Beatles, i 50 anni di “Let it be”: la storia dell’album (ultima parte)

Quello che era stato il progetto “Get back” non venne più ripreso fino al 23 marzo del 1970, quando, su richiesta di John Lennon e di George Harrison, il produttore Phil Spector mise mano al materiale su cui aveva già lavorato Glyn Johns, con l’intento di ricavarne un album che si sarebbe intitolato “Let it be”.
Spector applicò al materiale le sue personali tecniche di produzione, sovraincidendo alle esecuzioni originarie archi e cori femminili. Spector curò l’editing, il mixaggio e le registrazioni supplementari fino al 2 aprile 1970.
Il lavoro di Spector fu causa di un’ulteriore tensione fra Paul McCartney e gli altri Beatles; il bassista era furioso per gli interventi effettuati da Spector sulle sue canzoni – tanto che parecchi anni più tardi fu l’istigatore della realizzazione di una versione “de-spectorizzata” dell’album intitolata “Let it be... naked” pubblicata nel 2003. Anche George Martin, che pure aveva avuto un ruolo importante delle registrazioni effettuate nel gennaio dell’anno precedente, non apprezzò gli interventi di Spector: ringraziato sulla copertina del disco, ma non accreditato, osservò che nei crediti si sarebbe dovuto scrivere “Prodotto da George Martin, ‘troppoprodotto’ da Phil Spector”.
“Let it be” fu pubblicato in UK l’8 maggio, in USA l’11 maggio, quando ormai la notizia dello scioglimento dei Beatles era di pubblico dominio. Anche per questo motivo, l’album raggiunse, negli Stati Uniti, la cifra record di 3.700.000 copie di sole prenotazioni.
I testi sono tratti dal libro di Franco Zanetti “Il libro (più) bianco dei Beatles”, pubblicato da Giunti, per gentile concessione dell’autore e dell’editore; al libro rimandiamo per la versione integrale dei testi di presentazione delle canzoni di “Let it be” e di tutte le altre canzoni dei Beatles.
Leggi qui la storia dell'album (parte seconda)
Leggi qui la storia dell'album (parte prima)
Leggi qui la scheda di “Get back”
Leggi qui la scheda di “For you blue”
Leggi qui la scheda di “The long and winding road”
Leggi qui la scheda di “One after 909”
Leggi qui la scheda di “I’ve got a feeling”
Leggi qui la scheda di “Maggie Mae”
Leggi qui la scheda di “Let it be” (seconda parte)
Leggi qui la scheda di “Let it be” (prima parte)
Leggi qui la scheda di “Dig it”
Leggi qui la scheda di “I me mine”
Leggi qui la scheda di “Across the universe”
Leggi qui la scheda di “Dig a pony”
Leggi qui la scheda di “Two of us”
Qui la copertina del libro