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James Taylor e Jackson Browne raccontano Joni Mitchell: "La più brava di tutti"

I due cantautori raccontano in esclusiva a Rockol la loro relazione con l'autrice di "Blue", album che ha appena festeggiato 50 anni
James Taylor e Jackson Browne raccontano Joni Mitchell: "La più brava di tutti"

Il 1971, un anno magico per la musica. E tra le tante uscite leggendarie di 50 anni fa ce n'è una che è ancora più leggendaria: Blue” di Joni Mitchell. In una recente intervista Joni Micthell ha spiegato che l'album al tempo non solo venne sottovalutato, ma finì per essere osteggiato dai suoi colleghi: "La risposta iniziale che ho ricevuto fu critica, soprattutto dai cantautori maschi. Venne vista un po' come la svolta elettrica di Dylan: avevano paura. È contagioso? Dobbiamo essere tutti così onesti ora? Questo è quello che mi dicevano i ragazzi: Risparmiati, Joni. Nessuno canterà mai queste canzoni. Sono troppo personali".

Abbiamo chiesto cosa ne pensano della questione a due colleghi e amici di Joni Mitchell. Jackson Browne, che in questi giorni pubblica il nuovo album "Downhill from everywhere", replica

Sono uno di quelli che più ha seguito la sua lezione: per me Joni Mitchell era tutto. Non capisco come qualcuno possa dire che era sottovalutata: ha scritto alcune delle canzoni più influenti della storia, citata da artisti diversi come Elvis Costello a Chrissie Hynde a Peter Gabriel. Ha aperto molte strade, non solo con Blue: poco dopo si diede al jazz, una forma musicale che notoriamente non paga ed è sottovalutata. È una delle cantautrici più stimate di sempre.

Ancora più sentito il ricordo di James Taylor, che al tempo era il compagno di Joni Mitchell e che in quell’anno pubblicò il suo capolavoro "Mud slide slim”, lavorando allo stesso tempo a "Blue":

 Ho pensato molto a quel periodo, ultimamente, riascoltando quel disco. È stato un momento meraviglioso, un attimo perfetto. Entrambi ci stavamo facendo conoscere dal pubblico e condividevamo questa esperienza attraverso un’intensa relazione personale, che culminò nella registrazione di quei due album. Le sessioni di ‘Blue’ me le ricordo benissimo: suonai la chitarra agli studi A&M e vivevamo nella sua casa del Laurel Canyon che aveva appena comprato”.

I due si lasciarono poco dopo: "Mi ricordo benissimo la tristezza della fine di quel momento perfetto: è successo in aeroporto, io che rimango solo, lei che prende un aereo: fu la fine di un anno molto intenso e meraviglioso”.

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