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Sanremo 2022, Amadeus: "Lo chiamiamo 'Festival della gioia'"

Il conduttore e direttore artistico: "Adesso i teatri e i cinema hanno capienza totale e questa è un’immagine che speriamo continui sempre".
Sanremo 2022, Amadeus: "Lo chiamiamo 'Festival della gioia'"

Amadeus, direttore artistico e conduttore di Sanremo, è stato ospite a Rtl 102.5 su Non Stop News con Giusi Legrenzi, Enrico Galletti e Massimo Lo Nigro e ha parlato degli ultimi preparativi del Festival di Sanremo, del ritorno del pubblico in platea, della sua attenzione nei confronti della Generazione Z e degli ospiti attesi. 

“Siamo a un buon punto. Chiaro che tutto spesso si realizza negli ultimi 15 giorni, ed è incredibile perché uno lavora da agosto al Festival di Sanremo - spiega Amadeus - Spesso la gran parte dei mesi viene occupata dalla selezione dei brani tra i giovani (800 brani tra i giovani, almeno 300 dai big) e questa per me è la cosa più importante da un certo punto di vista, perché da lì parte tutto, e poi naturalmente tutto il resto. Negli ultimi 15 giorni si concentra tutto, le cose vengono ufficializzate, confermate, quindi devo dire che questi sono giorni cruciali. La cosa che desidero di più è che parta il Festival per far ascoltare le canzoni in gara”.

Sul ritorno del pubblico: “Sì, una grande gioia. Questa è la cosa che più ci emoziona, ma anche i cantanti stessi sono emozionati per questo. Tornare con un teatro pieno è una grande gioia: tutti con il Green Pass e la mascherina FFP2. Avere l’applauso dell’Ariston è importante. È vero che è accaduto due anni fa, ma a noi sembra un’eternità. L’immagine dello scorso anno non la dimenticheremo più. Il teatro vuoto. Adesso i teatri e i cinema hanno capienza totale e questa è un’immagine che speriamo continui sempre”. Poi sulla generazioe Z: “Questo per me è fondamentale. Il Festival deve rispecchiare le tendenze del momento e magari evidenziare anche alcuni nomi già molto conosciuti da non tutti gli italiani, così come è avvenuto in passato per i Pinguini Tattici Nucleari, Madame, Colapesce & Dimartino. Devono esserci quindi Aka7even, Rkomi, quelli della generazione Z”.

L'anno scorso chiamarlo "Festival della ripartenza" non portò bene: “Lo chiamiamo il Festival della gioia di trascorrere cinque serate di divertimento e di musica. La musica è terapeutica. L’anno scorso in un momento drammatico si è parlato di un Festival importante dal punto di vista musicale. La musica ci darà una grande mano in queste serate, poi grazia a voi si distribuirà nell’arco di tutta la giornata. Le radio per me sono importantissime, ci tengo a dirlo. Infatti le radio quest’anno votano a Sanremo. Hanno la percentuale del 33% nella votazione della sala stampa. Non si può non portare le radio in primissimo piano al Festival di Sanremo, perché questa musica se ha successo è perché viene suonata dalle radio”.

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