Peter Hook ricorda quando conobbe Ian Curtis

Il bassista di Joy Division prima e New Order poi, Peter Hook, ha parlato nel primo episodio di 'Transmissions The Definitive Story', un podcast dedicato interamente alla musica e alla storia di Joy Division e New Order.
Il podcast ha in pancia interviste a Bernard Sumner, Stephen Morris, Gillian Gilbert e Peter Hook e beneficerà dei contributi di fan di una certa fama quali Bono, Damon Albarn, Johnny Marr, Liam Gallagher, Jonny Greenwood dei Radiohead e altri ancora.
Così Hook ricorda il suo primo incontro con il frontman dei Joy Division Ian Curtis morto suicida all'età di 23 anni: “Incontrai Ian all'Electric Circus. Non riesco a ricordare quale concerto fosse. Potrebbe essere stato il terzo concerto dei Sex Pistols. Era facile da individuare, aveva un giubbotto con la scritta 'HATE' scritta in vernice arancione sulle spalle. Quando si è voltato, se qualcuno ti avesse mostrato prima la parte davanti e ti avesse chiesto cosa pensi che abbia scritto questo ragazzo sulla schiena? Avreste detto, 'Pussycats... gattini?'. Non HATE in maiuscolo fluorescente."
L'ora 64enne membro dei Peter Hook and the Light, che alla anagrafe risponde al nome di Peter Woodhead, continua così: "Potremmo dire che era unico. Sono andato a casa sua a Stretford. Lui e Debbie a quel tempo vivevano con la madre o la nonna di Ian, non avevano una casa loro... o si erano trasferiti lì solo temporaneamente. Ian mi disse, 'Ehi, hai sentito questo nuovo album di Iggy Pop? È uscito questa settimana.' Non avevo mai sentito Iggy Pop. Suonò "China Girl" da quell'album e pensai fosse fantastico, me ne sono subito innamorato e ho pensato... questo è il ragazzo."
Lo scorso 9 ottobre, in occasione della Giornata mondiale della salute mentale, a Manchester è stato inaugurato da Peter Hook un nuovo murale dedicato alla memoria di Ian Curtis. Di recente la testata britannica NME ha parlato con l'attore Sam Riley, che ha interpretato Curtis nel biopic uscito nel 2007, 'Control'. Ha dichiarato Riley al riguardo: "Ero assolutamente terrorizzato. Ma poi ci siamo resi conto, perché suonammo [ai fan] molte canzoni quel giorno, che erano con noi. Quindi si è passati dalla pura paura alla consapevolezza che avremmo potuto davvero farcela. Ma è stato un ottovolante."