Il cantante mascherato: ecco chi è Orville Peck
Cosa succede se l’Elvis di “Suspicious minds”, Roy Orbison e Johnny Cash incontrano la scena queer e il fascino dell’anonimato che tanto ha contribuito al successo dei Daft Punk e, in Italia, di personaggi come Anonimo Italiano o Liberato, e a livello televisivo di format come “The masked singer”, “Il cantante mascherato”? Ecco Orville Peck, che negli Usa ha già conquistato pubblico e critica e che nei prossimi mesi farà sicuramente parlare di sé anche al di qua dell’Atlantico (anche se non ha ancora annunciato tour o concerti nel Vecchio Continente).
Successi e misteri
La vita del musicista è inevitabilmente circondata da non poco mistero. Non si sa dove sia nato e cresciuto: “Da qualche parte nell’Emisfero Australe”, si limita a dire lui. Sappiamo però che è figlio di un ingegnere del suono e che da bambino ha lavorato come doppiatore per alcuni cartoni animati. Ha studiato danza classica per dodici anni e recitato in alcuni musical, dopo aver frequentato a Londra la London Academy of Music and Dramatic Art. Orville Peck ha raccontato di aver scritto e registrato il suo album d’esordio, “Pony”, uscito nel 2019 per la Sub Pop, l’etichetta discografica di Seattle passata alla storia per aver scritturato band come i Nirvana, i Soundgarden, i Mudhoney e altri protagonisti della scena grunge degli anni a cavallo tra gli ‘80 e i ‘90, mentre lavorava come cameriere in un bar. Il disco ha ottenuto una nomination nella longlist dei Polaris Music Prize del 2019 e l’ha portato a debuttare in tv al “Jimmy Kimmel Live” nel gennaio dell’anno successivo. Nello studio dello show, tra i programmi più seguiti della tv statunitense, Orville Peck – rigorosamente mascherato – si è esibito sulle note del singolo “Dead of night”.
Come ha conquistato Lady Gaga
Il musicista, che si dichiara membro della scena queer americana, piace a Lady Gaga, che l’anno scorso l’ha voluto tra gli ospiti della riedizione del suo “Born this way” per il decennale: con lui la popstar ha inciso una nuova versione, in salsa country, della stessa “Born this way”, manifesto di libertà. Sulla sua identità si sono rincorse, in questi anni varie teorie. Secondo quella più accreditata sotto la maschera ci sarebbe Daniel Pitout, percussionista della band punk canadese dei Nü Sensae. Gli indizi? Alcuni tatuaggi sul corpo, la partecipazione di Pitout al musical “Peter Pan Goes Wrong” nel 2016 e la presenza del nome del musicista tra gli autori di alcune canzoni depositate da Orville Peck. Solo che Pitout è nato a Johannesburg, in Sud Africa, non esattamente nell’emisfero australe. Sui motivi che lo hanno spinto a indossare la maschera, camuffando la sua identità, Peck dice: “Mi aiuta a eliminare la finzione, l’idea di dover salire sul palco e recitare una parte che non mi appartiene, far finta di essere qualcosa che non sono”.
Il nuovo album, omaggio agli Anni '60 e '70
Con l’album d’esordio “Pony” il musicista ha conquistato le attenzioni di Sony, che l’ha messo sotto contratto. Il primo album per la multinazionale, “Bronco”, uscirà l’8 aprile, ma è già possibile ascoltare sulle piattaforme di streaming alcune anticipazioni, da “C’mon baby, cry” a “Daytona sand”, passando per “Outta time” e “Any turn”. “Questo è il mio album più appassionato e autentico fino ad oggi. Mi sono ispirato al country rock, alla psichedelia degli Anni ‘60 e ‘70, alla California e al bluegrass e a tutto ciò che è legato al country. ‘Bronco’ è tutto incentrato sull’essere sfrenato e sul culmine di un anno di tour, sullo scrivere in isolamento e affrontare e alla fine riuscire ad uscire da un momento personale difficile”, ha detto Orville Peck a proposito dell’album.