Frank Zappa: guida all'ascolto di "Hot rats"
FRANK ZAPPA: HOT RATS
Bizarre Records, ottobre 1969
Dopo l’esperienza con The Mothers of Invention, Frank Zappa senza alcun preavviso scioglie la band, gettando lo scompiglio tra i membri increduli. La delusione è comprensibile, anche perché tutti erano sul libro paga di Frank e da un giorno all’altro si trovavano senza lavoro. Qualunque fossero le ragioni, il 19 agosto 1969 le Mothers originali fecero il loro ultimo concerto. Zappa, nel frattempo, aveva già iniziato a lavorare al suo primo album solista con l’aiuto principale di Ian Underwood. Un album che presenta due tipologie diverse di composizioni: open jam con pochi elementi preorganizzati (“Willie the Pimp”, “The Gumbo Variations”) e brani iperstrutturati (“Peaches en Regalia”, “Little Umbrellas”, “It Must Be a Camel”). “Son of Mr. Green Genes” è invece un ibrido, perché dopo l’esposizione tematica la forma evolve in larghe porzioni di assoli modali su vamp, interpolate da parti scritte.
L’improvvisazione di derivazione para-jazzistica, una maggior complessità delle parti scritte rispetto al passato e innovative tecniche di arrangiamento sono i caratteri dominanti dell’album. In “It Must Be a Camel” tutti gli strumenti sono suonati da Zappa e Underwood, con materiale tematico particolarmente complicato da un punto di vista sia ritmico sia melodico. Superlative le armonizzazioni dei fiati ottenute attraverso il processo di sovraincisione, così come anche effettuato in “Peaches en Regalia”, uno dei massimi capolavori dell’intero catalogo zappiano. L’unico brano cantato è “Willie the Pimp”, con il cammeo di Captain Beefheart che, malgrado i rapporti tra i due non fossero più dei migliori, rende il favore a Zappa per la produzione del suo "Trout Mask Replica".
Enrico Merlin
Questa scheda è tratta da "1000 dischi per un secolo. 1900-2000", di Enrico Merlin (Il Saggiatore), per gentile concessione dell'autore e dell'editore.
Enrico Merlin, musicista e musicologo, nella composizione e scrittura del volume ha cercato di tracciare la storia della musica occidentale registrata, attraverso la selezione di 1000 opere sonore che fossero innovative in almeno uno dei sei parametri di cui la musica è composta: melodia-armonia-ritmo-timbro-dinamica-espressività. Per ognuna di esse ha realizzato una sorta di guida all'ascolto in cui vengono raccontate le motivazioni per cui quel disco è di fatto una pietra miliare. Mancano diversi dischi famosi, mentre vi sono opere seminali, ma di nicchia, che malgrado uno scarso successo di pubblico hanno lasciato un segno profondo in altri artisti contemporanei o successivi. Le schede non sono quindi delle recensioni, quanto piuttosto dei suggerimenti d'ascolto, dei trampolini di lancio per andare alla scoperta di nuovi mondi sonori e, perché no, trovare qualche conferma.
