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Lazza, Rhove, Paky: il tridente perfetto del nuovo rap italiano

Come Messi, Neymar e Mbappé al PSG. Oppure come Robben, Ribery e Lewandowski al Bayern?
Lazza, Rhove, Paky: il tridente perfetto del nuovo rap italiano

Come Messi, Neymar e Mbappé al PSG. Oppure come Robben, Ribery e Lewandowski al Bayern Monaco, o Ronaldo, Benzema e Bale al Real Madrid delle tre Champions di fila tra il 2013 e il 2018, per non scomodare terzetti più datati come quelli di Ronaldo, Rivaldo e Ronaldinho del Brasile 1999/2002 o Del Piero, Vialli e Ravanelli della Juve stagione 1996. Il tridente del nuovo rap italiano è perfetto: Lazza, Rhove e Paky. Tre artisti diversi che stanno scrivendo, ciascuno a modo suo, alcune delle pagine più belle degli ultimi dieci anni della scena. È su di loro che questa settimana è incentrata la playlist Rap Italiano Game Over, che raccoglie il meglio della scena rap del momento.

“Qua non c’è niente che va bene. Se tu stessi una settimana con me, qui, ti farei provare la mia stessa rabbia. Qui tutti i ragazzi sono arrabbiati. Se cresci qui, ce l’hai dentro quella rabbia. Mancano le istituzioni, lo Stato non fa un cazzo. La politica non sa quello di cui abbiamo davvero bisogno. Servirebbero iniziative, punti di aggregazione”, ha detto nella nostra intervista Paky, parlando di Rozzano, il quartiere in cui è cresciuto e che fa da sfondo ai pezzi del suo primo album “Salvatore” (dedicato allo zio, scomparso prematuramente in un incidente stradale). Tenuto a battesimo da giganti come Marracash e Guè (con la sua crew, Glory, compare anche nel video di “Love”, il singolo inciso dal duo e incluso nell’ultimo album del rapper di “Badabum cha cha”, “Noi, loro, gli altri”), il rapper, 23 anni, guida la “Gen Z” del rap italiano. E con le rime dei suoi pezzi ha di fatto inaugurato una nuova stagione del genere, all’insegna di un immaginario crudo e violento ma allo stesso tempo credibile, di una scrittura diretta e di un personaggio schivo e genuino. “Salvatore” è un pugno dritto nello stomaco: niente giri di parole, tutto è esattamente come sembra. Eppure, riesce a trasportarci proprio dentro i suoi ricordi o a proiettarci nelle scene crude che evoca quando vuole farci capire di che pasta è fatto. Grazie a questa sua forza nel comunicare quello che ha in testa è diventato in poco tempo uno dei nomi di punta della nuova scena e questo disco è qui per confermare questa aspettativa, facendo esattamente tutto ciò che ci si aspettava da lui.

A proposito di riferimenti al mondo del calcio. “Cancelo”, il nuovo singolo di Rhove, è un omaggio al celebre calciatore portoghese João Cancelo, ex della Juventus, ora al Manchester City. Una vera e propria icona scelta non a caso dall’artista, da semplice amante degli sport, che qui diventa un simbolo di chi ce l’ha fatta dopo tanta gavetta, passione, esercizio e dedizione. “Bebe vuole andare all’estero”, rappa nelle sue strofe Rhove, che incoraggia i coetanei ancora una volta a realizzare i propri sogni, a valicare i confini della periferia, ma non senza fatica o sacrifici”. Samuel Roveda, classe 2001, anche lui milanese, è uno dei nuovi fenomeni della musica rap in Italia. Ha iniziato a rappare fin da piccolo, esibendosi nei centri sociali e nelle discoteche: oggi i suoi brani contano oltre 90 milioni di stream sulle piattaforme. “Stiamo portando una nuova wave, no armi, no droga, solo sport, adrenalina e flessioni”, scrive lui su Twitter, facendosi di fatto portavoce di un vero e proprio nuovo movimento culturale, uno “scossone” per come eravamo abituati a sentire (e vedere) la musica rap, che per Rhove è legata a concetti come “umiltà”, “gavetta”, “passione” e “dedizione”, gli stessi che tornano nel nuovo singolo. Rhove è un rapper propositivo e positivo, che vuole lanciare messaggi di speranza e di incoraggiamento ai suoi coetanei: “In zona un sacco di ragazzi da quando hanno visto che non è impossibile farcela si stanno dando da fare per riuscire anche loro in qualcosa. Ho scelto di rischiare la vita facendo sport estremi piuttosto che rischiarla con quelle puttanate delle droghe, l’adrenalina è la droga più potente”.

Lazza è l’ideale bomber di questo tridente. Vero nome Jacopo Lazzarini, classe 1994, con il singolo “Molotov”, appena uscito, spiana la strada al suo ritorno sulle scene con il nuovo album “Sirio”, in uscita l’8 aprile. Un brano che descrive barra dopo barra un rapporto turbolento e incandescente: “Molotov” è il racconto di due caratteri travolgenti, due ingredienti che se entrano in contrasto creano una miscela esplosiva pronta a deflagrare. “Facciamo il fuoco come dopo un molotov”, rappa Lazza, anche lui milanese. La base caratterizzata da synth e drum machine strizza l’occhio al pop Anni ’80 e alle sonorità contemporanee più pop, ma resta comunque fedele allo stile di scrittura inconfondibile di Lazza. “Molotov” si unisce a “Ouv3rture”, primo singolo estratto dal nuovo disco, e traccia ancora una volta la via per il viaggio introspettivo nello spazio e nell’Io del rapper milanese, con destinazione finale “Sirio”. Ampiamente atteso dai fan dell’artista come dimostrato dalla folla presente in Darsena a Milano all’annuncio del titolo del lavoro discografico, il nuovo album promette di non deludere le aspettative, grazie anche alle collaborazioni con artisti del calibro di Geolier e Tory Lanez. Lazza ha innescato la miccia con “Molotov” ed è sempre più deciso a infiammare la scena col suo brillante talento.

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