UK: Ed O'Brien (Radiohead) e altri in parlamento contro lo streaming

C'è chi dice no. Ed O'Brien, tra i membri dei Radiohead, lo scorso lunedì si è presentato di fronte al parlamento britannico insieme ad una delegazione di musicisti, per protestare per quella che considerano un'asimmetricità nella ripartizione delle royalties derivanti dalla riproduzione di musica in streaming, che penalizzano gli artisti e favoriscono invece le case discografiche e le stesse piattaforme di streaming.
Alla commissione per la cultura la delegazione ha chiesto nuove leggi che regolino la ripartizione delle royalties. "È tutto così oscuro per colpa della mancanza di trasparenza", ha denunciato Ed O'Brien, che la scorsa primavera ha pubblicato il suo album d'esordio della sua carriera solista parallela alla band di "Creep", "Earth", "le etichette stanno guadagnando parecchio, mentre gli artisti sono in grosse difficoltà".
Il malcontento diffuso tra i musicisti da tempo è accresciuto in questi ultimi mesi, con la crisi del settore dei live, che da sempre rappresentano una fonte di guadagno importante per chi suona e che sono fermi da mesi a causa della pandemia.
Nadine, cantautrice nominata con il suo album "Kitchen Sink" ai Mercury Prize, tra i premi musicali più ambiti nel Regno Unito, ha fatto presente ai membri della commissione che i suoi guadagni dallo streaming sono così irrisori che ora, senza concerti, ha grosse difficoltà a pagare l'affitto della casa in cui vive: "Non guadagno abbastanza dallo streaming, anche se ho una forte e solida fanbase. Il denaro solitamente è un'indicazione del successo che uno ha, ma non in questo caso: io sono una musicista di successo ma non vengo pagata in modo equo per il lavoro che faccio. Penso che ci siano poteri più oscuri in gioco. Non voglio aggiungere di più, ma Spotify potrebbe favorire certi artisti (piuttosto che altri) in base ad accordi con certe etichette". .