere uno strumentale, era un pezzo grandioso, ma poi Peter iniziò a cantarci sopra”.

Gabriel: “Feci in modo che nessun altro fosse in studio quando registrai la voce, sia perché sapevo che non avrei fatto tutto benissimo, sia perché volevo tentare cose che agli altri non sarebbero piaciute. Ero convinto che l’assolo di tastiera fosse troppo lungo. Era fantastico, ma necessitava di un taglio e pensai che l’unico modo per far funzionare il tutto fosse aggiungere
una parte vocale. Ci lavorai molto per farla bene. Quando i ragazzi arrivarono (e feci in modo che arrivassero tutti insieme) feci ascoltare quel che avevo fatto e ovviamente Tony si sentì oltraggiato dal fatto che avessi osato incidere la mia voce sopra il suo sacro assolo! Ma il resto della band fu emozionato da quel che avevo registrato e il voto popolare per noi era sempre un fattore determinante. Ero costretto a usare queste assurde tattiche di manipolazione!”

Alla fine, comunque, anche il tastierista riconoscerà l’efficacia del contributo di Peter.
Banks: “Quella parte è la chiave del brano: gli dà forza, è fantastica, si adatta perfettamente. E nella conclusione è piuttosto rilassante e ha qualcosa di trionfale”.
Il rallentamento conduce a un flauto che gentilmente riporta, dopo tre colpi di campane tubolari, alla chiusura della suite, "As Sure As Eggs Is Eggs". La bella voce di Peter ripete la melodia iniziale di "Lovers’ Leap", a cui rispondono ancora le campane, per poi lasciare entrare il ritmo. Sale la voce, di cui Hackett sottolinea tutte le fasi con una chitarra solista con la tecnica del “bending”, mentre la base continua il suo percorso. Quando termina il canto, Steve continua con il suo assolo lancinante sotto note distorte di tastiera che trascinano l’epica suite alla sua dolce conclusione sfumata.

Il testo è tratto da "Genesis - Tutti gli album tutte le canzoni" di Mario Giammetti, pubblicato da Il Castello, per gentile concessione dell'editore.

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