AC/DC, quando ‘Hells Bells’ spezzò il cuore di Brian Johnson

Tutti si aspettano un minimo incoraggiamento quando iniziano una nuova avventura, soprattutto se non in giovanissima età. Lo sa bene Brian Johnson, che nel 1980, quando aveva già 32 anni, fu chiamato a rimpiazzare negli AC/DC lo scomparso Bon Scott per le session di registrazione di “Back in Black”.
Il neoassunto frontman della formazione di “Highway to Hell” decise di lasciare i Geordie, la formazione nella quale militava, per raggiungere quelli che sarebbero diventati i suoi futuri compagni alle Bahamas, dove il gruppo si era ritirato con il produttore Mutt Lange per fissare le nuove canzoni su nastro.
“Mai avrei pensato di trovare un nuovo lavoro a più di trent’anni”, ha spiegato Johnson in una recente intervista all’emittente radiofonica WMMR: “Le cose stavano migliorando giorno dopo giorno, con il progredire dei lavori sui brani. Del resto cosa avevo da perdere? Al massimo mi sarei fatto una settimana di vacanza gratis alle Bahamas”. Fondamentale, per il cantante, fu l’esperienza con Lange, specie su una delle canzoni che poi sarebbe diventata un simbolo della carriera con gli AC/DC, “Hells Bells”: “Mutt mi ha detto: ‘Sali di più con la voce. Ti ho sentito farlo, ci riesci’. Gli ho detto: ‘Ok, ci proverò’. Per me fu come liberarmi da una camicia di forza. Una volta di essermi reso conto di poterlo fare, non volevo più smettere”.
Il cantante, tuttavia, all’epoca era trattato alla stregua di un collaboratore occasionale: per ragioni di budget, la sua permanenza nel paradiso tropicale fu limitata allo stretto necessario per incidere le sue parti. Così, terminate le incombenze in sala di ripresa, Johnson fu rispedito nel Regno Unito senza nemmeno un provino in mano.
“Tornai a casa pensando: ‘Beh, mi sa di aver appena fatto un disco’”, ha proseguito l’artista: “Il fatto è che quando li lascia alle Bahamas l’album non era ancora stato mixato.
Ci vollero circa altri due mesi perché il postino si presentasse alla mia porta con una copia finita del lavoro”. Johnson, però, aveva un problema: non aveva in casa un giradischi per ascoltarla. “Non avevo un impianto stereo”, ha raccontato: “Così ho portato la mia copia a casa di un mio amico, il chitarrista dei Geordie, che ne aveva uno, e abbiamo messo su ‘Hells Bells’. Appena dopo le prime battute mi ha detto: ‘No, questa cosa non funzionerà mai. Canti troppo alto, non sei tu. Dai, andiamo a farci una birra’. Mi spezzò il cuore. Lo seguii al pub, dove affogai il mio dolore nell’alcol. Lui mi disse: ‘Non pensarci’. Ma alla fine funzionò eccome”. Infatti la canzone che “non funzionerà mai”, negli anni, avrebbe venduto oltre un milione di copie nei soli Stati Uniti, diventando un classico non solo nelle scalette degli AC/DC ma anche nelle playlist dedicate al rock in tutto il mondo.