alt-J: “La libertà che ci è stata tolta l’abbiamo ritrovata nella musica”
“The Dream”, in uscita venerdì 11 febbraio, è una delle risposte più potenti e profonde a questi due anni di pandemia. Gli alt-J tornano sulle scene con un gioiello in cui una nuova libertà musicale fa da trampolino a riflessioni e storie sulla morte e sulla vita. Joe Newman, Gus Unger-Hamilton e Thom Green, a quasi cinque anni dal terzo e acclamato capitolo “Realaxer”, continuano il proprio viaggio sperimentale senza tradire, allo stesso tempo, un’identità pop-rock barocca costruita nel tempo. “The Dream” è prodotto da Charlie Andrew e segna una nuova fase per il gruppo.
“Non è la pandemia ad aver influenzato questo lavoro, ma le condizioni che ha creato – racconta Gus Unger-Hamilton in collegamento su Zoom – per certi versi è stato drammatica, per altri incredibilmente liberatoria. Per la prima volta non avevamo una vera dead line. Tutto quello che abbiamo creato poteva essere lavorato con calma e anche la scrittura ne ha beneficiato. E tutto questo sentimento di libertà credo che si riverberi anche nel progetto, nella sua versione finale. Molte canzoni sono figlie di jam e soundcheck in giro per il mondo, noi registriamo tutto e poi riascoltiamo. La pandemia ci ha offerto la possibilità di stare più tempo sulle singole tracce”.
I confini imposti dal lockdown sono stati superati con un sound nuovo. “È un disco in cui convivono nuovi strumenti, Elvis, i Beatles, la colonna sonora di alcuni film, l’opera, la scena musicale di Philadelphia degli anni Sessanta, ma allo stesso tempo si capisce che è un progetto degli alt-J – continua Gus – e credo che questo sia possibile grazie alla voce di Joe (Newman, ndr) che è il filo rosso che unisce tutti i nostri album. Questo superamento delle restrizioni e del tempo è stato possibile con un ritorno mentale, ma questa volta più maturo, al periodo dell’Università quando ci chiudevamo in una stanza a suonare isolati da tutto e tutti. Si è creata una fluidità e un rispetto per i suoni e i componenti del gruppo, capace di dare vita a un album più corale”.
Ma come si può definire il suono degli alt-J? “Il nostro successo è quello di avere un suono che non ha un nome – sorride l’artista – ‘The Dream’ sicuramente ha echi vintage e la voglia di viaggiare oltre i confini ci ha spinto verso una sorta di psichedelia”. La band, prima del lancio del progetto, ha condiviso anche il singolo “U&ME”, accompagnato da un video: il primo che vede la partecipazione di tutto il gruppo. È stato diretto da Prosper Unger-Hamilton, fratello di Gus. È un lavoro evocativo che richiama alla mente ricordi e dipinge le frenetiche giornate estive degli alt-J. “Il brano è stato scritto durante qualche soundcheck in giro per il mondo e quando siamo tornati a Londra e abbiamo riascoltato la registrazione abbiamo capito che si trattava di uno dei momenti più dinamici mai composti – ricorda Gus Unger-Hamilton – a girare il video con mio fratello ci siamo divertiti molto. Credo che la buona riuscita di questa canzone, ma in generale dell’album, dipenda anche dal lavoro fatto con il produttore Charlie Andrew. Avere un punto di riferimento stabile ci ha permesso di rimanere con l’obiettivo a fuoco”.
“The Dream” è un album di intrighi, bellezza e umanità, ricco di storie struggenti, cupe e che indaga il rapporto fra vita e morte. “La fine dell’esistenza ha sempre fatto parte del nostro immaginario – conclude l’artista – ma in questo disco Joe (Newman, ndr) ha aumentato le metafore ed è stato più profondo. Da ragazzo ti senti invincibile, quando cresci e inizi a perdere le persone che hai accanto, cambia tutto. Credo che le riflessioni sulla morte siano dentro ogni essere umano e ti permettano di apprezzare anche meglio la vita. Noi ci sentiamo fortunati per quello che facciamo. Siamo padroni della nostra musica. Magari ci sono band paragonabili a noi che hanno più successo, questo può essere vero: i Bastille sono dei carissimi amici che negli anni, entrati dentro un certo meccanismo di industria musicale, hanno raccolto tantissimo. E noi siamo felici per loro. Ma le band non si possono solo raccontare attraverso il ‘successo materiale’ che raggiungono. Credo che gli alt-J sfuggano a questi meccanismi di definizione”.
Gli alt-J saranno in Italia dal vivo il 12 novembre 2022 a Milano al Mediolanum Forum. Il nuovo show di Milano si aggiunge a quelli già in vendita del 17 giugno al “Roma Summer Festival” e del 18 giugno a Bari al “Locus Festival”.