Il cantante degli Ex-Otago si ritira (anzi, no) e certifica la morte dell'indie

Niente di nuovo, in fondo. C'è chi sosteneva che l'indie fosse morto già nel momento in cui i Thegiornalisti e Calcutta conquistarono le classifiche, spalancando le porte a una nuova generazione di personaggi che approfittando del ricambio generazionale della musica italiana e della voglia del pubblico di novità che andassero oltre il pop classico e i talent cominciarono a seguire le orme del trio di "Completamente" e del cantautore di "Cosa mi manchi a fare": canzoni nate in cameretta per diventare hit da arene, da Circhi Massimi o da Festival di Sanremo.
La band genovese degli Ex-Otago partecipò al Festival nel 2019, l'anno dopo il fenomeno Lo Stato Sociale e "Una vita in vacanza", che spinse i direttori artistici a investire di più sull'indie all'Ariston (tanto che qualcuno ad un certo punto arrivò a parlare di Sanremo come di un grande, grandissimo Primo Maggio): quell'anno in gara - oltre a supestar del mondo indipendente prima che diventasse semplicemente indie, come gli Zen Circus - c'era anche Motta ("L'indie è morto? No, l'indie è Motta", dicevano Le Coliche), il 2020 sarebbe invece stato l'anno di Levante e dei Pinguini Tattici Nucleari, il 2021 quello della "Musica leggerissima" di Colapesce e Dimartino, di Willie Peyote, de La Rappresentante di Lista, ancora de Lo Stato Sociale (ma con risultati decisamente modesti rispetto a quelli del 2018: "Combat pop" si è dovuta accontentare del 13esimo posto in classifica), di Fulminacci, dei Coma Cose, di Gio Evan, di Aiello.
Dal boom di Calcutta sono passati sei anni. Da quello di Tommaso Paradiso e soci cinque. Dal concerto al Circo Massimo che rappresentò al tempo stesso la consacrazione dei Thegiornalisti ma anche l'implosione del progetto, con il leader che pochi giorni dopo, a causa delle tensioni interne, annunciò l'uscita dal gruppo e dunque la fine della band, ne sono passati quasi due. È cambiato tutto, da allora. Il "nuovo" pop italiano è già vecchio, con i 20enni pronti a prendersi il centro della scena. Anzi, a pensarci bene, al centro della scena ci sono già: i Maneskin, Madame, gli Psicologi, Blanco (a sorpresa principino dell'estate insieme a Sfera Ebbasta con "Mi fai impazzire"), Sangiovanni. Il nuovo "nuovo pop" è già qui.
Niente di nuovo, dicevamo. La scelta di Maurizio Carucci, il frontman e cantante degli Ex-Otago, di lasciare la musica certifica la fine dell'indie pop, in attesa di capire in che modo con i nuovi album Tommaso Paradiso (debutterà da solista dopo lo scioglimento dei Thegiornalisti) e Calcutta si riposizioneranno nello scacchiere del pop italiano. Il 41enne cantautore, che con la sua band ha vinto un Disco d'oro per il singolo "Solo una canzone" (il brano presentato in gara a Sanremo due anni fa) e un platino per "Quando sono con te", ha annunciato l'addio alla musica con un lungo post sui social: continuerà a vivere solamente coltivando i suoi campi (lo fa dal 2012 e ha continuato a farlo anche mentre gli Ex-Otago sognavano e cercavano la svolta). Tra le altre cose, Carucci ha scritto:
"Non ci sto più dentro. Mollo la musica, ho deciso. Voglio concentrarmi su meno cose e ritrovare un po’ di serenità. Non riesco più a capire il senso del mio fare musica. Amo suonare con gli otaghi, amo gli otaghi in generale, ma è da un po’ di tempo che non riesco a trovare la luce e la via dentro al progetto. Lascio e mi dedico solo alla terra".
E ancora:
"Ho passato mesi e mesi con dolori allo stomaco, soprattutto la notte. Non stavo bene. Sono una persona troppo emotiva, se non sto bene con la testa, non sto bene neanche con il corpo in maniera chiara e diretta. In questo grande casino che è stata la mia mente nell’ultimo periodo, ho percepito qualcosa che nell’immediato non sono riuscito a leggere del tutto".
I compagni di band si sono limitati a ricondividere sull'account Instagram ufficiale degli Ex-Otago il suo post. Non è dato sapere se continueranno con un altro cantante o se, invece, si fermeranno anche loro, chiudendo il progetto. Al netto di ripensamenti dello stesso Carucci, che però non renderebbero l'indie più vivo.
Ripensamenti che sono arrivati a pochi minuti dalla pubblicazione del post. Con lo stesso Maurizio Carucci che ha voluto precisare:
Non mollo la musica anche se ho pensato seriamente di farlo, e non mollo gli otaghi. Ho voluto rendervi partecipi del momento che ho passato in modo che possiate capire ed apprezzare meglio quello che verrà. L'ultima parte del post, fa intuire un nuovo possibile inizio.