Max Gazzé e quell’amore senza tempo per i CSI
C’è un forte legame fra Max Gazzè e i CSI, band nata dalle ceneri dei CCCP. Non solo perché il cantautore romano ha deciso di omaggiare la creatura di Giovanni Lindo Ferretti sul palco del teatro Ariston con la cover "Del mondo" assieme alla band M.M.B e a Daniele Silvestri, ma anche per una stessa visione globale della musica. Non è un caso che il brano portato a Sanremo faccia parte anche del nuovo album di Gazzé “La matematica dei rami”, in uscita il prossimo 9 aprile.
“Quando sono rientrato a Roma, negli anni novanta, dopo un periodo all’estero, ho ascoltato i CSI e mi sono ritrovato in quei suoni – spiega Gazzé – mi ricordo quando poi si sciolsero e nacquero i PGR, i Per Grazia Ricevuta. Ero lì quel giorno: Giovanni Lindo Ferretti voleva chiamarli in modo diverso, ma alla fine scelse quel nome. Mi legai a quel mondo anche grazie a Francesco Magnelli, che ha suonato nelle varie formazioni create da Ferretti. Sono canzoni, le sue, che non hanno tempo. Quando ho deciso di incidere “Del mondo” ho anche pensato di chiamare Ferretti per fargli interpretare la parte iniziale della canzone, ho chiesto il numero di telefono a Magnelli e lui mi ha risposto con il sorriso: ‘Io mica ce l’ho, Giovanni vive fra le montagne…’. Alla fine, d’accordo con Daniele Silvestri, ho lasciato perdere. Non me la sono sentita di "inseguirlo" come fecero i CSI con Battiato per “E ti vengo a cercare”. Mi ricordo che per avere la registrazione della voce di Battiato nel pezzo, la band lo seguì per un anno con un piccolo registratore…(sorride)”.
“Ko de mondo”, il primo album dei CSI, nasce nell’estate del 1993 fra le mura del Maniero Le Prajou di Finistère, in Bretagna. A fare da sfondo c’era la cronaca di quei giorni, la sanguinosa guerra nell’Ex Jugoslavia. Proprio ai confini dell’Europa, il Consorzio Suonatori Indipendenti lavorava a un disco capace di descrivere la fine di un mondo, giocando nel titolo con il nome di Codemondo, frazione del comune di Reggio Emilia. Dentro non c’è solo il conflitto di quegli anni, è il racconto di un assedio perenne che inizia con la nascita della vita sulla Terra. Mistica dell’esistenza. “ In ‘Del mondo’ c’è il racconto della fine di un mondo, ma c’è anche una celebrazione della vita, mi sembra un pezzo giusto e significativo per il periodo storico in atto – ricorda Gazzé – a me piace la musica fatta in quel modo: suonata, viva, pulsante. Il mio disco, in cui è contenuta questa cover, infatti, l’ho realizzato come se vivessi nel 1975. Entravamo in studio, registravamo dieci take, ne sceglievamo una e poi ci lavoravamo sopra. Il pc lo abbiamo utilizzato per registrare i brani, non per produrne. Sento qualche cosa che mi lega ai CSI anche nel modo di concepire e vedere la musica.