Facciamo chiarezza su “Brividi” e il regolamento dell’Eurovision
Mahmood e Blanco come i Maneskin? Non esattamente. Sta circolando in queste ore la notizia del taglio che il cantautore di “Soldi” e la voce di “Mi fai impazzire” hanno dovuto apportare alla loro “Brividi” per poter partecipare all’Eurovision Song Contest 2022, in programma dal 10 al 14 maggio al PalaAlpitour di Torino, dove – salvo clamorosi colpi di scena – arriveranno tra i favoriti, insieme agli ucraini Kalush Orchestra. Anche l’anno scorso i Maneskin per poter partecipare alla kermesse continentale furono costretti a modificare leggermente la loro canzone, “Zitti e buoni”, che alla Ahoy Arena di Rotterdam avrebbe poi condotto il gruppo capitanato da Damiano David alla vittoria, riportando l’Italia in cima alla classifica della competizione a distanza di trentuno anni dall’ultima volta. In entrambi i casi le canzoni, nelle loro versioni originali, violavano il regolamento, ma i motivi dietro ai tagli sono diversi.
Nel caso dei Maneskin la modifica aveva un duplice fine: da un lato ridurre la durata del brano, da 3 minuti e 12 secondi a 3 minuti, per rispettare gli standard previsti dal regolamento dell’Eurovision, dall’altro omettere le parolacce dal testo. Fece più notizia questa seconda correzione, che fece parlare addirittura di una “censura”: Damiano David e soci depennarono dal testo espressioni come “coglioni” e “cazzo” (ma cantando di nuovo il brano dopo la proclamazione, la sera della finale, il frontman del gruppo romano se ne fregò del regolamento, tanto i giochi erano ormai fatti, ed eseguì la versione non censurata). “Siamo ribelli, ma non stupidi. Non avrebbe avuto senso farci eliminare dall’Eurovision per un paio di parolacce, non è quello il fulcro della canzone – ebbero a dire Damiano David, Victoria De Angelis, Thomas Raggi e Ethan Torchio, commentando la vicenda – c’è un regolamento che parla chiaro: bisogna anche capire il contesto in cui si portano le canzoni”.
Nel caso di Mahmood e Blanco e della loro “Brividi” la modifica ha a che fare solamente con la durata della canzone, come confermato dal cantautore milanese in un’intervista concessa ai microfoni di Radio Italia (non è dato sapere al momento se il verso “ma scusa se poi mando tutto a puttane” dello special sarà censurato, come nel caso dei Maneskin, o se invece resterà invariato): “C’è un problema tecnico per l’Eurovision, perché la canzone è troppo lunga – ha spiegato Mahmood – cercavamo in tutti i modi di accorciarla. Abbiamo provato a dire anche: ‘Ok, l’ultima parte la cantiamo senza base’. Niente, sono proprio 3 minuti e dopo non so, ti chiudono le tende”. Il produttore di “Brividi”, Michelangelo, “sta cercando di fare l’impossibile perché dovrà tagliare 30 secondi e in una canzone sono tanti”. Il regolamento dell’Eurovision parla chiaro, d’altronde: “Qualsiasi brano lungo più di tre minuti sarà considerato non idoneo a partecipare e il partecipante potrà essere squalificato”, si legge sul sito della kermesse.
Con i paletti del regolamento dell’Eurovision lo stesso Mahmood aveva avuto a che fare già nel 2019, quando – dopo la vittoria a sorpresa al Festival di Sanremo – rappresentò l’Italia a Tel Aviv, in Israele (che quell’anno ospitava la manifestazione), con “Soldi”: in quel caso il cantautore, insieme ai co-autori Charlie Charles e Dardust, rese più breve l’intro ed eliminò la frase “sai già come va, come va, come va” sia nella prima che nella seconda strofa. Con il brano, che poi si rivelò una hit internazionale, Mahmood si classificò secondo, con una differenza di appena 26 punti rispetto al vincitore, l’olandese Duncan Laurence con la sua “Arcade”.