Paul Shortino: "Negare a Trump la libertà di espressione è pericoloso per gli Stati Uniti"

Anche nella comunità musicale c'è chi non manca di manifestare perplessità di fronte alla scelta dei principali social network di sospendere gli account ufficiali dell'attuale presidente degli Stati Uniti Donald Trump, reo di aver fomentato la folla che lo scorso 6 gennaio ha assaltato Capitol Hill, il Campidoglio di Washington, dove era in corso la certificazione della vittoria del democratico Joe Biden sul tycoon alle presidenziali. Tra i più critici nei confronti dei social c'è il cantante Paul Shortino, protagonista della scena heavy metal, già al fianco di band come i Rough Cuts, i Quiet Riot (in foto), i Bad Boyz e i King Kobra, che proprio su Twitter ha espresso i suoi dubbi sulla decisione delle piattaforme:
"Siamo in una zona pericolosa, qui. Negare al presidente e ad altri il diritto di esprimere opinioni è pericoloso per l'intera nazione. E punire l'espressione politica è ovviamente incostituzionale".
We are in a danger zone here. Denying the President and others the right to express opinions is dangerous to the nation. And punishing political expression is obviously unconstitutional.
— Paul Shortino 🇺🇸 (@PaulShortino) January 14, 2021
In un altro tweet, il 67enne cantante ha aggiunto:
"Quando i diritti di libertà di espressione e di stampa sono a rischio, tutte le altre libertà che ci stanno a cuore sono in pericolo".
I tweet lo hanno inevitabilmente esposto alle critiche degli utenti. Che hanno di fatto spinto Shortino a non tornare sul tema, chiudendo il discorso così:
"Non ho altro da aggiungere sulla politica. Vedremo il risultato di queste elezioni disoneste e della società in cui viviamo. Dio svelerà la verità come sempre".