Chi è Slava, il rapper ucraino che parla della guerra sui social
Con 156 mila follower su Instagram ha molti più seguaci di colleghi già affermati, attualmente ai primi posti delle classifiche italiane, da Bresh in più. Lui, sulle piattaforme di streaming, non ha ancora i numeri del fenomeno: il suo singolo di maggiore successo, stando agli ascolti su Spotify, è “The flow is Slava”, con 1,8 milioni di stream. È stato uno dei primi pezzi che ha pubblicato in rete: da allora Slava non si è mai fermato, sfornando un singolo dietro l’altro, da “Soviet squat” a “Bmw”, passando per “Casinò”, “Baleari”, “Sangue misto”, “Zingarata”, “La mia tipa”, “Briciole”, “Zerotrenta”, “I’m back”, “Solitudine” e “Cadevo giù”, raccontando spesso nei testi le sue origini ucraine. Come nella stessa “Sangue misto”: “Pensa se avessi avuto una famiglia a posto non saremmo mai emigrati / Madonna che culo / noi nella nostra merda abbiamo trovato i diamanti”. 27 anni, originario di Kharkiv, tra le città ucraine bombardate dalla Russia in queste settimane, Vyacheslav Yermak, questo il vero nome del rapper, che vive da anni a Brescia, sta facendo parlare di sé sui social perché da settimane racconta sui suoi canali social gli eventi legati alla guerra.
Ieri il rapper è stato anche ospite di “Propaganda Live”, il programma di approfondimento condotto da Diego “Zoro” Bianchi su La7, che lo ha raggiunto a Brescia per un reportage. Su Instagram – dove lo segue anche Blanco – Slava pubblica ogni giorno svariati video e post nei quali descrive dal punto di vista di un ragazzo di origini ucraine che da anni vive in Italia il conflitto tra Ucraina e Russia: “Sono diventato una specie di reporter. Ora ho questa responsabilità. La mia vita è in Italia. Io non so quanto sarei d’aiuto lì con un fucile in mano, non avendo mai sparato in vita mia – ha raccontato il rapper al giornalista e conduttore romano – penso di poter essere più d’aiuto con quello che sto facendo, sensibilizzando”.
Dopo aver pubblicato i primi mixtape della serie “Alti e bassi”, nel 2013 e nel 2015, Slava si è fatto conoscere grazie al singolo “Pota figa alüra encület”, con un testo pieno di espressioni legate al dialetto bresciano. L’ha inciso insieme ad un altro bresciano, Frah Quintale: uscito nel 2016, il video della canzone ha totalizzato fino ad oggi su YouTube 2,5 milioni di visualizzazioni. Sono di Brescia, sono un fottuto polentone / che mangia il kebab con cipolla a colazione / che dice "pota, encület" a ripetizione / ti chiamo "vecio" se non mi ricordo il nome / Brescia, Brescia, cresciuti in mezzo a queste strade con i gnari / Brescia, Brescia, la capitale dei migliori kebabbari”, rappa Slava nel ritornello del pezzo.
Tra la fine del 2017 e il 2019 Slava ha pubblicato vari singoli, prodotti da Finest Music e Drillionaire, produttore già al fianco di Sfera Ebbasta, DrefGold, Tony Effe e altri protagonisti della scena trap italiana, prima di unirsi all’etichetta indipendente BSMNT: “Lavoravo in fabbrica. Poi mi sono detto che era il momento di lanciarmi nel rap. Crescevano i numeri. Ho mollato il lavoro, mi sono goduto l’estate, ma poi è arrivato il covid”, ha raccontato nel servizio trasmesso durante l’ultima puntata di “Propaganda Live”. Sui social il rapper ha fatto sapere di essere attualmente al lavoro sul nuovo disco.